243 – La posizione in classifica di Lorenzo Musetti a metà settembre del 2020, quando ha iniziato a farsi conoscere al grande pubblico arrivando agli ottavi di finale agli Internazionali d’Italia. Prima di quel Masters 1000 romano il tennista azzurro – che solo nel marzo precedente era divenuto maggiorenne – aveva giocato appena una partita nel circuito maggiore e a livello Challenger aveva raggiunto appena due semifinali (una da 17enne a Milano, nel giugno 2019, l’altra nell’agosto di due anni fa, quando a Trieste perse in tre set da Alcaraz). Non solo: prima di Roma 2020 Lorenzo non aveva mai superato un tennista nella top 100, raccogliendo un solo set nelle sei occasioni in cui li aveva incontrati. Sostanzialmente all’improvviso sul centrale del Foro Italico poco meno di due anni fa arriva dunque l’esplosione di Musetti contro due ex top five acciaccati ma pur sempre con una buonissima classifica come Wawrinka e Nishikori (lo svizzero era 17 ATP, il giapponese 35). Queste due vittorie infondono quella fiducia che poi porta Musetti entro fine 2020 a raggiungere la prima semifinale ATP nel 250 giocato a Santa Margherita di Pula, a vincere il primo Challenger e a sconfiggere altri cinque avversari nella top 100.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Lorenzo Musetti al microscopio
La sua scalata in classifica è stata molto rallentata dalla modifica del regolamento del ranking Atp adottato a seguito della pandemia da Covid 19 che consentiva ai tennisti di conservare a lungo buona parte dei punti contenuti nel 2019, penalizzando i giovani emergenti come lui. Nella Race virtuale Musetti chiude il 2020 al 61° posto, ma in quella ufficiale è in realtà “solo”128°. Per entrare davvero tra i primi 100 Lorenzo deve aspettare il marzo dello scorso anno quando ad Acapulco raggiunge quella che ancora oggi è la sua unica semifinale lontano dalla terra: per riuscirci supera Tiafoe, Schwartzman (primo top ten sconfitto in carriera) e Dimitrov. Dopo quel momento Lorenzo non esce più dalla top 100, iniziando una lenta salita caratterizzata da due facce d’una stessa medaglia fatta di talento traboccante: da una parte un rendimento ottimo sulla terra battuta, dall’altra pochissime soddisfazioni raccolte lontano dall’amato rosso. A tal proposito un dato spiega bene le difficoltà al momento non ancora risolte da Lorenzo: dopo il fortunato ATP 500 messicano, ha giocato 16 tornei non disputati sul rosso (raggiungendo i quarti soltanto a Rotterdam e Pune) e non ha raccolto nessuno dei dieci set giocati complessivamente nelle quattro partite sin qui disputate sull’erba. Il rendimento basso per questi livelli è testimoniato dal dato che fuori dalla terra rossa, dopo Acapulco 2021, ha sconfitto colleghi nella top 50 solo due delle sedici volte che li ha affrontati. Considerando che una delle due è arrivata nel 2021 contro un Paire già in disarmo a Miami, anche per questo è ancora più sorprendente il successo ottenuto dal carrarese su Hurkacz all’ABN Amro Open lo scorso febbraio.
Sicuramente ci sono amplissimi margini di miglioramento per un ragazzo nemmeno ventunenne che, oltre a indubbio talento, ha voglia di imparare e di migliorarsi non usando scorciatoie per migliorare il proprio ranking, come dimostra la scelta compiuta questo inverno di non andare a giocare sulla terra rossa sudamericana, ma piuttosto sul duro, per fare esperienza e capire su cosa intervenire nel proprio tennis, imparando anche da sconfitte contro avversari mediocri. Proprio da quanto saprà modificare tecnicamente e tatticamente il suo tennis dipende molto della sua carriera: non siamo più negli anni ’90 quando specialisti quasi esclusivi del rosso come Alberto Berasategui (salito sino al 7) e Felix Mantilla (best ranking 10 ATP) arrivarono nella top ten raccogliendo quasi esclusivamente punti sulla loro superficie preferita. Forse l’ultimo caso in ordine temporale di tennista capace di raggiungere un’ottima classifica puntando tutto sul rosso è quello di Mariano Puerta. Il mancino di Cordoba, coinvolto in un caso di doping in concomitanza col raggiungimento della finale persa al Roland Garros nel 2005 contro Rafa Nadal, fu capace di raggiungere altre nove finali in carriera (ovviamente tutte sul mattone tritato) e di arrivare solo in un caso in semifinale lontano dalla terra battuta. Ad ogni modo anche i tre tennisti citati restarono per poco in top ten: Berasategui ci riuscì per 41 settimane, Mantilla per una sola, Puerta per 15. Con il susseguirsi delle riforme del calendario ATP lo spazio e il peso nella classifica per la terra battuta è divenuto via via minore e venendo ai giorni nostri Casper Ruud – esploso vincendo i primi cinque tornei della sua carriera sulla terra rossa e raggiungendo su questa superficie le prime dodici semifinali della carriera – per arrivare stabilmente nella top ten ha vinto sul cemento di San Diego, ha raggiunto le semi alle ATP Finals di Torino e conquistato l’ultimo atto al Masters 1000 di Miami.
