[5] C. Alcaraz b. J-l. Struff 4-6 7-5 4-6 7-6(3) 6-4
Si salva la quinta testa di serie Carlos Alcaraz, che non giocava dal Roland Garros per un problema al gomito e il cui rendimento sull’erba era assolutamente sconosciuto – due match giocati in carriera, l’anno scorso sempre all’AELTC – e di difficile previsione. Si salva da uno scatenato Jan-Lennard Struff per due volte in vantaggio di un set grazie a una prestazione magnifica a cui è mancata la ciliegina della vittoria. Si sa, ci sono momenti e anche set in cui il tedesco può essere inarrestabile, ma sui prati vince meno che sulle altre superfici e soprattutto il suo 2022 finora è stato da dimenticare. Rientrato nel circuito tre settimane fa a Stoccarda dopo l’infortunio al piede in quel di Miami e con due sole vittorie all’attivo in stagione (Isner in ATP Cup e Giron sull’erba tedesca), Struff si è prevedibilmente affidato alla prima di servizio e alla costante aggressività, rifuggendo quanto possibile gli scambi potenzialmente faticosi e sfoderando tante giocate strappa-applausi. Ma è stata l’intera sfida a essere costellata di colpi e scambi spettacolari da parte di entrambi, come del resto spesso accade quando uno dei due è Alcaraz, che probabilmente l’ha vinta con quel punto incredibile, il terzo del tie-break, quando ormai l’arbitro stava digitando il 3-0 Struff. Ma di nuovo applausi per lo sconfitto, ripetutamente atteso al varco della stanchezza, del calo se non del crollo fisico e mentale, e invece è rimasto in partita per oltre quattro ore.
IL MATCH – Nel primo set, a fare la differenza è la trasformazione delle palle break: Struff non cede la battuta nonostante la povera conversione con la seconda, cavandosela in tutte e quattro le occasioni concesse, mentre Alcaraz capitola al terzo gioco. Grande merito di Jan-Lennard che risponde a tre prime spagnole (due volte incontrando con il dritto che meglio non si può) e passa alla seconda chance grazie a una gran volée su un pallata bimane che gli avrebbe allargato l’ombelico. Il vantaggio guadagnato viene gelosamente custodito fino al 6-4, messo al sicuro con l’ace dopo il serve&volley da manuale sul 30 pari.
La resa con la prima del n. 7 del mondo cresce vertiginosamente, ma in risposta manca ancora l’ultimo spunto, con il passante – complicato ma non proibitivo – fuori bersaglio nel secondo game. Due doppi falli nel settimo gioco inguaiano poi Carlitos, ma una robusta prima esterna sul 30-40 lo riporta a galla. Il rendimento a rete del trentaduenne di Warstein è in discesa e una risposta che lo trafigge significa set point sul 5-4, però Alcaraz non trova la distanza dalla palla sulla seconda che spazzola la riga centrale. Incredulo, dice una parola che in fascia protetta si potrebbe tradurre con “perbacco”. Ma è solo questione di tempo, di un paio di game per la precisione, e con una deliziosa risposta slice sul 15-30 a cui ne fa seguire una a tutto braccio Alcaraz pareggia il conto dei set.
Inerzia girata, anche se J-L non pare d’accordo dal momento che si guadagna subito il 15-40; buon per il teenager che l’altro non metta in campo le risposte giustamente aggressive sulle due seconde. Un fuoco di paglia di quello che ha già dato tutto? Niente affatto, perché Struff, mai davvero calato sotto la soglia del pericolo, tira fuori un gran settimo game tra due turni di servizio immacolati (12 punti a 1). Va via liscio anche il turno della verità, con una seconda parte di set in cui non può non esserci stata una certa complicità di Alcaraz.
Perle sparse nel secondo gioco della quarta partita da parte di entrambi, con menzione speciale per il dritto vincente in cross di Carlitos giocato di polso in corsa, tanto c’è la mazzata esterna tedesca a evitare lo scippo. La fase centrale del set registra tre ace consecutivi di Alcaraz per risalire dallo 0-30 e al gioco successivo la stanchezza di Jan-Lennard che tuttavia da sinistra si salva due volte con merito e una terza con il contributo di una rispostaccia sulla seconda. Giusto il finale al tie-break, che ha un po’ il sapore dell’ultima spiaggia per il 193 cm con il cappellino al contrario, sebbene sia probabilmente da metà secondo set che nell’angolo spagnolo qualcuno potrebbe pensare, “ok, adesso è finito”). Struff parte all’attacco sulla risposta, ma Carlitos evita lo 0-3 chiudendo con il passante di rovescio a una mano lo scambio del giorno. È il punto che gli vale il set, perché due ace e una risposta pesante lo proiettano avanti finché pianta il vincente per il 7-3.
Non ci sono in palio punti validi per il ranking ma, come sospettavamo dal momento che a SW19 sono venuti a giocare tutti quelli che potevano, i due contendenti neanche accennano a tirare il fiato e continuano a disseminare lo scorecard di tommasiani circoletti rossi. Sul 3 pari, un dritto comodo affossato e un rovescio senza gambe costringono Struff a fronteggiare una palla break. Con la seconda battuta. Kickone esterno seguito a rete che forza l’errore avversario, così, come se nulla fosse. Non ce la fa invece sul 4 pari, stavolta evidentemente in affanno, e Carlos pesta forte sulla seconda ora non così incisiva: è la seconda palla break convertita su 14. Struff non si arrende, ma sullo 0-15 Alcaraz gioca un punto devastante dei suoi e vola 40-15. L’altro gli annulla il primo match point tirando fuori energie da un insospettato cilindro, ma lui, Carlitos, non riuscendo a piazzare l’ace numero 31, sguaina una seconda possente che mette fine alla contesa dopo 4 ore e 10 minuti. In attesa di Fognini-Griekspoor.