[1] N. Djokovic b. [2] M. Cilic 6-3 6-4
Novak Djokovic torna nel circuito ATP e lo fa nel modo che gli riesce meglio: vincendo. Il serbo ha dato seguito alle parole con cui aveva sottolineato di avere ancora fame aggiudicandosi l’ATP 250 di Tel Aviv, battendo in finale Marin Cilic con il punteggio di 6-3 6-4. È l’89esimo titolo in carriera (il 63esimo sul cemento) per Nole che in questa stagione si era limitato, anche per cause di forza maggiore, a soli (per modo di dire) due tornei vinti: Roma e Wimbledon. L’ex numero uno del mondo ha chiuso la sua settimana israeliana senza perdere alcun set e giocando un buon match (a tratti anche ottimo) contro un Cilic che non ha mai dato l’impressione di poter impensierire l’avversario nonostante un buon rendimento con la prima di servizio (13 ace e 71% di punti iniziati senza ricorrere alla seconda). Con questa vittoria Djokovic, che sarà impegnato anche la prossima settimana in Kazakistan, si avvicina ulteriormente alle Finals di Torino.
IL MATCH – Per il ritorno del tennis mondiale in Israele, gli organizzatori del Tel Aviv Watergen Open e gli appassionati non potevano chiedere di meglio: a giocarsi il titolo ci sono infatti le prime due teste di serie del torneo, due campioni Slam. Non è certo una finale che tutti gli ATP 250 si possono permettere. È il 21esimo scontro diretto tra Novak Djokovic e Marin Cilic: la bilancia dei precedenti pende tutta dalla parte dell’ex numero uno che ha ceduto al croato solo due volte (nel 2016 e nel 2018).
Le prime palle break dell’incontro sono per Djokovic: nel secondo game Cilic ne concede due in seguito ad altrettanti doppi falli, ma le annulla ricorrendo alla prima di servizio. I ritmi non sono elevatissimi, ma il piano tattico di Nole è già evidente: il serbo sposta lo scambio sulla diagonale di rovescio appena ne ha la possibilità. Il croato, invece, non appare centratissimo: nel quarto game commette un altro doppio fallo, ma soprattutto è impreciso con il dritto lungolinea in un paio di occasioni. Questa volta il break è inevitabile. Lo svantaggio rende più fluido il braccio di Marin, ma Djokovic è inappuntabile nei momenti importanti dei suoi turni di servizio che non si complicano praticamente mai. Solo quello che gli dà il set (6-3) va ai vantaggi, ma Nole risolve tutto con due ace consecutivi.
Dopo il crescendo sul finire di primo parziale, Cilic torna falloso nel game di apertura del secondo. Oltre che sui suoi demeriti, c’è però da mettere l’accento sulla solita brillantezza di Djokovic in risposta: non è un caso, infatti, che il croato subisca il break nonostante abbia iniziato quattro punti su cinque con la prima palla di servizio. Nei minuti successivi, poi, ad estasiare il pubblico israeliano ci pensa il rovescio lungolinea di Nole che lascia fermo Cilic e a bocca aperta gli spettatori. Marin, comunque, resta in partita e va vicino a guadagnarsi due chance per il controbreak: il dritto, però, lo tradisce ancora, complice anche il tentativo di attaccare in modo tale da obbligare Djokovic a difese non ordinarie. Neanche il 21volte campione Slam, comunque, è perfetto: sulla palla break che, se trasformata, lo avrebbe mandato sul 4-1 e servizio, Nole sbaglia sorprendentemente di rovescio e non nasconde il suo nervosismo.
È un momento difficile per il serbo che nel sesto gioco è impreciso anche con il dritto e poi con un doppio fallo concede la prima palla break della partita. La reazione, che prende forma in un ace, è però quella che ci si aspetta da un campione del suo livello. È il primo ma anche l’ultimo vero rischio corso da Djokovic che amministra alla grande gli ultimi due turni di servizio, chiudendo con una prima vincente sul 6-3 6-4 dopo poco più di un’ora e mezzo di gioco.