Le vittorie diventano 23 nelle ultime 24 partite: dopo l’Australian Open, Daniil Medvedev ha ingranato la quarta e ben poco ha da rimproverarsi, con l’unica sconfitta arrivata nella finale di Indian Wells contro Alcaraz. Ora lo attende la semifinale contro il connazionale Khachanov, in cui partirà favorito. Ecco la conferenza stampa di Daniil dopo la vittoria in due set contro Christopher Eubanks nei quarti del Masters 1000 di Miami.
IL MODERATORE: Daniil, ben fatto. Raccontaci un po’ della tua partita contro Chris. Ti sei allenato con lui in passato. Cosa ti ha sorpreso del suo gioco?
DANIIL MEDVEDEV: “Sì, è stata una partita difficile. Credo che lui avesse seguito il suo piano; Io ho seguito il mio. Ha cercato di fare punti brevi. Non mi ha dato il ritmo, mi ha reso i punti più corti possibile. Ho provato a fare scambi sempre più lunghi. Penso che ho giocato sempre meglio col passare del tempo. Se lui gioca così è molto pericoloso. Il tennis è una questione di continuità, quindi vediamo come continua questa buona corsa nei prossimi tornei”.
D. Seguendo un po’ quanto appena detto, come ti prepari quando affronti giocatori di tennis che sono di livello inferiore ma che stanno facendo una buona corsa nel torneo?
DANIIL MEDVEDEV: “L’ho detto in campo. Chiunque, direi, tra i primi 200 può tirar fuori una buona settimana. Se non sono ancora tra i primi 100, i primi 50, significa che non sono costanti durante tutto l’anno, ma in una settimana chiunque può battere chiunque, e lo sappiamo nel tennis. Non è facile affrontare qualcuno per la prima volta, perché non conosci esattamente i suoi schemi. Lui invece potrebbe sapere qualcosa in più su di te perché ti vedono in TV. Allo stesso tempo, è quello che cerco di portare, questa continuità in campo. Oggi è stata una partita serrata, dura, con molte opportunità per entrambi. Sono riuscito ad essere al top, ed è quello che cerco di fare ogni volta, non importa se conosco bene l’avversario o se non lo conosco affatto”.
Q. Quindi quell’infortunio alla caviglia è completamente alle tue spalle a questo punto? Lo stai curando o sei totalmente guarito?
DANIIL MEDVEDEV: “Sì, sicuramente non mi dà fastidio in campo. Fa ancora un po’ male, perché probabilmente qualcosa è stato danneggiato. È come, non lo so, come un livido, sai. Il livido farà male per un po’. Spero che vada sempre meglio, ma non mi dà fastidio in campo. A dire il vero, a cominciare dal match con Davidovich, non mi ha infastidito più di tanto. Non so se un giorno pubblicherò le foto di questo livido…”.
D. Potremmo parlare un po’ del vostro rapporto con Karen e della prima volta che vi siete incontrati, la prima volta che siete diventati amici, iniziando a giocare insieme? Come valuti il suo inizio di stagione?
DANIIL MEDVEDEV: “Non ricordo la prima volta che l’ho visto, perché ci conosciamo da tanto tempo. Siamo praticamente della stessa età. Quindi ci siamo conosciuti partendo da tutti i tornei giovanili che abbiamo giocato insieme. Ricordo che poco prima della fascia di età inferiore ai 14 anni, in realtà non era uno dei migliori in Russia. Anche io non ero il migliore. Ma forse un po’ più in alto di lui. Poi è salito molto velocemente. Ha ottenuto alcuni jolly, ha battuto alcuni dei migliori ragazzi quando aveva 15 anni, credo o qualcosa del genere, o 16. Quindi, sì, ha avuto una buona ascesa. Abbiamo già ottenuto molto e passiamo ancora del tempo insieme. Siamo grandi amici e sento che ci rispettiamo molto. È fantastico. Penso che abbia avuto un inizio fantastico in Australia, con la semifinale Slam. Poi non so se qualcosa lo preoccupava, ma non ha giocato molto, ha perso alcune partite, ma ora è tornato al suo meglio qui, in semifinale. Abbiamo già giocato una volta quest’anno. Devo provare a giocare bene come ho fatto lì ad Adelaide (vinse in due set, ndr). Ho giocato una buona partita. Si spera che possa mostrare un buon tennis e provare a vincere”.
Q. Le tue performance passate a Miami non sono state eccezionali. C’è qualche motivo per cui pensi di non aver giocato il tuo miglior tennis qui?