Nome giocatore | Vs top 10 | Vs 11-20 | Vs 21-50 | Titoli/ finali | Bilancio Totale su terra | Bilancio Totale su altre superfici |
Musetti | 2-4 | 4-3 | 10-2 | 1/0 | 29-16 (64,5%) | 13-22 (37.1%) |
Rublev | 3-3 | 4-2 | 9-7 | 2/1 | 33-13(71.7%) | 73-26 (73.7%) |
Auger Aliassime | 1-4 | 2-1 | 5-4 | 0/0 | 16-16 (50%) | 58-32 (64.4%) |
Sinner | 4-9 | 2-0 | 7-1 | 0/0 | 27-12 (69.2%) | 66-23 (74.2%) |
Hurkacz | 0-2 | 1-1 | 5-5 | 0/0 | 12-10 (54.5%) | 57-30 (65.5%) |
Fritz | 0-1 | 0-1 | 3-5 | 0/0 | 11-11 (50.0%) | 54-29 (65.1%) |
Norrie | 1-4 | 1-0 | 9-6 | 1/2 | 25-11 (69.4%) | 62-34 (64.6%) |
Berrettini | 0-4 | 0-0 | 7-2 | 1/2 | 21-8 (72.4%) | 44-14 (75.9%) |
Schwartzman | 3-6 | 1-4 | 10-6 | 1/3 | 40-19 (67.8%) | 36-26 (58.1%) |
Cilic | 2-5 | 2-2 | 2-3 | 0/0 | 16-12 (57.1%) | 42-30 (58.3%) |
Opelka | 0-3 | 0-0 | 2-1 | 1/0 | 12-10 (54.5%) | 31-29 (51.7%) |
Dimitrov | 1-5 | 3- 2 | 4-2 | 0/0 | 19-12 (61.3%) | 32-23 (58.2%) |
Monfils | 0-1 | 0-0 | 1-2 | 0/0 | 3-8 (27.3%) | 27-19 (58.7%) |
Bautista Agut | 0-2 | 0-3 | 5-2 | 0/0 | 12-12 (50%) | 44-2 (62%) |
Shapovalov | 1-2 | 0-2 | 7-4 | 0/1 | 16-12 (57-1%) | 39-31 (55.7%) |
Carreno Busta | 3-5 | 2-1 | 11-6 | 0/2 | 32-15 (68.1%) | 36-25 (59.0%) |
Khachanov | 0-5 | 3-2 | 2-6 | 0/0 | 18-16 (52.9%) | 48-32 (60%) |
Cerundolo | 2-1 | 1-3 | 5-2 | 1/1 | 19-14 (57.6%) | 6-6 (50%) |
Isner | 1-3 | 1-2 | 5-0 | 0/1 | 13-7 (65.0%) | 28-20 (58.3%) |
Queste valutazioni sono figlie di una convinzione supportata dai numeri che abbiamo raccolto nella nostra tabella: Musetti è già adesso tra i primi 15 giocatori più forti sulla terra battuta, ma per continuare a migliorare la sua classifica e, soprattutto, renderla stabile nelle fasce più nobili, deve lavorare tanto per cancellare quel mediocre 37,1 % di vittorie che leggiamo essere il suo attuale score nel circuito maggiore fuori dal rosso. Certamente lo aiuterà la nuova classifica guadagnata con la straordinaria cavalcata compiuta ad Amburgo, che gli consentirà nei prossimi mesi nei primi turni dei tornei di affrontare molte volte avversari fuori dalla top 50 del ranking. Tuttavia il suo attuale score (22 W- 17 L) quando li ha affrontati mostra come l’aiuto della nuova classifica da solo non sia sufficiente per progressi significativi. Tornando ai dati contenuti nella nostra tabella, abbiamo raccolto i risultati ottenuti dagli Internazionali d’Italia 2020 ad oggi da Musetti e dai tennisti posizionati questa settimana tra l’8° e la 25° posizione del ranking (non avrebbe avuto senso al momento confrontare i primi 7 con il toscano, questa settimana 31 ATP). Dando un’occhiata alle statistiche presenti nella tabella si evince come Lorenzo possa giocarsela quasi con chiunque sul rosso: da settembre di due anni fa ad oggi ha perso sedici partite nel circuito maggiore e di queste ben sette sono state contro top 20 (incluse quindi quelle arrivate dopo essere stato in vantaggio di due set su campioni assoluti come Djokovic e Tsitsipas).
Ogni tennista ha la sua bestia nera e Lorenzo l’ha trovata senza dubbio in Laslo Djere, che l’ha sconfitto in tutte e quattro le circostanze in cui l’ha affrontato sul rosso. Anche altre statistiche testimoniano come Lorenzo sia attualmente tra i migliori specialisti della terra battuta, a partire dal numero di volte, ben 6, in cui ha sconfitto top 20: solo Rublev ha fatto meglio. Tra tutti i tennisti da noi approfonditi appena Sinner ha lo stesso numero di successi, ma va detto anche che Jannik li ha ottenuti con un numero maggiore di tentativi (ha perso nove volte quando li ha incontrati). Inoltre la percentuale di vittorie rispetto agli incontri disputati – del 64.5% per Lorenzo- viene superata da Rublev, Sinner, Norrie, Berrettini (che però non vanta nessun successo nelle sei circostanze nelle quali ha affrontato un top 20), Schwartzman e Carreno Busta. Probabile tra l’altro che Lorenzo, avendo una classifica simile a quella dei giocatori appena citati, avrebbe fatto ancora meglio nel bilancio totale, giocando più partite facili nei primi turni. Si può essere insomma ottimisti sul futuro ad alti livelli di Lorenzo, pur non nascondendo che la strada da compiere lontano dalla terra rossa sia per lui ancora lunga e tortuosa.