[WC] A. Murray b. [4] A. Zverev 7-6(5) 2-6 7-5
Andy Murray, così come in Australia, sembra non accontentarsi mai di maratone, ha sempre voglia di battaglie e lotte fino all’ultimo. Oggi è stato decisamente accontentato: 3h e 2 minuti per avere ragione di un Alexander Zverev a tratti dominante, a tratti irriconoscibile. E proprio questa poca costanza del tedesco, assolutamente ingiocabile nel secondo e all’inizio del terzo set, con molti più errori e meno logica per il resto della partita, ha permesso un’altra grande vittoria a un Murray attaccato al match dall’inizio alla fine, che (come sempre) non ha mai mollato. Con la quarta vittoria su cinque incontri contro Sascha (che mancava da Cincinnati 2020), ora il britannico troverà ai quarti il sorprendente francese Alexandre Muller (n.170 al mondo), all’esordio in carriera tra gli ultimi 8 nel circuito. Per Sir Andy sarà il 139esimo, primo da ottobre (perse da Korda a Gijon) e quarto a Doha (l’ultima volta nel 2017, vinse contro Almagro).
IL MATCH – dopo un inizio altalenante al servizio per entrambi, tra break di Zverev e immediato contro-break, la partita tende ad assumere un ritmo più lineare e di maggior qualità. Tra i due il tedesco ha qualche errore in più a referto, ma anche più giocate brillanti, che lo hanno portato ad un’altra chance di andare avanti nel quinto gioco, annullata con esperienza da Murray. L’ex n.2 al mondo mostra qualche lacuna sul dritto a tratti, ma quando lo sente bene dà seri problemi al britannico, specie quando il punto si gioca sulla seconda di questi, regolarmente aggredita sin dalla risposta da Zverev, che infatti spingendo regolarmente e con intensità porta a casa un fondamentale break nel nono game. Ma ancora una volta, quando il la tds n.4 serve per il set, la parola fine non è scritta, soprattutto grazie allo spirito mai domo di Sir Andy, che gioca un grande decimo gioco, facendo ben due volte punto con l’amato lob e mordendo sin dalla risposta, impedendo al tedesco di trovare riferimenti. Infine (dopo anche due set point sprecati) il tie-break regala il primo set a Murray per 7 punti a 5; gli è bastato un solo mini-break, tra l’altro concessogli da un errore di Zverev, finora il vero cruccio di una buona partita del tedesco in termini di aggressività e tattica, per chiudere il parziale. Dal canto suo l’ex n.1 al mondo sta giocando la solita partita di generosità e resistenza estrema, che alla lunga possono anche spazientire e innervosire l’avversario.
Come nel primo, anche nel secondo set Sascha porta a casa un break immediato, generato da un punto incredibile che ben mostra il filone della partita: il tedesco attacca, avanza, spolvera il campo, Murray non cede di un centimetro e rimanda tutto di là della rete per minare le certezze dell’avversario. Però ora il 25enne di Amburgo appare ben più determinato e centrato a non regalare nulla e arrivare rapidamente al parziale decisivo. Tiene sempre meglio il campo infatti Zverev, che ha anche due palle del 5-1 sul servizio dello scozzese, il quale deve cacciare il suo meglio, anche in termini di variazioni e non solo di grinta, per rimanere attaccato a un set in cui il gioco dell’avversario, salito particolarmente con il rendimento del dritto, è per larghi tratti impressionante. E, com’era lecito aspettarsi, Murray rimanda solo di poco l’inevitabile. Il n.16 al mondo gioca un grande ottavo game, trovando ancora grandi accelerazioni, spinte dalla sua aggressività e da una stanchezza velata ma che inizia a circolare per il britannico, che non regge l’imposizione di una certa pressione da fondo ed è costretto a capitolare per 6-2.