DANIIL MEDVEDEV: “Beh, prima di tutto, il campo è sicuramente più veloce quest’anno. Quindi è fantastico. Anche con il campo lento di Indian Wells sono riuscito a giocare bene. Ora sono in fiducia. Sto giocando bene, a partire da Rotterdam. Non ho giocato al meglio dalla partita con Carballes. Ho avuto poco ritmo. Penso di non aver giocato per tipo tre giorni. Poi ho giocato una partita iniziata dopo la mezzanotte, probabilmente la prima volta nella mia vita. Oggi qui si gioca presto, quindi un torneo un po’ frenetico, ma sono comunque riuscito ad avere un buon ritmo”.
Q. Quando ti imbatti in giocatori che sono connazionali e amici come Karen e Andrey, entri con una mentalità completamente diversa, o è esattamente come se stessi giocando con qualcun altro?
DANIIL MEDVEDEV: “Penso che forse devi sforzarti ancora di più per essere concentrato, e quando dico questo, è solo perché loro conoscono così bene il tuo gioco e tu conosci così bene il loro. Quindi sono quasi sicuro che sappiamo come andrà la partita domani, ed è una questione di chi farà il colpo migliore con quello che abbiamo. Quindi in un certo senso so quando giocherà lungolinea, quando proverà a fare una palla alta, una palla bassa, forse uno slice, qualunque cosa. E lui sa cosa farò. Quindi diventa una gara a chi fa un colpo migliore al momento migliore. Comunque quando sono in campo voglio vincere. Onestamente non mi interessa se affronto un amico o un ragazzo che non mi piace dall’altra parte della rete (sorride). Voglio solo vincere. Ecco cos’è la competizione”.
D. Sei noto per la tua forza mentale, anche di fronte ad avversari duri. Puoi parlare un po’ di come coltivi quella mentalità e se è qualcosa su cui lavori consapevolmente o pensi che sia qualcosa che ti viene naturale?
DANIIL MEDVEDEV: Penso che, come tutto, sia un po’ entrambe le cose. Non sai mai cos’è più importante, il talento o il duro lavoro. In realtà lo sono entrambi. A partire da quando ero molto giovane, non importa a quale gioco gioco, odio perdere. Quindi in realtà odio perdere più di quanto mi piace vincere, e puoi vederlo in campo. Penso che sia una buona cosa. Ma se non lavori bene questo rilascerà un po’ di pressione su di te. Perchè se non ti alleni duramente, dici, sì, beh, ho perso la partita perché non mi sono allenato abbastanza bene. Quindi, di sicuro, ho lavorato con un mental coach, solo per avere una mentalità migliore in campo. Sì, è qualcosa che voglio migliorare. Per esempio, parlando di Indian Wells, ho avuto i miei capricci, il che non va bene. Può portarti fuori dalla concentrazione, e comunque non è un bell’aspetto, ma sono riuscito comunque a vincere le partite e ad essere ancora concentrato durante quelle partite. Ecco, sì, è quello che cerco di fare.
D. Sei uno dei migliori giocatori al mondo.
DANIIL MEDVEDEV: Grazie (sorridendo).
Q. Ovviamente hai avuto un enorme successo. Forse il 2022 come anno non è stato dei migliori. Cosa hai trovato di recente in questo percorso, vincendo così tanti tornei di fila, arrivando alla finale a Indian Wells, in semifinale qui?
DANIIL MEDVEDEV: “Ho ritrovato lo slancio. L’anno scorso, anche se a volte non era come avrei voluto, ho sempre lavorato sodo negli allenamenti. Fisicamente ho sempre lavorato molto, quindi è per questo che sono in grado di fare così tanti tornei di fila. Non ha pagato dividendi come avrei voluto in termini di risultati, ma stavo continuando a lavorare e sono riuscito a trovare molta fiducia quest’anno vincendo sicuramente queste partite a Rotterdam, Doha, Dubai. A volte so anche che a un certo punto puoi avere un momento negativo, quindi cerchi di prolungare il momento migliore il più a lungo possibile. Sono riuscito a continuare qui. L’anno scorso in realtà non ho potuto vincere molti tornei. Certe volte giocavo da Dio, e poi, per qualsiasi motivo, c’è stata una partita che mi ha mandato fuori di testa. Quest’anno sono riuscito a fare molto meglio, soprattutto ultimamente, e spero di poter continuare la stagione in questo modo”.