TENNIS, Australian Open – Per due set, Federer-Tomic è una delle migliori partite degli Australian Open. Nel secondo l’australiano fa tutto bene, si spinge al suo limite. Ma lo svizzero indovina almeno due prodezze di rovescio di livello assoluto. Perso il tie break, la partita è segnata. Finisce 64 76(5) 61.
C’era la più classica delle atmosfere delle grandi occasioni alla Rod Laver Arena. La grande speranza locale, Bernard Tomic, misurava i suoi progressi contro Sua Maestà, al secolo Roger Federer. Per tutto il giorno i tabelloni sparpagliati per i viali di Melbourne Park non hanno fatto che ripetere incessantemente la stessa domanda: quanto è migliorato in dodici mesi Bernard Tomic? L’anno scorso fu una bocciatura senza appello e quindi rimaneva da vedere se quest’anno Tomic fosse o meno in grado di vincere più di 8 giochi o, chissà, addirittura un set. Così una trentina di strampalati figuri vestiti di giallo e di verde, con delle bandierine australiane, si sono volentieri attribuiti il compito di trascinare il resto del pubblico in una divertita dimostrazione sonora. Ma mentre negli spalti si cantava e ballava in campo Federer metteva le cose in chiaro subito: primo game e break a 30, addirittura trasformando la prima palla break. Lo svizzero teneva senza problemi il proprio turno di servizio e cominciava finalmente a cedere qualcosa solo nel terzo game, che Tomic portava a casa scatenando l’entusiasmo degli aussie. La partita si assestava tra qualche finezza di Roger e i testardi tentativi di Bernard di non farsi staccare. Nel sesto game, sul servizio dello svizzero, Tomic arrivava addirittura a 40 ma Federer era persino crudele nel ricacciarlo indietro, prima con uno straordinario rovescio in controbalzo e poi con una “solita” prima centrale. Così, con una certa leggerezza Tomic portava a casa il suo primo game a zero, cosa che a Federer non smuoveva il ciuffo perché prima teneva di nuovo il servizio senza patemi e poi – tra un dritto in anticipo e un rovescio lungolinea – arrivava a procurarsi tre set point. Sul primo Tomic metteva una prima potente; sul secondo il nastro gli aggiustava la volèe e sul terzo Roger metteva in rete un rovescio non impossibile.
Poco male comunque. Federer si aggiusta il colletto, da il brivido del 15/30 agli spettatori commettendo un doppio fallo, poi mette due prime e si va al secondo set.
Tomic lo comincia come peggio non potrebbe. Prima un doppio fallo poi un rovescio in corridoio e infine un dritto troppo lungo consegnano a Roger la prima palla break del secondo set, che ovviamente non basta perché Tomic mette una buona prima. Nei due punti successivi il nastro da una mano all’australiano. Mentre Roger si procura inutilmente delle palle break (saranno 13 quelle sprecate alla fine…) tra gli spalti intanto si fa cabaret. Un signore di quelli in giallo e verde improvvisa una gag con un telefonino gigante che il pubblico mostra di apprezzare. Per Roger cambia poco e chiude con un ace il suo turno di battuta.
Alla fine del terzo game Roger torna alla palla break facendo Federer: gran servizio esterno di Tomic e riposta assurda sull’ultimo cm di campo. Questa decide di buttarla via con un dritto molto semplice uscito di qualche millimetro, dando modo ad un Tomic rinfrancato di chiudere il game con una gran palla corta. Il tempo di far passare due game a zero e di vedere un Federer versione esibizione mostrare cose che voi umani eccetera – tra i quali un pazzesco passante lento, un rovescio stretto sulla linea e uno scambio da altri tempi – e si era già sul 4 pari. E tre palle break. Stavolta era Tomic a giocarle perfettamente, prima con un gran dritto a seguire una buona prima, poi con un accelerazione di rovescio su cui Federer non arriva e infine con un’altra prima su cui lo svizzero non può fare granché. Ma è nell’undicesimo gioco – quando Federer arriva all’ennesima palla break dopo un incredibile scambio vinto con il rovescio che vi preghiamo di mettere nella vostra personale bacheca – che il dato dello svizzero comincia a preoccupare: stavolta la colpa è tutta sua, risposta tenerissima su cui Tomic si avventa.
Siccome il tennis è il gioco del demonio, quando si arriva al tiebreak – con Federer che aveva conquistato 5 punti in più di Tomic e mai aveva corso rischi sul proprio servizio a fronte delle caterve di palle break gettate al vento – Tomic prende subito un minibreak, inventandosi un passante dagli spogliatoi, per quanto era fuori dal campo. Non solo ma Tomic serve solo prime e arriva al 5-3. Qui Federer torna in quei posti dove lui solo può andare, prima recupera il mini break, poi utilizza il suo turno di servizio per andare a set point e infine capovolge uno scambio in mano all’australiano. Due set a zero
Il terzo set si apre con Federer in vena di regali. Due doppi falli portano a Tomic a palla break, la quarta del torneo concesso dallo svizzero; ma una prima e uno scambio “allegro” rimettono le cose a posto. Nel game successivo si torna al già visto: Tomic prova una pretenziosa palla corta su cui si avventa lo svizzero, ancora palla break, l’undicesima. Sprecata con una pessima risposta di rovescio nel mezzo della rete. Sulla dodicesima Tomic si inventa una palla corta perfetta e sulla tredicesima la sventagliata di dritto di Tomic fa il resto.
E’ alla quattordicesima che lo svizzero gioca come se fosse Federer. Punto da altre galassie e finalmente strappa il servizio all’australiano. Prima raccatta due accelerazioni (una di rovescio e una di dritto) di Tomic, poi si inventa un passantino leggero che Tomic riesce ad addomesticare con una splendida volée bloccata e su quella lo svizzero si avventa chiudendo il punto. Incredibile. Partita virtualmente chiusa e infatti quello che segue è accademia. Di altissima qualità, introvabile in altre parti del globo, ma accademia.
Non vi inganni il tono indolente e a volte stizzito di queste righe. Il Federer di stasera ha avuto momenti irraggiungibili per chiunque altro, ed è fuori dal mondo pensare che chi vuol vincere questo torneo non debba fare i conti con lui. Ma rimane la sensazione di un giocatore che non riesca più a “cannibalizzare” la partita. Che abbia rischiato di perdere un set lo deve far riflettere. Lo farà perché tra le tante qualità di questo immenso fuoriclasse c’è la capacità do adattarsi al momento. Il ritrovato servizio, rispetto a quello del biennio infelix 2010/2011, è lì a testimoniarlo.
Buone notizie anche per Tomic che ha perso ma ha mostrato molti progressi soprattutto di testa e di personalità. Non era facile non farsi travolgere dal Federer di oggi eppure, con molta umiltà e orgoglio, l’australiano è andato addirittura vicino all’impresa di vincere un set. Se riuscirà a non farne un episodio isolato avremo trovato, gli australiani e noi tutti, un gran giocatore.