Archiviato il primo successo azzurro dell’anno a Noumea, grazie all’exploit di Raul Brancaccio, ci tocca constatare che il resto della corposa spedizione italiana non è che sia andato troppo bene. Con la bella eccezione di Alessandro Giannessi che al Challenger 50 di Tigre (Argentina, terra outdoor) è arrivato brillantemente in semifinale dove l’ha fermato solo un Juan Manuel Cerundolo (n.151 ATP e prima testa di serie) dimostratosi troppo forte per lui. Lo spezzino ha comunque lottato per oltre un’ora e quaranta come testimonia il punteggio di 6-3 7-5. In finale il 21enne argentino ha poi concesso il bis rimontando il boliviano Murkel Dellien (n.327 ATP e fratello minore del più talentuoso Hugo) che l’ha tenuto in campo più di due ore e mezzo. Col punteggio di 4-6 6-4 6-2 il fratellino di Francisco mette in bacheca il suo sesto Challenger e risale alla posizione n.143, ancora abbastanza lontano però dal suo best (n.79) che toccò esattamente un anno fa.
Nel Challenger più ricco della settimana (Canberra categoria 100, cemento outdoor) la vittoria è andata a Marton Fucsovics che, eliminati i nostri Maestrelli e Arnaldi, ha continuato a mostrare un ottimo tennis, prevalendo in finale sulla 20enne promessa svizzera Leandro Riedi (n.157 ATP) col punteggio di 7-5 6-4. Il quasi 30enne ungherese, scivolato al n.87 ATP dopo aver toccato il n.31 tre anni fa, ha preso la rincorsa nel circuito Challenger per prepararsi al meglio all’Australian Ope dove spera di migliorare il suo record: due volte quarto turno nel 2018 e 2020. Riedi per il momento si accontenterebbe di entrarci nel tabellone principale dell’Australian Open e il primo turno delle qualificazioni contro l’ostico olandese Tim van Rijthoven (n.106 ATP) non sarà certo una passeggiata.
In Thailandia al Challenger 75 di Nonthaburi (cemento outdoor) la vittoria è andata all’austriaco Dennis Novak che in finale ha avuto la meglio con un doppio 6-4 sul cinese di Taiwan Tung-Lin Wu che nelle qualificazioni australiane misurerà le ambizioni del nostro Mattia Bellucci. Per il 28enne austriaco è la terza vittoria Challenger, dopo quelle del 2019 (Santaizi e Bratislava), che gli permette di risalire in classifica al n.144, pur rimanendo lontano dal suo best (n.85) del 2020.
Al Challenger 50 di Oeiras (Portogallo, cemento indoor) la vittoria arride a sorpresa al 29enne belga Joris De Loore che in finale batte in finale 6-3 6-2 il rumeno Filip Cristian Jianu (n.304 ATP). Una finale in tono minore per un torneo il cui livello assomigliava più a un Future che non a un Challenger. E questo non fa che accrescere il rimpianto per la prematura eliminazione dei nostri Moroni, Gigante e Giustino. Per il belga è il primo successo a livello Challenger, grazie al quale risale al n.266 ATP, a conferma che raramente si è visto un vincitore di così basso lignaggio.