Quella odierna sarà la giornata più importante (finora) della carriera tennistica di Jeffrey John Wolf (con i primi due nomi spesso abbreviati in JJ). Lo statunitense infatti, grazie alla vittoria di ieri su Mikael Ymer, ha raggiunto la sua prima finale in carriera a livello ATP. In conferenza stampa, l’attuale numero 75 del mondo (già certo di raggiungere il best ranking al n°56) ha raccontato le emozioni provate al raggiungimento di questo traguardo, raccontanto anche qualche aneddoto sul suo passato sportivo e sulla sua famiglia.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) Prima di tutto congratulazioni. Come spieghi questa vittoria? Qual è stata la chiave per vincere? Inoltre, ci sono stati ben 8 break: tu hai perso il servizio tre volte, Ymer cinque: significa che il campo è molto lento o che entrambi non stavate servendo molto bene?
Jeffrey John Wolf: “Siamo entrambi ottimi ribattitori, il campo è comunque lento ma sappiamo che quando si incontrano due giocatori con le nostre caratteristiche è più facile che ci possano essere diversi break in una partita”.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) È la tua prima finale in carriera a livello ATP e la prossima settimana raggiungerai il tuo best ranking. Se vincessi il torneo andresti a ridosso della top50, che cosa significa questo per te?
Jeffrey John Wolf: “Ovviamente per me è tutto molto speciale, ho lavorato moltissimo per arrivare a certi risultati e credo che questa finale sia una sorta di premio. In ogni caso, sto cercando comunque di non focalizzarmi sui risultati immediati, ma di guardare anche al futuro”.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) Hai giocato alcune partite molto importanti, qual è la tua fonte d’ispirazione. Hai anche un fisico molto ben definito, sollevi tanti pesi?
Jeffrey John Wolf: “In realtà sollevavo più pesi prima dell’operazione, ero circa una decina di chili in più e avevo anche più muscoli. Ho abbassato un po’ il tiro, credo in questo momento di avere molti meno muscoli rispetto a qualche tempo fa. Provengo comunque da una famiglia che ha sempre lavorato duro ed è ben strutturata fisicamente: mia mamma, mio padre e mia sorella per me sono un’ispirazione”.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) Quale sport praticano i componenti della tua famiglia e a che livello?
Jeffrey John Wolf: “Mio padre ha giocato a basket e un po’ a tennis, così come mia madre. Mio nonno ha giocato a baseball a livello professionale ed è stato allenatore in NBA. Siamo una famiglia decisamente atletica, è normale per noi lavorare duro e fare bene nel proprio sport. Sono orgoglioso di poter rispettare questa tradizione”.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) Che cosa ti ha spinto a scegliere il tennis anziché un altro sport?
Jeffrey John Wolf: “Credo che crescendo negli sport di squadra la stessa squadra diventi sempre più importante. Nel tennis, invece, dipende tutto da te: se sei non sei in giornata perdi, altrimenti hai possibilità di vincere. Sai esattamente ciò su cui devi lavorare: a volte non è il massimo, ma mi piace questo feedback immediato”.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) Hai 23 anni, ti ci è voluto un po’ di tempo per raggiungere questo livello. Che cosa facevi prima? Avevi altri impegni, andavi all’università?
Jeffrey John Wolf: “Sì, andavo all’università statale in Ohio fino a circa 9 mesi fa. Non è che giocassi così tanto a tennis fino ai 16 anni, giocavo anche ad altri sport come calcio (anche più del tennis per un buon periodo), basket, baseball. Non credo che sia necessario specializzarsi fin da subito, anche perché penso che per me non ci sia voluto troppo tempo per ambientarmi nel circuito ATP. Ho giocato a tennis al college fino a 21 anni, poi è arrivato il Covid e ho dovuto anche operarmi due volte di ernia, poiché la prima non è andata bene e ho dovuto rifarla. Ci sono voluti circa otto mesi per completare tutto, direi che questo è il primo anno in assoluto che gioco a tennis con grande continuità, anche se molti tornei sono stati Challenger”.
D: (Ubaldo Scanagatta, Ubitennis) Prima di servire ti fai sempre passare la palla in mezzo alle gambe. Uno dei pochi che fa così è John Isner, lo hai preso come esempio? Ovviamente lui è ben più alto e per te dev’essere più difficile riuscire a far passare la palla in mezzo alle gambe come fa lui. Quando hai iniziato a farlo?
Jeffrey John Wolf: “Sinceramente non ho mai notato che anche Isner facesse così, anche se lui è uno dei miei giocatori preferiti. Credo sia iniziato un po’ per caso, a volte nemmeno mi rendo conto che lo sto facendo, non ci ho mai dato troppo peso ma non credo sia così difficile”.
D: Parlando della partita, quali sono state le tue sensazioni?
Jeffrey John Wolf: “È stata sicuramente un grande match, molto divertente e allo stesso tempo complicata. Con Ymer non arrivano mai punti gratis: lui non perderà mai la partita, sei tu che devi andare a prendertela e portarla a casa. Ti mette molta pressione e devo dire che è stato un bellissimo incontro”.
D: Ci sono possibilità di vederti alle fasi finali di Coppa Davis a novembre?
Jeffrey John Wolf: “Non credo, ci sono molti ragazzi statunitensi che hanno molta più esperienza e un miglior saldo tra partite vinte e perse. Ovviamente mi piacerebbe tantissimo giocare, ma non penso che ci sarà un’occasione già quest’anno”.
D: Che cosa ne pensi del pubblico e dell’atmosfera di Firenze?
Jeffrey John Wolf: “Arrivando dagli Stati Uniti, dove in generale c’è sempre una grande atmosfera per molti sport, qui mi sembra di essere a casa. I fan sono molto attivi e questo ti fa pensare che tutto ciò per cui hai lavorato sta portando i suoi frutti. È molto divertente e gratificante”.
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