Il dritto del tedesco continua a macinare punti e a mettere in crisi all’avversario, come nel secondo gioco del set decisivo, e così Zverev rimonta da 40-0 fino a palla break. Esito? Ancora annullata da un Murray che dopo aver tirato un po’ il fiato nel secondo parziale, torna a lottare e sceglie la via dell’attacco a rete (usato a volte in questa partita insieme alla palla corta, ora sempre di più onde accorciare lo scambio) per tenere indietro il biondo di Amburgo. Nonostante a tratti emerga la maggior freschezza del tedesco (d’altronde non ha dovuto compiere un’impresa contro Sonego a primo turno), ancora il n.70 al mondo nel quarto gioco davanti a una palla break non trema, e con uno scambio a regola d’arte chiuso avanzando per non sforzarsi ulteriormente si tiene stretto il suo servizio. E alla fine la resilienza, la grinta, la voglia ancora la fanno da padrone sul centrale di Doha, e ancora Andy Murray rialza la voce. Dopo aver visto Zverev a due punti dal match, nell’undicesimo game il britannico ritrova palla break dopo quasi due ore difendendosi con raziocinio e mandando di là tante palle senza peso. Un capolavoro in risposta su una gran prima gli permette di andare poi a strappare il servizio all’avversario. E, con un altro scambio alla sua maniera, di lotta e recupero, Andy Murray chiude 7-5 un terzo set passato a rincorrere, dove un minimo scatto gli ha regalato un’altra vittoria in maratona. Ancora rimandato Zverev, lontano dai suoi giorni migliori, per quanto inizino ad apparire dei segnali incoraggianti.
[3] D. Medvedev b. [Q] L. Broady 6-4 6-3
Partita, quella vinta da Daniil Medvedev su Liam Broady, che ha presentato molte più insidie del previsto, quantomeno nel primo set. Il britannico infatti, giocatore di medio livello con una buona solidità da fondo, è addirittura il primo a trovare il break, nel game d’apertura, costruendo bene i punti e mettendo pressione sul russo. Alla lunga, chiaramente, la maggior classe della tds n.3 viene fuori, con ricorsi abbastanza frequenti al cambio di rovescio in lungolinea per cercare quello dell’avversario (suo lato certo più debole) per arrivare a portare a casa un primo set molto interessante e ricco di scambi di livello. Broady ha addirittura rimontato un break dopo essersi trovato sotto, prima di capitolare, colpevole anche di un servizio non proprio irresistibile. Nel secondo parziale, salvo un inizio con discreta tenuta di galleggiamento da parte del n.147 al mondo, le differenze di peso di palla e classe emergono fortemente.
Medvedev inizia a tenere un ritmo da fondo elevatissimo, scegliendo raramente la via della rete, e mettendo in campo una difesa da manuale, costringendo il britannico ai salti mortali per un punto. Una volta ottenuto il break nel quarto game, il n.8 al mondo conduce placidamente la partita verso la direzione attesa, deliziando il pubblico rimasto oltre la mezzanotte con qualche colpo da highlights e senza premere troppo sull’acceleratore. Chiude 6-4 6-3 in 1h e 33 minuti di buon tennis, portando in dote buoni numeri anche al servizio: 69% di punti vinti con la prima e un ottimo 57 con la seconda, che soprattutto indicano anche una ritrovata serenità, la condizione fondamentale del tennis dell’ex n.1 al mondo. Con questa vittoria Daniil conquista il terzo quarto di finale della stagione (entrambi vinti, l’ultimo neanche una settimana fa mortificando Auger-Aliassime) e primo in carriera a Doha, all’esordio assoluto in questo torneo. Affronterà Christopher O’Connell, n.94 al mondo, che ha sconfitto in rimonta 3-6 7-6(5) 6-4 il campione uscente e tds n.5 Roberto Bautista Agut, in 2h e 37.
Vittoria che di certo sorprende quella dell’australiano, che si era trovato anche sotto 3-6 4-5 servizio dello spagnolo, dunque ad un passo dalla sconfitta. Reazione di gran carattere quella di O’Connell (che con questa vittoria scala 5 posizioni in classifica), bravo a sfruttare la giornata non certo migliore di Bautista, trovando da parte sua un’ottima resa al servizio, con 11 ace e 69% di punti vinti mettendo la prima in campo. Per il 28enne sarà il terzo quarto di finale della carriera, primo fuori dagli USA dopo Atlanta 2021 e San Diego 2022, l’unico che ha vinto (contro Brooksby). C’è un precedente contro Medvedev, allo US Open 2020, vinto dal russo, che anche domani partirà largamente favorito, in tre set consecutivi senza colpo ferire.