L. Sonego b. [7] A. Bublik 7-6(3) 6-2
Ancora una volta il cemento indoor potrebbe rivelarsi un crocevia importante per le sorti di Lorenzo Sonego. La finale a Vienna nel 2020, seppur persa, lanciò quel 2021 da sogno per il torinese, la sua miglior stagione in carriera. Oggi, a Metz, le cose sono andate ancora meglio, dato che la vittoria su Alexander Bublik (andando sul 4-0 negli scontri diretti) ha reso Lorenzo il primo italiano nella storia a vincere il Moselle Open, torneo indoor con nomi di un certo rilievo che hanno preceduto il nostro nell’albo d’oro. Dopo un pessimo 2022, dove questa è stata la prima settimana in cui Sonego ha vinto quattro partite di fila, finalmente può sorridere, con il primo titolo che può riscattare, e addolcire, il finale di un’annata per larghi tratti da dimenticare. Da dimenticare certamente anche la prestazione di Bublik, che dopo un ottimo primo set, in cui non ha però saputo strappare il ritmo a Sonego, si è arenato nel secondo set, preda delle proprie lune, senza riuscire più a far nulla se non crollare e regalare un po’ di esibizione. Sesta finale su sette persa (con l’unico titolo vinto a Montpellier battendo Zverev) per il kazako, che da domani sarà n.41 al mondo. Terza affermazione su cinque invece per Sonego, senza perdere neanche un set tra l’altro, e 20 posizioni scalate nel ranking, dove raggiungerà il n.45 (a meno che Marcos Giron non vinca il San Diego Open: in tal caso sarà n. 46).
Il match – la partita prosegue sul binario dei turni di battuta, con entrambi che stanno servendo benissimo, ma nessuno riesce a compiere il salto di qualità in risposta. Vi si avvicina Bublik per primo, giocando un quinto game in spinta e riuscendo a prendere in mano lo scambio accelerando e variando, la cosa che Sonego non deve concedergli; quest’ultimo, da parte sua, è impeccabile nel risalire dallo 0-40 e vincere 5 punti di fila, con molta lucidità e ancora chiamando a sé l’amato servizio. Il kazako veleggia senza problemi nei propri game di battuta, anche per qualche difficoltà del torinese in risposta, che non sempre riesce a trovare il suo proverbiale dritto come vorrebbe. Nel decimo game arriva la prima palla break per Sonego, nonché set point: finalmente Lorenzo incide da fondo, allargando qualche piccola crepa di Bublik e andando ad un passo dal primo parziale, ma il n.7 del seeding oggi sembra con la luna giusta, e la annulla con lo schema palla corta e passante da mano ben educata. Nonostante le buone cose finora mostrate da entrambi, nel tie-break è il piemontese ad alzare nettamente il proprio livello, rispondendo molto meglio e lottando come sa in difesa, oltre ad essere molto più propositivo in attacco, senza soffrire neanche le imponenti buttate del kazako, e andando così a vincere 7 punti a 3 con il set point proprio in risposta, giocato con aggressività e coraggio.
Inizia invece subito con il botto il secondo parziale, con un Sonego in piena fiducia che arriva ovunque e ha un atteggiamento non solo offensivo, ma anche decisamente positivo, approfittando invece di un Bublik un po’ nervoso e non impeccabile come negli altri game di battuta, per andare a mettere a segno un immediato break nel terzo gioco. Sembra ormai aver decisamente staccato la spina il kazako (anche a causa di una piccola polemica nel game del break con il giudice di sedia), che gioca un quinto game tra luci e ombre fino alla palla break…dove invece di chiudere colpisce con il manico, permettendo un facile punto a Sonego per andare avanti di due break, sempre rimanendo concentrato e gestendo bene le proprie energie, arrivando ovunque in difesa. I game finali sono una compilation, a tratti forse anche malinconica, dei demoni di Bublik, che alterna insensati errori e scelte a dir poco rivedibili a colpi da lasciar senza fiato, che sono però solo il contesto di una vittoria strameritata per Lorenzo, che ha giocato una grande settimana. “Ho migliorato il mio tennis giorno dopo giorno“, dice a caldo il torinese, “ora sono molto emozionato. Provo grande emozione dopo un anno complicato, e voglio solo godermi il momento adesso“. Parole semplici, felici, di un ragazzo che dopo un anno complicatissimo, in cui è continuamente scivolato verso il basso per carenza di risultati, può finalmente tornare a sorridere, con il terzo titolo sulla terza superficie diversa (erba ad Antalya, terra battuta a Cagliari).