[6] F. Auger-Aliassime b. [9] C. Norrie 6-3 6-4 (da Montreal il nostro inviato)
Quando Tennis Canada nel 2003 si imbarcò in un programma a lungo termine per sviluppare il proprio settore di punta si era prefissa di arrivare ad avere un giocatore vincente alla Rogers Cup (il vecchio storico nome dell’Open del Canada) entro 10 anni. Nel 2013 Milos Raonic arrivò in finale dove perse contro Rafael Nadal, arrivando quindi a un solo passo da quel traguardo ambiziosissimo che era stato fissato 10 anni prima.
Sono passati quasi altri 10 anni da quella finale, nel frattempo c’è stata la spettacolare cavalcata di Shapovalov nel 2017 e la vittoria di Bianca Andreescu nel femminile nel 2019, ma probabilmente le chance di un giocatore canadese di trionfare nel torneo di casa non sono mai state così solide. Felix Auger-Aliassime ha sfoderato probabilmente una delle sue migliori prestazioni della stagione per sconfiggere in due set Cameron Norrie, che lo aveva battuto solamente una settimana fa a Los Cabos.
“Sono giornate che non capitano troppo spesso – ha detto Felix alla stampa locale – ma sono comunque contendo di essere riuscito ad approfittare di questa giornata di grazia per passare il turno”. Ha ricevuto, questo va ammesso, anche una notevole mano da parte di Norrie che gli ha regalato su un piatto d’argento il break decisivo alla fine del secondo set. In ogni modo rimane l’ottima partita di Auger-Aliassime che, scrollatosi di dosso la tensione di dover giocare nella sua città natale, e con quasi tutti i favoriti già sull’aereo per Cincinnati, ora può puntare davvero all’obiettivo che tutto “il Nord” gli chiede.
IL MATCH – Inizio della partita da superfici rapide di altri tempi con gran servitori in campo: i ribattitori hanno dovuto accontentarsi delle briciole per buona parte del primo set perché, anche se pochi punti venivano decisi direttamente con il servizio, chi aveva la battuta prendeva in mano il comando del gioco e portava quasi sempre a casa il punto.
Dopo le 3 ore e 18 minuti di Ruud e Bautista Agut, diluite anche da un’ora abbondante di pausa a causa di un violento temporale, in questo match i game scivolavano via con notevole rapidità, tanto che sono bastati solamente 32 minuti per completare il primo set. Lo sprint vincente lo ha piazzato Auger-Aliassime, molto meno nervoso della sera precedente davanti al pubblico di casa nonostante il sostegno a suo favore non fosse per nulla meno intenso, aumentando la pressione sui diritti incrociati a parabola alta di Norrie prendendogli il campo per chiudere con un vincente oppure per constringerlo a un passante in corsa giocando nel campo vuoto. Era sufficiente una palla break all’ottavo gioco per allungare sul 5-3 e chiudere subito dopo tenendo il servizio a zero.
Auger-Aliassime ha provato a tenere alta la pressione, procurandosi una palla per il secondo break consecutivo anche nel primo gioco del secondo set, ma una risposta sotto la rete sulla curva mancina di Norrie ha fatto naufragare il sogno di una fuga che avrebbe potuto risolvere rapidamente il match.
Norrie non è certo un giocatore che si fa intimidire da una folla infervorata o da un avversario in un momento ispirato: il britannico ha continuato a giocare le sue traiettorie, soprattutto quelle in slice a uscire sul servizio da sinistra che Felix ha dimostrato di mal digerire, come sulla seconda palla break, arrivata sul 3-3.
La sensazione però era che il ritmo di Auger-Aliassime fosse comunque di poco superiore a quello del suo avversario, il quale forse per tenere l’andatura della controparte è incappato in una paurosa sbandata che gli è alfine costata la partita. Sul 4-4 Norrie ha servito tre doppi falli con condimento di un errore gratuito di diritto, letteralmente regalando al canadese il break decisivo per chiudere la partita pochi minuti dopo con il punto esclamativo di tre ace consecutivi a chiudere.
Un’ora e 11 minuti per conquistare i quarti di finale dell’Omnium Banque Nationale di Montreal dove Auger-Aliassime affronterà Casper Ruud, un avversario contro il quale ha vinto due delle quattro precedenti sfide, tre delle quali tuttavia sono abbastanza datate e che si sono giocate quasi tutte sulla terra battuta, superficie che certamente avvantaggia più Ruud che non il canadese.