Avevamo già visto l’intervento del fisioterapista per fasciare la parte alta della gamba sinistra di Carlos Alcaraz durante la semifinale del Rio Open; nel terzo set della finale vinta in rimonta da Cameron Norrie, il tennista di Murcia si muoveva a malapena e ora le sue condizioni preoccupano. In conferenza stampa, Carlos ha confessato che il dolore proviene dalla stessa zona muscolare interessata dall’infortunio che l’ha costretto a saltare il primo Slam dell’anno; in attesa di ulteriori esami, l’incertezza è al massimo e la sua presenza ad Acapulco sembra sempre più improbabile e non si conosce ancora l’entità dell’infortunio e le conseguenze.
Dalle parole del numero tre del mondo si percepisce un po’ di preoccupazione sulla sua condizione fisica. Le due finali raggiunte nei due tornei sudamericani in sole due settimane hanno certamente richiesto un grande sforzo fisico per un giocatore al rientro: “il calendario è molto impegnativo. Gioco ai massimi livelli da 15 giorni, senza mai fermarmi. Alla fine, giocando come oggi, nasce il disagio e ti accorgi delle cose. Per prevenire chiedi il fisioterapista e ti fasciano la gamba, ma ho sentito dolore allo stesso muscolo dove ho avuto l’infortunio il mese scorso. È difficile. Ho cercato di giocare al mio livello migliore nonostante quella battuta d’arresto.”
Un ultimo set giocato praticamente da fermo, cercando di chiudere i punti in pochi scambi e lasciando libero il braccio. “Quando sei infortunato, questo influisce sul tuo gioco, perché quando non stai bene devi fare qualcosa di diverso e rischiare più del necessario. Ho cercato di essere più aggressivo e finire i punti più velocemente, ma contro un avversario come Norrie, che è molto duro, è difficile vincere. Prendendo così tanti rischi, finisci per fare molti errori e questo mi ha influenzato molto.
È stata una partita molto dura. Ho avuto le mie occasioni ma non sono stato in grado di sfruttarle. Questo è quello che succede quando non puoi approfittarne contro un grande giocatore come Norrie, che torna sotto in men che non si dica. Fisicamente non sono riuscito a finire come avrei voluto, ma questo è quello che serve per competere in un calendario così impegnativo. Ora penso solo a recuperare. Anche la finale di Buenos Aires è stata molto equilibrata, ma lì ho saputo sfruttare al meglio le mie occasioni. I piccoli momenti hanno fatto la differenza.
Avere l’affetto di così tante persone qui in Brasile è incredibile. Dal primo torneo che ho giocato qui nel 2020, ho già notato tanto affetto, e ogni volta è cresciuto. Ho dei bei ricordi di qui. Ogni volta che vengo, ho sensazioni bellissime.”
Il prossimo impegno in programma doveva essere già questa settimana nell’ATP 500 Abierto Mexicano Telcel presentando por HSBC di Acapulco come testa di serie numero uno, ma la sua presenza è a rischio: “in questo momento non lo so. Ho finito la finale mezz’ora fa ed è qualcosa che dobbiamo valutare con il mio medico e il mio fisioterapista. Dobbiamo vedere la gravità dell’infortunio al bicipite femorale e vedere se posso giocare ad Acapulco senza correre troppi rischi. Voglio davvero giocare lì. Farò tutto il possibile per recuperare e poter giocare.”