Sabato sera alle ore 18 locali (poco dopo la mezzanotte in Italia), dopo lo svolgimento delle semifinali dell’ATP 250 Infosys Hall of Fame Open, a Newport avrà luogo l’annuale cerimonia di introduzione alla International Tennis Hall of Fame, che ha proprio sede nella elegante località balneare del Rhode Island.
Quest’anno sarà l’australiano Lleyton Hewitt a vedere il proprio nome introdotto nella lista degli immortali del tennis. Nato nel 1981 ad Adelaide (Australia Meridionale), Hewitt si è rivelato nel torneo di casa arrivando in finale all’età di poco più di 16 anni, continuando poi la sua scalata alle classifiche mondiali fino a raggiungere la vetta del ranking ATP a soli 20 anni e 8 mesi, il più giovane di sempre. In carriera ha vinto 30 tornei del circuito professionistico, tra cui due tornei del Grande Slam (lo US Open 2001 e Wimbledon 2002) e due ATP Finals (2001 e 2002).
La sua introduzione nella Hall of Fame sarebbe dovuta avvenire lo scorso anno, tuttavia la cerimonia venne annullata a causa delle restrizioni legate alla pandemia di COVID-19, quindi l’australiano avrà il suo momento di gloria sullo storico campo di Newport questo fine settimana.
Ogni anno i candidati all’introduzione nella Hall of Fame vengono decisi da un apposito comitato che dopo essere stato presieduto per tanti anni dall’ex giocatore Stan Smith è ora diretto da Katrina Adams, ex giocatrice e presidente della USTA. Di questo comitato fanno parte tanti ex giocatori tra cui Martina Navratilova, Frew Mc Millan, Mark Woodforde, Jan Kodes, Helena Sukova, Barbara Schett, Pam Shriver e Nicolas Pereira. Sono inclusi anche alcuni giornalisti come il decano britannico Richard Evans, la pluripremiata Mary Carillo e il direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta.
Quest’anno è stato determinato che non sarebbero stati introdotti nuovi membri nella Hall of Fame, per cui i candidati scelti per la votazione 2022, tra cui c’erano anche Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero e la nostra Flavia Pennetta, rimarranno eleggibili per un possibile ingresso nel 2023.