Conferenza stampa in inglese
Con Emil ci siamo allenati insieme molto spesso nella off-season. Non è mai facile giocare con un buon amico e una brava persona. Abbiamo uno stile di gioco abbastanza simile, piuttosto piatto. Oggi ho vinto i punti importanti, specialmente nel primo set, per cui sono molto contento del livello espresso oggi. Non era facile, specialmente dopo la pioggia quando le condizioni erano un po’ diverse.
D. Simone ha insistito molto sul tuo servizio da quando avete iniziato a lavorare insieme. Nelle ultime due partite hai dovuto affrontare solamente una palla break. È questo l’obiettivo verso cui stavate lavorando? E queste prestazioni al servizio ti aiutano anche nei game di risposta?
Credo che il servizio sia migliorato molto, anche se ci sono giornate in cui faccio ancora un po’ fatica. Credo di aver servito bene contro Andrey il turno scorso, ma anche oggi il servizio è stato buono. Specialmente nei momenti importanti, sulla palla break. C’è comunque ancora tanto lavoro da fare, abbiamo lavorato sul movimento, il lancio, il ritmo, la variazione delle direzioni mantenendo lo stesso movimento. C’è ancora tanto da fare, ma confrontando il mio servizio attuale con quello dello scorso anno, mi sembra che siano due colpi diversi.
D. Potresti incontrare di nuovo Carlos in un altro match di un turno avanzato. Quando guardi il tabellone pensi a questa possibile sfida?
Carlos e Taylor hanno un match difficile, spero possano giocare oggi nonostante la pioggia. Se dovessi giocare con Taylor sarebbe una partita diversa, Carlos varia di più il gioco. Certamente non vedo l’ora di giocare queste partite, sento che mi rendono un giocatore migliore.
Vediamo che accade: il campo è diverso, vediamo se stavolta andrà meglio. Se non succederà, in ogni modo sarà un’occasione per migliorare.
D. Tu e Carlos avete disputato un gran match a Indian Wells. Pensi che le condizioni qui siano più favorevoli al tuo gioco? Trai insegnamenti dagli incontri passati contro di lui per poterlo battere questa volta?
Ho vinto contro di lui sull’erba, l’ho battuto sulla terra, su un campo piuttosto lento a Umago. Era di notte, e piuttosto lento. Qui il campo è rapido, credo che si adatti a entrambi. L’ho visto giocare qui, ovviamente si muove benissimo. Vediamo che accadrà dopo la partita con Taylor che come ho detto è molto difficile.
D. Parlando delle superfici, credi che le diverse superfici non siano un fattore limitante per te? Qualche volta i giocatori sono etichettati come grandi giocatori su una certa superfice: tu e il tuo team volete essere forti su tutti i tipi di campi?
Sì, credo di poter giocare bene su ogni superficie. Ho raggiunto i quarti in tutti gli Slam su tutte le superfici. Sto aumentando la mia forza fisica, e questo aiuta, perché quando la palla rimbalza più bassa, avere più forza aiuta. Vedremo quest’anno sulla terra battuta come andrà.
Non ci sarà molto tempo quest’anno per adattarsi alla terra, Montecarlo è molto presto, ma credo di essere in grado di giocare bene su tutte le superfici.
D. Carlos sta provando a fare il Sunshine Double. Ci sono solo sette giocatori che sono riusciti nell’impresa: credi che sia più difficile che vincere uno Slam?
Dovresti chiederlo a lui: ha vinto uno Slam, ha vinto Miami lo scorso anno, Indian Wells quest’anno, sicuramente è il giocatore più forte in questo momento. Ha perso solo una partita quest’anno, peraltro mentre era infortunato. Io rimango concentrato su me stesso, sul mio percorso.
D. Parli sempre di voler migliorare sempre di più. Sapendo quanto stai giocando bene ora, non è soddisfacente sapere che se continui a migliorare, essendo già ora uno dei migliori giocatori del mondo, il potenziale che potrai esprimere sarà straordinario?
Vedremo che succederà. Fisicamente posso diventare più forte. Diritto e rovescio possono migliorare. Anche a rete posso provare a giocare meglio. In allenamento riesco già a fare molte di queste cose, ma devo portarle anche in partita, anche rischiando un po’.
Certamente posso giocare bene con chiunque già ora. Vediamo cosa accadrà.
Conferenza stampa in italiano
VANNI GIBERTINI: Alla fine del primo set e all’inizio del secondo sembrava che ci fosse molto buio, e gli schermi sul retro sembravano molto luminosi. È una cosa che disturbava in campo?
Vedevo che era buio e non era semplice giocare. Anche la luminosità dello schermo dietro al campo si era alzata, non era semplice. Poi quando abbiamo ripreso anche lì era abbastanza buio, anche se lo preferisco perché la palla si vede meglio, soprattutto nei luoghi in cui dietro c’è il bianco. Ovviamente è lo stesso problema per tutti e due ma la situazione era un po’ diversa.
VANNI GIBERTINI: Tra la fine della prima parte e l’inizio della seconda parte non sembrava ci fosse stata interruzione, perché hai mantenuto molto alto il tuo livello di gioco. Come sei riuscito a mantenere questa concentrazione durante l’interruzione per pioggia?
Quando ha iniziato a piovere mi sono rilassato, perché è l’unica cosa che puoi fare. Poi mezz’ora prima ci siamo riscaldati, sapevo di dover tornare in modalità partita, sono entrato in campo molto bene, anche perché ero già un break sopra, quindi avevo questa tranquillità. Dall’altro lato però non sapevo cosa aspettarmi, magari lui cambiava totalmente il gioco. Però mi sentivo pronto, ho servito bene subito dall’inizio, il primo game era molto importante, poi anche il game di risposta che ho perso ho giocato bene.
VANNI GIBERTINI: Anche oggi hai fatto più vincenti che errori gratuiti. Durante una delle interviste in inglese nei giorni scorsi avevi detto che adesso pensi molto di più ai colpi che devi giocare rispetto a uno o due anni fa. Come ti sei allenato ad automatizzare questa cosa?
All’inizio facevo molta fatica durante i primi tornei con Simone perché andavo in campo con tante informazioni e non riuscivo a giocare il mio tennis. Ora invece è totalmente diverso: riesco a pensare veloce, giocare il mio gioco, ho le informazioni in testa, che qualche volta possono essere cinque-sei, ma qualche volta anche otto-nove, quindi sono informazioni che lui prova a darmi per aiutarmi, però devo essere bravo io a sentire il colpo e decidere se andare o non andare.
VANNI GIBERTINI: Parlando della partita contro Taylor o Carlos, il campo qui è molto particolare, non ci sono altri campi come questo. Tu hai mai giocato di sera qui?
No.
VANNI GIBERTINI: Volevo sapere se pensi che possa essere meglio per te giocare di sera con i riflettori dato che preferisci giocare quando è un po’ più buio perché vedi meglio la palla.
Vediamo. Dipende anche da quando riescono a giocare Carlos e Taylor. So che una semifinale è alle 13 e una alle 19. Non sono io a decidere, però se la parte bassa gioca domani e uno gioca il serale è quasi impossibile che lo mettano all’una, quindi credo che comunque si giocherà all’una. Abbiamo un po’ il sole in faccia, mi sono allenato all’una qui, il centrale è un po’ diverso dei campi fuori, però sono sempre difficoltà che ci sono per tutti e due.