Tutti i riflettori puntati sulla statunitense di soli 22 anni, Alicya Parks. All’inizio dell’anno il suo obiettivo più vicino era entrare in top 50 e neanche un mese dopo c’è riuscita, conquistando il torneo WTA 250 di Lione e battendo la testa di serie numero 1, Caroline Garcia. Era una sconosciuta nel mondo del tennis fino al 2021, l’anno in cui entrò a far parte del grande libro degli US Open. Afroamericana di Atlanta, scopre giocando in un campetto con sua sorella di voler diventare una professionista all’età di 7 anni. Suo padre, ex giocatore di basket, diventa il suo allenatore. Una storia che ricorda molto quella di due sorelle diventate le prime giocatrici afroamericane a scalare la classifica, proprio, per non essere più le ultime.
Alycia Parks ha festeggiato il suo 22esimo compleanno con la United Cup, a Sydney poco prima di entrare nel tabellone principale del primo grande slam dell’anno. Un inizio anno che è continuato con 15 vittorie consecutive indoor, tra il successo al torneo WTA 125 Andorra e quello al torneo WTA 125 Angers, Parks ha concluso col botto a Lione.
I media australiani le hanno chiesto chi l’ha ispirata di più nella crescita di questo tennis spettacolare e Parks ha risposto senza esitazioni: “Sicuramente Venus e Serena, ma più Serena”. Anche se ha dovuto ammettere che quando ha iniziato a giocare a tennis, non le conosceva. “Trovo strano ogni tanto che mi paragonino a loro, perché quando ho iniziato a giocare non sapevo bene chi fossero”. In effetti la scoperta del tennis per la giovane statunitense, racconta ai media australiani, è stato un caso: “Quando prendevo una A alle elementari, mia madre mi portava al negozio di giocattoli. Non riuscivo mai a decidere cosa prendere. Finché un giorno mentre mi minacciava di uscire dal negozio se non avessi scelto in fretta, mi ha indicato due racchette e tre palline da tennis. Ho preso quelle”.
Quel giorno Alycia Parks e sua sorella Mikayla, di 17 mesi più grande, sono andate al campo da tennis del quartiere e hanno iniziato a giocare. “Mia madre alla fine della giornata ha detto a mio padre che eravamo brave”. Il padre inizia allora ad allenarla fino al giorno in cui Parks entra nel circuito professionistico: “Non è stata una grande sorpresa entrare nel circuito. Sentivo di essere pronta”. Proprio come le sorelle Williams, Alycia e Mikayla sono cresciute allenandosi insieme: “Non abbiamo fatto il classico percorso Junior. Mio padre voleva prevenire gli infortuni perché avevo sempre dei problemi al ginocchio. Mi diceva di allenarmi per il giorni in cui sarebbero arrivati i professionisti con mia sorella. Ci siamo spinte a vicenda. Quando hai una sorella e vuoi sempre batterla per vincere credo che ti dia qualcosa di diverso”. Oltre a questa grande somiglianza, Alycia Parks ha un servizio che ricorda molto quello della 23 volte vincitrice Slam: “È semplicemente capitato che io sia una giocatrice aggressiva che prende fiducia dal proprio servizio”.
Ma quando le è stato chiesto ancora da dove arriva la sua forza lei ha risposto così: “Mi dico sempre che sono io contro me stessa. È me stessa che devo battere in campo per migliorare sempre di più”. E sembra che questa tecnica stia funzionando perché, se alla fine dell’Australian Open l’obiettivo era entrare in top 50, ora Parks ha un obiettivo ben diverso: “Mi vedo in top 10 quest’anno”. E i dubbi che possa riuscirci a questo punto della storia, sono pochi.