TENNIS US OPEN – Sette vittorie per tre sconfitte, come volevasi dimostrare ma…L’en plein dei 4 Fognini, Lorenzi, Seppi e Bolelli. Oggi giocano solo Vinci e Errani. Schiavone e lo stress anagrafico di Martina Navratilova
Avevo scritto in sede di presentazione che avrei firmato per il pareggio, ma avevo pronosticato un 7-3 a fine primo turno. Il 7-3 l’ho preso in pieno e se a scuola dicevano per la “commutativa” che “cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”, non userò questo stratagemma per dire che ci ho preso… perché pur azzeccando il 7-3 in realtà di pronostici ne ho sbagliati diversi. Ma quattro uomini su quattro al secondo turno è un discreto enplein. Non un record di cui andare troppo fieri, per carità, sempre di approdo al secondo turno si parla, però a memoria io non mi ricordo che fosse già successo. E non ho il tempo per condurre la ricerca. Un lettore che la faccia c’è?
Quello che importa, però, è che 7 italiani su 10 siano approdati al secondo turno. Beh, è andata meglio che un anno fa, quando al secondo turno arrivarono soltanto cinque italiani sugli undici di partenza (Giorgi, Knapp, Vinci, Pennetta e Seppi), e meglio che due anni fa quando gli italiani al secondo turno (su 10 all’avvio) furono 4, Cipolla, Fognini, Vinci ed Errani.
Oggi infatti il bilancio è – ribadisco – 7-3. E se teoricamente anche la Knapp non aveva un ostacolo insormontabile nella Pironkova, c’è rimpianto da parte mia soprattutto per la prematura dipartita di Camila Giorgi che io credevo in grado di compiere anche qualche grande exploit.
Se Darren Cahill riteneva addirittura che potesse essere l’outsider-rivelazione del torneo, io pensavo che potesse essere l’italiana con più chances di fare strada, viste le condizioni di forma non esaltanti di Flavia, Sara e Roberta.
Ciò anche se avevo scritto che a) con lei non si può mai stare tranquilli, b) nel bene e nel male Camila è capace di tutto, c) anche di buttar via partite come ha fatto con la Rodionova che mi aspetto sarà tranquillamente ridimensionata da Sara Errani già stasera (ultimo match del pomeriggio americano sul campo n.1; Roberta Vinci apre alle 17 italiane sul campo n.7, oggi giocano solo loro due…il che mi preoccupa non poco perchè significa che domani giovedì giocheranno tutti gli altri cinque italiani, di cui 4 maschi sulla distanza dei tre set su cinque, e sarà dura riuscire a vederli per più di un set e intervistarli tutti).
Le partite che avevo giudicato più difficili da vincere, quelle di Bolelli con Pospisil, di Pennetta con Georges, di Seppi con Stakhovsky, di Errani con Flipkens, sono state vinte, anzi, con discreto agio. Bolelli ha perso due set ed ha vinto in cinque ed è stato quindi quello più a rischio fra i vincitori, ma giocava anche contro il più forte. Flavia ha ceduto un set alla Goerges dal gran bel dritto ma dal debolissimo rovescio, però nel terzo non ha corso nessun pericolo. Sempre avanti per distacco. Ha quasi rischiato più Sara l’altra sera perchè se perdeva il secondo set con la Flipkens, che è giocatrice di livello (n.13 un anno fa), non so come sarebbe potuta finire al terzo.
Dopo aver visto Fognini perdere lo scorso anno una partita inguardabile contro Ram (che non aveva mai vinto un match in 6 comparse nel tabellone dell’US Open) in meno di un’ora e mezzo, – quando io inseguii a lungo all’uscita dal campo Josip Perlas che era furibondo con Fabio e non volle parlare …scuoteva solo la testa come incredulo (tutta la famiglia Fognini era venuta a New York…stavolta papà Fulvio ha referito restare a casa…) – mi ha fatto piacere sia vederlo giocare con buona autorevolezza contro Golubev, sia vederlo vincere in 3 set. Non è mai semplice. Mi ha fatto piacere anche, aggiungo, vederlo bello tranquillo nella conferenza stampa post match, e non solo perché ha ripreso a rispondere anche alle mie domande, come potete verificare dall’audio inserito a corredo della cronaca del suo match, realizzata da Alberto Prestileo.
Ultima italiana in gara per il primo turno è stata Francesca Schiavone, purtroppo battuta dalla King al terzo set. Due anni fa non ci sarebbe stata storia.
Francesca gioca ancora un bel tennis, ma purtroppo soltanto a sprazzi. Ha troppi vuoti. E non se li può permettere. Ha perso un tantino in velocità e in profondità di palla, ma fa ancora colpi straordinari. A rete ha fatto una volee con la palla che ha riscavalcato la rete ed è tornata dalla sua parte che davvero è apparsa miracolosa. Però le manca la continuità e soprattutto secondo me le manca anche un tantino di fiducia, perchè spesso adesso finisce per perdere i punti importanti.
Se giocasse male uno direbbe che ormai è arrivato il tempo per ritirarsi. Ma vedendola giocare a tratti meglio di certe avversarie, Vania King compresa, io capisco che Francesca non voglia arrendersi nemmeno all’evidenza di troppi risultati negativi. Continua a ripetere e ripetersi che la fiducia verrà con i risultati. Ma è un po’ come il cane che si morde la coda. Ha perso sei volte al primo turno negli ultimi sei Slam. Difficile credere che sia un caso. Peraltro anche King non aveva un record molto migliore: era uscita al primo turno degli Slam sei volte delle ultime sette.
