La testa di serie n.1 Andrey Rublev svolge in pieno il suo dovere, evitando al torneo di perdere tutti i primi tre favoriti (dopo Hurkacz e Fritz), mostrandosi in buona forma per questo swing sul cemento. 6-4 7(10)-6 lo score dei due buoni set messi in mostra per battere un discreto Maxime Cressy, che paga la bassa percentuale di prime, l’unico vero solco che avrebbe potuto scavare per avere la meglio, dato che da fondo solo qualche errore del russo gli ha regalato qualche scambio. Rimandato dunque il quinto quarto di finale dell’anno per il n.32 al mondo, nonché primo della carriera a livello 500, che si arrende però contro quello che è “l’uomo dei 500”, dato che per Rublev si tratta del diciottesimo approdo tra i primi 8 a questo livello (tra tutte le superfici) e il terzo dell’anno dopo Rotterdam e Dubai, dove rispettivamente fece semifinale e vinse il titolo.
IL MATCH – Nel terzo game c’è il primo spartiacque della sfida, che porta a Rublev un importante break per indirizzare il primo set, causato in egual misura da una buona solidità sua in risposta e da una certa imprecisione di Cressy nel seguire la prima a rete, la sua arma principale e unica che può funzionare contro le badilate del russo. Il parziale prosegue senza scossoni sui binari dell’ordinarietà. Un po’ titubante al momento di chiudere il russo, che spreca (senza particolare merito di Cressy) tre set point, per poi far valere una prima pesante al quarto e portarsi in vantaggio. E proprio il 100% di conversione di Andrey, contro il 79 dell’americano, scolpisce la differenza e il vantaggio in suo favore.
Niente da segnalare nel secondo set, se non più coraggio da parte di Cressy, che attacca spesso la rete e quando può imposta un gioco offensivo anche sfruttando la risposta. Alla fine si giunge al tie-break, ovvia conclusione di un buon secondo set, a tratti anche bello da vedere, sicuramente grazie a un miglior livello mostrato dall’americano, che riesce a trovarsi anche in vantaggio 5-3 nel tie-break, ma un po’ di sfortuna e la racchetta al bacio di Rublev rimandano di là un punto perso e rimettono in piedi tutto per il russo, che da allora fa valere la maggiore esperienza e il saper gestire la tensione. Nel mezzo comunque un set point e due match point vengono annullati, grazie a un Cressy che proprio non vuole saperne di arrendersi, prima che il n.8 al mondo trovi la chiave per raggiungere il secondo quarto di finale in carriera a Washington (nel 2018 vinse contro Kudla), dove troverà JJ Wolf.
L’americano, che già a Miami aveva stupito sfiorando il colpaccio contro Tsitsipas, ha oggi saputo sfruttare al meglio (anche sospinto da un pubblico entusiasta e ben vispo per far sentire al massimo il proprio giocatore) il suo gioco spumeggiante per battere, in tre duri set, 7-5 4-6 6-3 Holger Rune. Il danese, che deve ancora trovare la sua strada dopo lo splendido cammino al Roland Garros, prosegue nella sua spirale negativa, e gli vanno addossate una buona parte di colpe in questa sconfitta oltre che di meriti a Wolf: molto nervoso, a più riprese si è lamentato con l’arbitro, e ciò lo ha portato a deconcentrarsi e ad essere troppo falloso, regalando un pesantissimo game fiume (l’ottavo del nono gioco) al suo avversario. Wolf, da parte sua, ne approfitta cinicamente, e chiude al terzo match point sul suo servizio, eliminando la seconda tds di fila dopo Shapovalov. Il n.99 al mondo dunque sfrutta in pieno la sua wild card, trovando il primo quarto della carriera a livello ATP, e in un 500 prestigioso come Washington.
Prosegue il cammino immacolato di Nick Kyrgios, che miete una vittima illustre in Reilly Opelka, n.4 del seeding e 2 d’America, per 7-6(1) 6-2. Il big server sta attraversando un periodo di netta crisi di risultati, e anche questo Citi Open non fa eccezione; ha resistito un set per poi malamente capitolare, dopo la sospensione della partita all’alba del secondo parziale, sotto le botte e l’ispirazione dell’australiano, in condizioni straripanti. La settimana prossima, tra l’altro, a Opelka scadranno anche i punti della finale della Rogers Cup dello scorso anno, e pensare che possa difenderli, alla luce delle recenti prestazioni, è impresa ardua. Tutta un’altra storia invece per Kyrgios, sempre più protagonista di questo 2022, che porta a casa il sesto quarto di finale dell’anno, e secondo della carriera a Washington dopo quello del 2019 vinto contro Gombos (torneo che ad oggi rimane l’ultimo vinto dall’attuale n.63 del mondo). Chiude con 5 punti persi con la prima e una sola palla break concessa, e tra l’altro annullata, mandando chiari segnali per questo sempre più vicino quarto di finale.
Avversario di Kyrgios, per la quarta partita di fila, sarà un giocatore americano, trattasi stavolta di Frances Tiafoe. La tds n.10, in una partita che è stata interrotta all’inizio del terzo set e ripresa oggi, ha battuto in rimonta Botic Van De Zandschulp, con il punteggio di 4-6 6-2 6-3, dimostrando ancora una volta quanta grinta e quanto cuore sappia mettere in campo. Non indifferente è stato di certo il sostegno del pubblico, sempre pesante e presente quando si tratta di sostenere i giocatori di casa, specie quando la partita si allunga. Chiude con 12 ace e 73% di conversione con la prima il n.27 del mondo, una prestazione solida e continua per raggiungere per la quarta volta in carriera i quarti di un ATP 500, l’unico dei quali vinto a Vienna lo scorso anno, che lo ha poi portato alla (tristemente per noi) famosa semifinale con Sinner.
Nell’ultimo ottavo di finale rimasto, è un altro americano a poter sorridere e vedere ancora in divenire il suo cammino in questo torneo di Washington. Sebastian Korda, che all’interruzione della partita ieri era sotto di un set, ha saputo rimontare alla grande Grigor Dimitrov, quinta forza del tabellone, vincendo 4-6 6-1 6-2. La partita sembrava essere saldamente in controllo per il bulgaro, che ha staccato improvvisamente la spina, come suo solito, permettendo a Korda di trovare il suo tennis migliore (nel quinto gioco del terzo, quello del doppio break, mette a segno tre risposte vincenti) e rientrare in pieno nella partita, lasciandogli addirittura solo 3 game su 12. E se il calo di Grigor è stato decisivo, nulla va tolto alla prestazione del giovane americano, che ha saputo gestire un set di svantaggio e la tensione al momento di chiudere, trovando anche sprazzi di gran tennis. Ai quarti di finale, che raggiunge per la terza volta quest’anno (l’ultima ad Estoril ad aprile) affronterà da favorito, nello spicchio delle chance, in cerca della prima semifinale della carriera in un 500 al secondo tentativo dopo Halle 2021, Mikael Ymer.