Berrettini, ritorno con il cuore «Ora so davvero quanto valgo» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Non si dovrebbe tornare dove si è stati bene. Ma è giusto che fosse uno dei posti del cuore ad accogliere la nuova ripartenza di Berrettini dopo la positività al Covid che lo ha privato di Wimbledon: tra le splendide montagne di Gstaad, Matteo vinse infatti il suo primo torneo nel 2018. «Ho dei bei ricordi qui, come può essere bello il primo titolo. Mi piacciono molto queste condizioni, anche se venivo dall’erba e questo è l’esatto contrario, mi piace quando la palla salta in questo modo. Penso che si adatti al mio gioco e al mio servizio. Inoltre ho molte persone che vengono a sostenermi. Ho avvertito la passione di molti italiani, quindi sono davvero felice di essere qui e mi sto divertendo. Tornando a Gstaad, ho pensato tanto a quella vittoria: sono passati quattro anni che sembrano 25. Sono una persona diversa adesso, non dico migliore o peggiore, ma sicuramente evoluta. Io sto bene e ho voglia di vincere tante partite». Adesso Berrettini è un campione a tutto tondo, un solido Slam contender, come direbbero gli anglosassoni, frenato qualche volta solo dalle fragilità fisiche ma pienamente consapevole del suo valore e capace di estrarre il meglio nei momenti decisivi dei match. La seconda sfida in carriera con Gasquet ne è la dimostrazione plastica: il dritto sale di giri sul 4-4 del primo set e un meraviglioso sventaglio garantisce all’allievo di Santopadre il break dell’allungo decisivo; poi, nel secondo parziale, appoggiato a un servizio che gli regala il 79% di punti con la prima, Matteo può mettere pressione al francese nei game di risposta, fino al break spaccapartita del settimo game: «Ho tanta motivazione e rabbia agonistica per quello che mi è stato un po’ tolto in questa stagione. L’anno è ancora lungo, giocare le Finals a Torino rimane un obiettivo per tantissimi motivi. Mi sento di appartenere a quel livello e voglio fare il meglio per arrivarci». Sulla terra, non giocava un match da febbraio, e la scelta di affrontare due appuntamenti sul rosso (dopo Gstaad sarà a Kitzbuehel) era stata ispirata proprio dalla volontà di non perdere il feeling con la superficie. Inoltre, le due località sono in altura e dunque la sua palla corre più veloce: insomma, è chiaro che Berretto in queste due settimane è a caccia di una doppietta che lo rilancerebbe in classifica e fornirebbe benzina alla corsa nella Race, che lo vede al 12′ posto ma a soli 670 punti dall’ottavo di Auger-Aliassime. Oggi affronta da favorito lo spagnolo Martinez, poi potrebbe incrociare il redivivo Thiem prima della probabile finale con Ruud.
Berrettini torna in stile bum bum (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Ben fatto, Berrettini. Riprendere da dove si era interrotto un discorso è il modo migliore per portarlo a termine. O almeno per provarci. Starà poi al campo e a Pedro Martinez, suo avversario oggi nei quarti di Gstaad, in Svizzera, il compito di valutare le argomentazioni dell’azzurro, testa di serie n. 2 del tabellone. Tornato in campo a un mese di distanza dal successo del Queen’s, Berrettini ha trovato terra battuta e montagne semi innevate a far da sfondo al match giocato e vinto contro Richard Gasquet (6-4 6-4). Trenta giorni senza tennis non sono pochi, ma stavolta a differenza dello stop per l’operazione alla mano, più dei dubbi era la curiosità ad accompagnare il suo rientro in campo. Condizioni, superficie, confidenza: tutto da ricalibrare, e per di più contro un avversario già rodato. Sarà stata una coincidenza, ma non è passato inosservato il fatto che, come accaduto a Stoccarda – torneo da lui vinto nel 2019 e bissato più di un mese fa – Berrettini abbia ancora una volta eletto un suo luogo felice a sede del rientro. A Gstaad infatti il n.15 del mondo vinse il suo primo torneo sul circuito nel 2018 «Mi piacciono queste condizioni e ricordo quando qui vinsi il mio primo titolo», ha ricordato l’azzurro a fine match. Consapevole quindi delle incognite che avrebbe dovuto affrontare, Berrettini ha giocato un match tanto solido nei colpi (80% di punti sulla prima di servizio) quanto maturo nella testa. Senza strafare, deciso semmai a riconnettersi col suo gioco là dove questo dava (e continua a dargli) maggiori garanzie: «E’ sempre rischioso giocare dopo tanto tempo, le cose non possano andare subito al meglio – ha poi sottolineato il romano – lui colpiva bene, io mi sono concentrato sul mio servizio e ho cercato di essere pronto quando i punti contavano».
