Dopo Miami nel 2021, Jannik Sinner torna a giocarsi una semifinale in un Masters 1000 e lo fa ancora sul cemento americano ma sta volta al BNP Paribas Open di Indian Wells. In tre set l’altoatesino ha battuto il campione uscente Taylor Fritz (qui la cronaca da bordocampo di Luca Baldissera) e il duro lavoro con Vagnozzi e Cahill sta continuando a pagare. “L’anno scorso siamo stati tanto tempo a lavorare mentre adesso cerchiamo anche qualche risultato” ha affermato Sinner. Di seguito le risposte alla stampa di Jannik, che è già sicuro di salire almeno al N.12 del ranking lunedì prossimo. Se Frances Tiafoe dovesse perdere contro Daniil Medvedev la prima semifinale a quel punto Jannik sarebbe sicuro anche della posizione N.11.
Gibertini: Congratulazioni. Ho avuto la sensazione che fosse decisivo rimanere vicino al campo, alla linea di fondo per stare in una posizione migliore per vincere gli scambi;
Sinner: Sicuramente era una parte importante ma dall’altro senso se sei troppo vicino colpisci male la palla o gliela alzi un poco, era difficile mantenere quella posizione. Oggi secondo me era importante colpire la palla giusta ed essere un po’ imprevedibile perché ad un certo punto giocavamo tanto uguale, diritto, rovescio, più o meno tutti e due sapevamo dove tiravamo. È stata una partita veloce, rapida, anche fisica ad un certo punto ma credo che oggi ho risolto un buon problema.
Baldissera: Però si vedeva che spesso eri tu a cercare l’iniziativa. anche questo fa parte del capire il momento giusto in cui prendersi il rischio.
Sinner: In questo senso stiamo lavorando tanto nella progressione verso la rete e mi sento più sicuro, anche di fare delle volée un po’ più difficili soprattutto quelle basse. io sto anche un po investendo per il futuro però secondo me, ripeto, l’anno scorso ho investito tanto, siamo stati tanto tempo a lavorare su questo mentre adesso cerchiamo anche qualche risultato perché siamo venuti qua comunque per giocare più partite possibili e quindi sono contento del risultato.
D: Dal punto di vista mentale, c’è stato un momento in cui dopo le tante occasioni mancate hai titubato un attimo?
Sinner: Semplicemente nel terzo mi sono sentito anche meglio nei game di risposta, anche magari sbagliando, come non facendo il break sul 0-40. Era tosto da accettarlo ma ha servito bene lui, poi ho sbagliato il rovescio sul 30-40. Ma ero contro vento ed era giusto giocare abbastanza profondo. Poi dopo aspettavo un po’ qualche seconda che poi è arrivata, io ero contro vento, lui con vento e ho giocato con più spin e ho trovato il break. Sono stato molto presente e tranquillo.
Baldissera: Questa partita può essere quella della svolta?
Sinner: Ma sicuramente. Quando ho fatto finale a Miami è stato un po’ diverso. Zverev aveva perso contro Ruusuvuori, in semi avevo Bautista Agut, nei quarti Bublik, tutti ottimi giocatori però ora credo di essere un altro giocatore. molto più consapevole delle mie qualità, e dall’altro senso so quanto posso migliorare in tutte le settimane che gioco perché c’è tantissimo da lavorare. Tutti i colpi che faccio non sono un caso. È tanto tempo che non faccio una semifinale in un torneo importante e sono contento, però l’anno scorso ho fatto tanti quarti, e ogni volta che ne giochi uno in più ti senti più consapevole. Quindi sono contento.
Vanni: Come siete arrivati creare la struttura che funziona meglio nel vostro team?
Sinner: Sicuramente ci vuole un po’ di tempo. Ovviamente la mia decisione è quella più importante: ci sono dei tornei dove mi piace tanto giocare, altri dove faccio più fatica apertamente. Poi troviamo anche una soluzione di programmazione, di allenamento, quando facciamo certi esercizi anche fisicamente. Mi ricordo l’anno scorso abbiamo lavorato tanto fisicamente la settimana prima di Madrid e poi lì abbiamo fatto fatica. Comunque ci sediamo a tavola, si parla e si trova la soluzione migliore. Sta funzionando bene.
Nella conferenza stampa in lingua inglese invece ha detto:
Sulla collaborazione con il coach Darren Cahill
“Io e Darren Cahill non parliamo molto prima delle partite, ma lui mi dà sempre qualche ottimo consiglio a livello mentale. Mi aiuta anche tatticamente, ma non vi dirò ciò di cui parliamo. Abbiamo iniziato a studiare e capire sempre meglio anche il gioco degli avversari, modellandolo sul mio modo di interpretare le partite. Un anno fa pensavo solo al mio gioco, senza considerare quello del mio rivale, ma ora sono un giocatore diverso. Ho ancora molto da migliorare, ma in un anno sono cambiate molte cose. La cosa più importante che mi dice sempre Darren è di divertirmi ed essere orgoglioso di dove sono. Anche se in campo non sorrido molto, mi diverto tanto”.
Sul suo fisico
“Darò ancora tanto tempo al mio corpo per svilupparsi. Ora, però, sicuramente sono messo meglio fisicamente rispetto ad un anno fa. Ci prendiamo cura di ogni dettaglio e conosco meglio il mio corpo, so quando allenarmi o quando magari è il caso di andare solo in palestra. Tutti gli infortuni subiti lo scorso anno sono stati difficili da assorbire anche a livello mentale: nel 2023 mi sento molto meglio anche sotto questo aspetto. Tre due o tre anni so che sarò messo molto bene fisicamente”