L’avevo incrociata casualmente quando uscivo dall’intervista con la Pennetta e l’ho vista, mentre stava dirigendosi al campo n.11 tesa come una corda di violino. Davvero troppo. Forse questo è il suo problema.
Non gioca più tranquilla. E mi ricordo quando Martina Navratilova raccontava che non era vero che con l’esperienza una tennista imparava a gestire meglio le emozioni: “Più temi di poter essere o apparire inadeguata e più ti carichi di tensioni quasi insopportabili. Da ragazzi si è più incoscienti, si ha più coraggio, si osa di più e in fondo si soffre meno quando si perde”.
Credo che Francesca oggi la pensi come Martina allora.
Mi fa particolarmente piacere che finalmente Paolo Lorenzi abbia passato un turno in uno Slam dopo 13 infruttuosi tentativi. Il giapponesino Nishioka – che si chiama Yoshihito e non Kei – è ancora troppo tenero. Lorenzi ha così guadagnato come minimo 60.420 dollari, il premio spettante a chi perde al secondo turno…”Ma io spero di arrivare al terzo -mi ha detto Paolo, un tipo di una simpatia e una semplicità unica…Lo adorerei anche se non tifasse Fiorentina! – Ci ho già perso due volte con Gasquet, a Roma e Miami, ci siamo incontrati e ne abbiamo parlato anche negli spogliatoi, speriamo che questa non sia la terza…”. Insomma battere Gasquet non è come battere Nishioka. Vedremo. I suoi “giustizieri” erano stati Marcos Baghdatis, Andreas Beck, Albert Montanes, Novak Djokovic, Nicolas Almagro, Nicolas Mahut, di nuovo Djokovic, Kevin Anderson, Tobias Kamke, Kenny De Schepper, Tomas Berdych, Roberto Bautista Agut e Roger Federer. Il record negativo di sconfitte consecutive al primo turno apparterrà di sicuor ancora per un po’ allo spagnolo Josè Altur: 18! Lorenzi non potrà più insidiarlo, e credo ne sia parecchio sollevato, anche se con 4 primi turni l’anno ormai si mette in cassaforte circa 120.000 dollari. Però il solo secondo turno all’US Open vale 60.420. Non male vero?
Quanti dei 7 italiani superstiti vedo in grado di approdare al terzo turno?
Quattro e mezzo. Fognini n.15 (con Mannarino n.89), Vinci n.30 con Begu n.61, Errani n.14 con Rodionova 221, Pennetta n.12 con Rogers n.86 (con un mini-dubbio in più perché la Rogers vale più della sua classifica). Il mezzo appartiene a… Seppi (n.49) perchè Kyrgios n.60 è comunque ancora giovincello e un tantino discontinuo. Con Youzhny è riuscito a innervosirsi pur essendo stato quasi sempre in vantaggio. Francamente mi stupirei se Bolelli battesse Robredo, un trentaduenne che non molla – chiedere a Roger Federer cosa accadde lo scorso anno qui: Roger aveva vinto 10 volte di fila e perse tre set a zero; Robredo è uno che non ti regala mai nulla – ma se ascoltate l’audio che ho realizzato con Corrado Tschabushnig forse non tutte le speranze sono perdute. Il suo manager mi faceva notare che Simone ora non tira sempre a tutta randa, ma a volte rallenta, lifta per spingere l’avversario lontano e per venire a rete: “E’ come quando si serve: se serve con tutta la forza e piatto non ce la fai ad arrivare a rete. Se invece gioca un kick hai il tempo per arrivarci (esempio il miglior Edberg…n.di UBS)…e ora Simone con il rovescio gioca molti slice quando gli avversari hanno impugnature molto coperte, come il Pospisil con il dritto, e magari se gli capita una palla a tre quarti campo invece di cercare subito il vincente ora preferisce tirare un bel colpo lungo e poi seguire a rete dopo, contro Pospisil ha fatto diversi punti così. Se si fa irretire nello scambio con Robredo perde…quindi lui lo sa”.
Ma insomma non riesco, pur con tutte queste considerazioni, a non ritenere favorito Robredo.
Così come Gasquet con Lorenzi, e Dio sa quanto mi dispiace, vincerà all’85 per cento. Per rifarmi al precedente pronostico anteprima turno, firmerei il 4-3 – mi fa tanto Italia-Germania 1970 – ma non dispero di conquistare il 5-2.
Della quindicenne Cici Catherine Cartan Bellis, 15 anni (classe 1999!)m, vittoriosa sulla Cibulkova testa di serie n.12 e finalista all’Australian Open, scrivo a lungo a parte, ma consiglio di leggersi il transcript della sua intervista nonché di ascoltare l’audio che ho realizzato con il padre Gordon e che forse troverete nella home inglese. Vi dico solo che ha rinunciato ai 60.000 dollari del secondo turno perché vuole potersi tenere l’opzione di iscriversi alla università e fare attività sportiva da “dilettante”.
E’ stato a mio avviso il fatto della giornata in cui tutti gli altri favoriti hanno vinto, anche se la Azarenka ha sofferto un po’ con la giapponese Doi, se Ferrer ha perso un set con Dzumhur. Se non avesse vinto la Bellis avrei fatto il mio secondo articolo della giornata sul croato Coric che ha strapazzato Rosol 6-4,6-1,6-2. Risultati che mettono sempre più pressione su tutti i nostri juniors, Quinzi compreso (alle prese con una ciste che lo ha fermato ancora….come se non fosse stato fermo abbastanza!).
Mi scusate se mi fermo qui? (devo ancora scrivere il pezzo sulla Bellis e sono qui da 12 ore…).