Berrettini fa i conti con un po’ di ruggine (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Ha attinto informazioni giuste dal suo “database” – come lo aveva definito lui stesso – per bagnare con un successo il rientro nel circuito. Matteo Berrettini, n.14 del ranking mondiale, costretto a saltare Wimbledon per la positività al Cavid-19, ha esordito in modo positivo, direttamente al 2° turno in quanto seconda testa di serie, nello “Swiss Open Gstaad, torneo ATP 250: sul campo dove ha conquistato il suo primo titolo ATP nell’estate 2018, trentadue giorni dopo aver alzato al cielo il secondo trofeo consecutivo al Queen’s, il 26enne romano ha superato 6-4 6-4, in un’ora e mezza di gioco, il veterano francese Richard Gasquet, n.64 ATP. Sulle Alpi elvetiche ci ha messo un po’ l’azzurro per togliersi di dosso l’inevitabile ruggine e ritrovare certi meccanismi, comunque è stato solido, in particolare al servizio, uno dei punti di forza del suo tennis: 7 ace contro 3 doppi falli, ma soprattutto il 61%di prime con cui ha ottenuto il 79% dei punti, ma anche un 60% di punti vinti con la seconda, e solo due palle-break concesse e annullate. Nel primo set, Berrettini con un diritto vincente nel nono game ha ottenuto il break alla terza palla utile. E nel gioco successivo, salvata una chance per il contro-break al 36enne di Beziers, ha incamerato la frazione grazie ad una prima di servizio robusta. Nel secondo set Gasquet ha fronteggiato tre palle-break già nel terzo game, impresa che non gli è invece riuscita nel settimo. Il giocatore allenato da Vincenzo Santopadre ha confermato il vantaggio (5-3) dopo aver cancellato una palla per il contro-break, per poi chiudere il discorso al terzo match-point. […]
Troppa Garcia per Cocciaretto (Paolo Vannini, Corriere dello Sport)
Gli applausi del centrale di Palermo possono solo confortare Elisabetta Cocciaretto, cui non è bastata una gran partita per avere ragione di Caroline Garcia, numero 48 delle classifiche ma ex numero 4 (nel 2018), che ha dovuto elevare di parecchio il suo livello di gioco per riprendersi dal clamoroso 0-6 subito nel primo set contro una scatenata marchigiana. Nonostante la fasciatura alla coscia infortunata, la Cocciaretto infatti era partita fortissimo, una prosecuzione naturale del ritmo spaventoso tenuto nel 1° turno con la Errani: errori limitati al minimo, un tennis di pressione che rendeva inquieta la francese. Su ogni palla lottata la spuntava Elisabetta. Per la Garcia era necessario cambiare marcia, cosa che avveniva puntualmente ad inizio 2° set. E’ stata la seconda vittoria consecutiva in rimonta di Caroline, testimonianza di quanto tenga a questo torneo dopo aver raggiunto la semifinale a Losanna e gli ottavi a Wimbledon. La Garcia è cresciuta soprattutto in efficacia e profondità del servizio e nei momenti decisivi ha tirato fuori lampi di classe, con un paio di fenomenali lungolinea di rovescio. E’ volata 4-1 e non ha più concesso nulla. Ma Elisabetta non ha mollato di un centimetro ed il terzo set è diventata una stupenda battaglia nella quale a lungo i punti conquistati sono stati più degli errori dell’avversaria, almeno fino ai game finali, quando il peso della posta in palio si è fatto sentire. Soprattutto sulle spalle della più giovane. Un solo break infatti è risultato decisivo per determinare il risultato, quello che la francese ha strappato sul 4 pari. Il game conclusivo ha offerto un’altra occasione all’azzurra, che sul 30 pari aveva condotto splendidamente lo scambio ma non ha sfruttato il campo rimasto libero permettendo alla Garcia di recuperare e di giocare un altro perentorio rovescio sulla linea. Un vero peccato, perché i quarti erano alla portata e Cocciaretto ha confermato di stare vivendo un periodo di crescita. All’uscita, pur quasi in lacrime, Betta ha risposto col gesto del cuore agli incitamenti del pubblico del Country.