Un Daniel Evans mai banale e come al solito vulcanico quello che parla a The Times a margine della Battle of the Brits, evento riservato ai tennisti britannici in scena ad Aberdeen il 21 e il 22 dicembre. Il giocatore di Birmingham ha detto di non essere intenzionato a vedere “Break Point”, documentario in uscita su Netflix dal 13 gennaio che mostrerà il dietro le quinte del mondo del tennis: “È così prevedibile. Avresti potuto indovinare chi avrebbero scelto. La gente vuole sapere cosa dice Nadal quando si ritira dalla semifinale di Wimbledon. Ci toccherà ascoltare Tsitsipas e un papà del tennis. Ci metteranno sempre un ‘tennis dad’, non è così? Non fa per me. È tutto recitato, te ne accorgi. Ma dai…”.
L’inglese è inoltre tornato sui fatti dello scorso settembre in Coppa Davis, quando aveva criticato la scelta del capitano Leon Smith di preferirgli Joe Salisbury nei doppi decisivi, poi persi, contro Paesi Bassi e Stati Uniti. Joe è ovviamente parte del Team England insieme a Evans nella Battle of the Brits. “Nulla di personale” ha chiarito Evo. “Se qualcuno mi dicesse di andare in campo, non direi di no. Non è una sua decisione [di Salisbury] di non giocare. Gli è stato detto di andare in campo e sarebbe strano se avesse pensato di non essere la persona più adatta per quel compito. È un agonista e quello deve fare, competere”.
Poi aggiunge: “Nel tennis prendiamo tutto troppo sul personale. Nessuno ha mai detto niente di male su di te? Io avevo solo detto di non pensare che qualcuno avesse fatto bene il proprio lavoro”.