Sotto 1-2, la Polonia è riuscita a rimontare la squadra azzurra vincendo la City Final di Brisbane al doppio, con Iga Swiatek e Hubert Hurkacz nell’occasione troppo forti per Camilla Rosatello e Lorenzo Musetti. Una vittoria che è valsa la qualificazione a entrambe le squadre, dal momento che l’Italia è passata come migliore sconfitta ai (tre) “quarti” in virtù della miglior percentuale di set vinti nei tre tie disputati.
Il team capitanato da Vincenzo Santopadre giocherà la semifinale contro la Grecia, mentre la Polonia affronterà gli Stati Uniti, che vantano un impressionante bilancio di 13 rubber vinti e 2 persi. Una sconfitta, quella azzurra, che non dispiace poi tanto. Non che la Grecia, peraltro prima testa di serie della United Cup, sia avversaria facile, perché è vero che ha “solo” Tsitsipas e Sakkari, ma è anche vero che quei due giocano tre dei cinque match di ogni sfida. E, in ogni caso, se le seconde linee sono ben lontane dalle zone alte del ranking, sono incontri che bisogna vincere sul campo con la pressione dell’obbligo di riuscirci. Non ci è riuscito il belga Zizou Bergs, sconfitto dal n. 803 Stefanos Sakellaridis (sì, il fratello di “slice” Sapfo).
Mentre era ancora in corso l’incontro tra ellenici e croati e ci si scervellava su chi preferire come avversari per gli azzurri, la risposta è stata fornita dal doppio di livello davvero alto a cui le due compaginihanno dato vita: è preferibile… evitare il 2 pari dopo i singoli. Ma torniamo ai polacchi per sentire come hanno vissuto la giornata.
Domanda. Hubert, tu e Iga avere giocato il doppio decisivo. Eravate fiduciosi tatticamente? Avete già giocato un paio di volte, qual è stata la combinazione che ha dominato gli italiani?
Hurkacz: “Merito di Iga, ha davvero giocato in modo fantastico, rispondeva potente al servizio di Lorenzo e aiutava a mettere pressione a rete. Non c’è stata una gran tattica.”
D. Iga, sei la più giovane ma anche la n. 1 del mondo e ci si aspetta che tu vinca sempre, immagino che questo ti metta un po’ di pressione. Ti piace questo ruolo di leader nella squadra?
Capitan Radwanska, ridendo: “Non ha scelta.”
Swiatek: “Non mi considero una leader. Voglio solo tirare fuori il mio tennis migliore, è quello che so fare. Ma, come hai detto, sono la più giovane. Gli altri hanno giocato in Coppa Davis e in Fed Cup per così tanti anni che sanno meglio cosa significhi far parte di una squadra e avere quel peso sulle spalle in campo. Io mi ci sto ancora abituando, ma anch’io mi sono abituata alla pressione, specialmente nell’ultimo anno. Sento però che è uno sforzo di squadra, che non devo portare tutto il peso. Nel misto non ho esperienza, posso giocare con poche aspettative e oggi ha funzionato.”
D. Entrambi avete vinto grandi match in singolo, a volte in doppio. Com’è quando è il doppio misto a decidere l’esito della settimana a Brisbane?
Swiatek: “Da una parte è fighissimo, formato differente, emozionante. Dall’altra, in singolare so di avere il controllo completo su quello che succede, a volte. Qui gioco contro gli uomini, è più difficile avere quella sensazione…”
Hurkacz: “E poi ci sono io che posso incasinare un po’ le cose.”
Swiatek: “Non sapevo come avrei gestito il cambio di ritmo, giocando un punto contro una ragazza e poi contro un uomo. Però, avere Hubi che tiene i suoi servizi e mette pressione a rete con quell’estensione alare quando servo io mi dà parecchia fiducia.”
D. Hubi, stessa domanda. Ti sei divertito tornare in campo con Iga?
Hurkacz: “Innanzitutto, è grazie a Magda che abbiamo giocato con qualcosa in palio. È stato divertente farlo insieme a Iga per vincere il tie. È solo il secondo misto della mia vita, ma ci divertiamo in campo e la squadra ci dà energia.”
D. Magda, dovevi vincere per tenere in vita la tua squadra: com’è stato? Perché hai giocato bene e ti stai costruendo un bel bilancio quando giochi per la Polonia.
Linette: “Sì, mi ci sono abituata con la Billie Jean King Cup. Conoscevo la mia avversaria, ho cercato di rimanere concentrata su me stessa senza pensare al punteggio del tie, svolgere il mio compito più in fretta possibile. Ero molto contenta di essere riuscita a usare l’energia della squadra tenendo però separate le de cose mentalmente”