L’ultimo quarto del tabellone maschile dell’Australian Open 2023 è il regno delle sorprese. Già al giovedì della prima settimana possiamo affermare con certezza che la parte bassa avrà un semifinalista che definire impronosticabile è persino poco. In questa sezione, infatti, non c’è più nessun giocatore classificato tra i primi 20 del mondo dopo le eliminazioni di Taylor Fritz e Sascha Zverev che hanno seguito quella di Casper Ruud (e quella di Berrettini al primo turno: non può che aumentare il rammarico dell’italiano, soprattutto pensando a quel match point sprecato contro Murray). Grossa delusione l’americano che ha dovuto lasciare strada a uno straripante Alexey Popyrin, trascinato per cinque set dal pubblico della John Cain Arena che ha reso ancora più spettacolare un match già di per sé di ottima qualità. Ben più preventivabile viste le sue condizioni fisiche, ma comunque sorprendente, la sconfitta del tedesco, messo ko in quattro set dal lucky loser Michael Mmoh che mai aveva raggiunto il terzo turno in un torneo dello Slam.
A poterne approfittare, almeno sulla carta, è Roberto Bautista Agut, la testa di serie più alta rimasta in zona. Lo spagnolo, favorito numero 24, ha rimontato due set di svantaggio ad uno dei tantissimi statunitensi presenti in tabellone: Brandon Holt, 24 anni, n.215 del mondo, proveniente dalle qualificazioni. Bautista l’ha spuntata 4-6 2-6 6-3 6-2 6-2, regalandosi il vincete del match tra Kokkinakis e Murray.
[WC] A. Popyrin b. [8] T. Fritz 6-7 (4) 7-6 (2) 6-4 6-7 (6) 6-2
In un’edizione degli Australian Open in cui i giocatori statunitensi stanno facendo molto bene e regalando anche notevoli upset (McDonald su Nadal e Brooksby ai danni di Ruud), il team USA perde però la sua prima punta Taylor Fritz. Dopo l’eliminazione al primo turno all’ultimo US Open, il californiano incappa così in un’altra uscita prematura in uno Slam. C’è però da rendere onore alla grande prestazione del giocatore di casa Popyrin che già aveva mostrato di essere in gran forma durante l’ATP 250 di Adelaide 1 dove aveva raggiunto i quarti di finale partendo dalle qualificazioni e dove aveva battuto anche Auger-Aliassime. Per l’attuale numero 113 del mondo, che ha beneficiato di una wild card in questo torneo, si tratta quindi della seconda vittoria su un top 10 nel giro di due settimane (nel resto della sua giovane carriera ne aveva ottenuta solo un’altra).
Alexei si è guadagnato il terzo turno dello Slam di casa – già raggiunto nel 2019 e nel 2020 – battendo in cinque set e quattro ore di gioco una buona versione di Fritz. Quest’ultimo ha anche dovuto superare una leggera storta alla caviglia nel corso del terzo parziale che comunque non lo ha condizionato nel resto dell’incontro. Popyrin, dopo aver disputato un terzo set sostanzialmente perfetto con soli tre gratuiti, ha avuto l’occasione per chiudere il match già nel tie-break del quarto, vinto poi di forza dall’americano. Sulla scia del pericolo scampato, Taylor ha approcciato meglio dell’avversario anche il set decisivo e ha avuto una palla break nel primo game, prontamente annullata da Popyrin con un ace. Da quel momento l’australiano non ha più concesso nulla al servizio perdendo solo un punto tra quelli iniziati con la prima e ha tartassato Fritz con una serie di risposte di dritto pesanti e profonde. Proprio in questo modo ha ottenuto i due break che gli hanno dato la vittoria finale. Al prossimo turno per lui ci sarà un altro americano, il giovane talento Ben Shelton, alla sua prima volta fuori dagli Stati Uniti.
[LL] M. Mmoh b. [12] A. Zverev 6-7 (1) 6-4 6-3 6-2
“Avevo già fatto le valigie e prenotato il volo per tornare negli Stati Uniti. La vita è incredibile. Non ci posso credere” – così Michael Mmoh ha commentato a caldo la vittoria più importante della sua carriera, ottenuta sulla testa di serie numero 12 Zverev al secondo turno di uno Slam a cui l’americano non si era nemmeno qualificato. L’attuale numero 107 del mondo, infatti, era stato sconfitto da Vukic al terzo e decisivo turno delle qualificazioni ed è stato l’ultimo ripescato dopo il forfait di Goffin. Quattro giorni dopo ha portato a casa il secondo successo della carriera su un top 20, guadagnandosi per la prima volta il terzo turno in uno Slam. Sabato affronterà in un derby a stelle e strisce JJ Wolf (2-0 per quest’ultimo i precedenti, entrambi disputati a livello Challenger) che nella notte italiana ha battuto Schwartzman.
Mmoh ha giocato una partita solida, arricchita da qualche punto in cui si è destreggiato alla grande nei pressi della rete, e ha avuto il merito di restare mentalmente nel match dopo aver perso nettamente il tie-break del primo set. Dall’altra parte del campo, però, non c’era certo lo Zverev capace di raggiungere la seconda posizione del ranking ATP, ma una sua versione ancora sbiadita: troppi gli errori gratuiti (58 contro i 35 dell’americano) e troppo poco incisivo il suo dritto. Non sono poi mancate le abituali difficoltà con la seconda di servizio con cui ha ottenuto solo il 26% dei punti: un dato che, se sommato ai 12 doppi falli, non poteva produrre un esito diverso dalla sconfitta. Che fosse una giornata non proprio fortunata per il tedesco si era capito, del resto, già nel secondo set quando un volatile gli ha fatto un dispetto, costringendolo ad asciugarsi i capelli (avrete capito, insomma). Gli occorrerà ancora del tempo per dimostrare di poter tornare ai suoi livelli pre-infortunio.