Il tennis può creare dipendenza. Una dipendenza che prende la forma di voglia di competere, anche quando le condizioni fisiche cercano di incanalare su una strada lontana dai campi. Guido Pella e il suo tentativo di rientrare nel circuito sono l’ennesima dimostrazione di quanto sia difficile dire addio allo sport amato. Anche Federer ci ha provato fino in fondo, continuando a interrogare il proprio ginocchio prima di annunciare definitivamente il ritiro. Pella, adesso, si trova in una fase che lo svizzero ha già vissuto e spera di ottenere risposte diverse. Anche per lui il tormento è rappresentato dal ginocchio, privo di cartilagine e rieducato praticamente da zero – come raccontato dallo stesso argentino a Pablo Amalfitano di El Grafico.
Guido non gioca una partita ufficiale da ottobre dell’anno scorso, ma i problemi fisici erano evidenti già prima: nel 2021 aveva infatti giocato 26 partite perdendone 18. La causa prima è una lesione cronica al ginocchio destro: “Non esiste una cura per quello che ho. Alla fine dell’anno scorso ho avuto una ricaduta molto forte, un dolore che mi impediva praticamente di camminare sul campo. Ho deciso di prendermi una pausa. Un mese dopo ho scoperto che sarei diventato padre. Tutto si è riunito per permettermi di fare un passo indietro per un po’”.
Presto, però, si è fatta sentire la mancanza della racchetta, della terra rossa (indubbiamente la superficie più adatta alle caratteristiche di Pella) e della tensione che ogni match porta con sé: “Ho iniziato ad allenarmi ad aprile e il ginocchio ha iniziato a farmi molto male. Ne ho parlato con il mio chinesiologo e gli ho detto che non potevo più giocare perché non riuscivo ad allenarmi bene; mi faceva male persino alzarmi dal letto. Abbiamo avuto due consulti e mi hanno detto che dovevo rieducare il mio ginocchio da zero, dall’alzarmi da una sedia al camminare in modo diverso, solo per far sì che il ginocchio sentisse sollievo dalla lesione”.
L’argentino non si è fatto spaventare da questa prospettiva e, con pazienza, ha fatto tutto l’indispensabile per darsi un’altra possibilità. Nel corso di questa settimana, l’ex numero 20 del mondo è tornato a frequentare gli ambienti del tennis professionistico, allenandosi a margine del Challenger di Buenos Aires. Ora proverà a giocare alcuni tornei in Sudamerica, in modo da gettare le basi su cui costruire il ritorno effettivo nel circuito ATP che gli sarà facilitato dal ranking protetto (sarà virtualmente numero 75 del mondo). A motivarlo c’è la dipendenza da competizione ma non solo: “Ora che sono papà voglio tornare per dimostrare a mia figlia, anche se è piccola e non può capire, che se si vuole si può giocare di nuovo, dopo un anno, nonostante il dolore. Ci sto provando e sono felice. Sento che sto giocando bene per il tempo in cui sono stato fuori”.
Se le cose non dovessero andare nel verso giusto, Pella sarebbe comunque entusiasta di vivere un tipo di vita che ha già sperimentato nei mesi di stop forzato: “Ho ritrovato la mia famiglia, i miei amici, un tenore di vita normale. Anche essere normali è bello. Non tutto è fatto di viaggi, alberghi e tornei. Essere un normale essere umano è fantastico. Se avrò un’altra possibilità, cercherò di sfruttarla. Se non posso, sono felice di rimanere a casa a mangiare con la mia famiglia”.