B. Shelton b. F. Fognini 6-4 6-1
Non sembrava un buon sorteggio per Fabio Fognini al BNP Paribas Open e purtroppo Ben Shelton si è confermato tale, superando l’azzurro in due set in un’ora e dieci minuti di gioco. A dispetto del punteggio netto, Fognini ha sempre avuto la possibilità di rimanere o rientrare in partita, ma ha pagato i suoi ormai leggendari passaggi a vuoto e il non aver saputo sfruttare le varie opportunità che lungo la strada gli si sono presentate, un po’ create da lui stesso, un po’ offerte da Shelton che certo non se né stato a palleggiare. Come ha detto a fine match, infatti, “sapevo di dover essere solido, senza limitarmi a scambiare da fondo, ma essere aggressivo”. E così ha fatto, anche se quel poco impressionante 65% di punti vinti con le possenti prime suggerisce che non si è materializzata la paura che si giocasse solo sul servizio di Fabio. Per lui, quest’anno, sesta sconfitta in sette match e la top 100 a rischio, tra i 45 punti da difendere a Miami e a Montecarlo, oltre ai 90 della semifinale di Belgrado.
Primo set, Fabio non approfitta della falsa partenza di Ben
Shelton decide di partire al servizio, forse non pensando che Fognini preferisce cominciare con la risposta. E proprio con una risposta vincente sulla battuta seguita a rete inizia l’azzurro. Non bastano (a) Ben 4 prime su 5, è break in apertura confermato con insperata sicurezza. Il ventenne di Atlanta appare contratto, non colpisce sempre pulito, manda fuori bersaglio un paio di seconde; d’altronde arriva da tre sconfitte consecutive, per quanto la prima sia coincisa con un gran risultato, i quarti all’Australian Open. In ogni caso, muove il punteggio e purtroppo Fabio ci mette del suo per cercare di metterlo a suo agio con tre doppi falli consecutivi e un errore in uscita dal servizio: 2-2.
Il piano del nostro è piuttosto semplice, almeno in teoria: incantonare il mancino statunitense nell’angolo del rovescio per aprirsi il campo e affondare sull’altro lato. L’ultima parte non è che si realizzi sempre, ma il Fogna rimedia con qualche giocata da fenomeno. Non è fortunatissimo sul recupero di una smorzata che gli sarebbe valso un nuovo vantaggio al settimo gioco, ma la voglia di stare in campo per adesso c’è. Alcune scelte di Ben ci sembrano da sophomore, ma è pur sempre un giovane arrembante che dall’altra parte della rete vede uno di 15 anni più vecchio. Buona invece invece la decisione al decimo game di fare un ulteriore passo in avanti in risposta (era già molto vicino alla linea di fondo) che, insieme alla disattenzione azzurra e a un puntazzo in difesa, gli vale il break e con esso il set. A fare la differenza, una miglior percentuale di prime in campo per Shelton e, per Fabio, il non aver saputo approfittare di una partenza complicata dell’avversario.
Secondo set, Shelton prende subito il largo
Al secondo gioco, Fognini si ritrova sullo 0-30, si prende un warning per una parolaccia e lo 0-40 è scontato. Si rimette a giocare, ma la terza occasione è quella buona per Ben che poi, sempre concedendo qualcosa nonostante diverse prime sui 220 km/h e oltre, sale 3-0. Tenuta la battuta, Fabio riesce nella non facile impresa di prendersi un warning per violazione di tempo in risposta (non facile perché gli arbitri sono piuttosto restii a infliggerla, ma Renaud Lichtenstein questa volta non esita). Passa un ultimo treno al quinto gioco, ma il lob azzurro sulla palla break esce di pochissimo, come pochissimo apprezzato dal taggiasco è il conseguente come on con tanto di pugno dell’altro.
Il match finisce lì e il 6-1 finale rende la differenza complessiva, con il dritto “arrabbiato”di Ben che fa davvero male, pur non superando in velocità media quello del Fogna. Ma la voglia di lottare su ogni punto non era la stessa per entrambi. Per Shelton, al prossimo turno c’è il derby con Taylor Fritz.