L’edizione del torneo di Wimbledon 2022 fa già parte degli annali, non si placano però gli strascichi riguardo l’esclusione dei tennisti russi e bielorussi, decisione sostenuta anche dal governo britannico.
A ritornare sull’argomento è Andrey Rublev, uno dei grandi assenti quest’anno ed impegnato in questi giorni sulla terra rossa di Amburgo. Il russo è tra quei tennisti russi e bielorussi a non aver ancora metabolizzato l’esclusione e teme che il ban possa continuare negli anni a venire ed a venire applicato ad altri sport e competizioni.
Cercando di ricostruire il suo percorso, Andrey fu tra i primi sportivi a condannare la guerra in Ucraina, proprio agli inizi del conflitto stesso, quando, vincendo il torneo di Dubai, aveva scritto sulla telecamera “No war please”.
Qualche tempo dopo aveva espresso il proprio parere sulla decisione di Wimbledon, mantenendo la situazione sul lato sportivo. Queste dichiarazioni vennero subito riprese da Dolgopolov che invece criticò aspramente Rublev, accusandolo di non riconoscere la tragedia umanitaria.
In una recente intervista rilasciata al blogger russo Vitya Kravchenko su YouTube, Rublev ha rivelato alcune proposte fatte all’AELTC per cercare, se non di evitare il ban, almeno di usare il palcoscenico di Wimbledon per lanciare un ulteriore messaggio di condanna e biasimo, verso quello che sta tuttora succedendo in Ucraina. “Abbiamo proposto di giocare in doppio, anche misto, con tennisti ucraini e di rinunciare naturalmente a tutti i premi, anche economici. Io sono un giocatore di tennis ed a Wimbledon mi sarebbe piaciuto portare un messaggio di pace e dire che la guerra non ha potere sullo sport. Noi professionisti abbiamo una posizione privilegiata ed è giusto sfruttarla in questo modo”.
Il russo ha poi continuato: “Abbiamo ricevuto sempre la solita risposta negativa, è stato davvero frustrante. Hanno detto che il governo russo avrebbe usato i nostri successi per fare propaganda politica e che non era accettabile”.
Da qui, la rivelazione: “Ho anche pensato di cambiare nazionalità. Credo che Wimbledon lo avrebbe accettato. Se questa situazione dovesse proseguire, potrei non avere scelta, è un’opzione che tengo in considerazione perché non voglio rinunciare alla mia carriera”.
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