Vista l’occasione mettiamo a disposizione l’analisi della finale di Miami, nella quale purtroppo il nostro Jannik non ha potuto tirare fuori il meglio ed è rimasto schiacciato da un Medvedev a cui questa volta è bastato rimanere in tranquillità sul piano A. A differenza della finale di Rotterdam, nella quale Jannik nel primo set era riuscito a mettere in difficoltà il russo sugli scambi prolungati, oggi la partita è stata a senso unico.
Riepilogo generale: anche stavolta approfittiamo per presentare una elaborazione nostra delle principali dimensioni di analisi rispetto a servizio e risposta:
i dati sono i seguenti (tutti i valori sono espressi in termini percentuali, lungo gli assi del grafico a “radar”):
- 1st_in –> prime di servizio in campo
- 1st_won –> punti vinti sulla prima di servizio
- 2nd_won –> punti vinti sulla seconda di servizio
- Bp_saved –> break point salvati
- Bp_converted –> break point convertiti
- 1st_ret_won –> punti vinti in risposta sulla prima di servizio dell’avversario
- 2nd_ret_won –> punti vinti in risposta sulla seconda di servizio dell’avversario
- Pt_won –> punti vinti
- Ret_Won –> punti vinti in risposta
- Srv_won –> punti vinti al servizi
è evidente come sotto tutto le principali metriche di servizio il nostro Jannik abbia avuto la peggio e sia stato più o meno dominato. Se mettiamo a confronto la rappresentazione odierna con quella di Rotterdam vediamo che il passo indietro lo si può notare soprattutto sulla performance relativa alla seconda di servizio. Mentre in Olanda Sinner era stato competitivo sugli scambi, costringendo Medvedev a cambiare registro tattico, oggi anche in questa situazione di gioco si è trovato a mal partito.
Direzioni al servizio: sulla base del charting (mappatura) che potete trovare in fondo all’articolo – abbiamo rappresentato graficamente nel dettaglio le scelte al servizio dei due giocatori:
I grafici si leggono in questo modo: le frecce azzurre rappresentano le direzioni dei servizi dal lato della parità (con i giocatori che servono da destra verso sinistra). Le frecce gialle invece rappresentano le direzioni dei servizi dal lato del vantaggio (con i giocatori che servono da sinistra verso destra). Lo spessore della freccia da visivamente conto di quanto sia stata pronunciata la scelta di una determinata direzione rispetto all’altra. I valori sono espressi in percentuale, con l’area di servizio che è divisa in 6 aree:
- Servizi dal lato della parità
- Servizi ad uscire (wide)
- Servizi centrali (body)
- Servizi sulla “T” del servizio
- Servizi dal lato del vantaggio
- Servizi ad uscire (wide)
- Servizi centrali (body)
- Servizi sulla “T” del servizio
Andiamo a vedere anche questa volta come sono state le scelte e cosa è cambiato fra Rotterdam e Miami:
è impressionante vedere come nel caso di Medvedev le scelta si siano replicate quasi al millimetro, mentre Sinner ha cercato di variare maggiormente, distribuendo in maniera più equa e facendo meno ricorso al servizio ad uscire slice, che a Rotterdam comunque aveva portato buoni frutti.
In termini di efficienza di tali scelte continuiamo il paragone con Rotterdam:
Questo forse è il dato che più ci ha colpito: rispetto a Rotterdam sembra esserci stata una scelta deliberata di usare meno lo slice a uscire dal lato della parità; ma tale scelta tattica, così come a Rotterdam, si è dimostrata quella più proficua per Sinner. Visto che ormai ci manca la controprova, sarebbe interessante poter vedere in un prossimo incontro su superficie rapida cosa succederebbe se Medvedev venisse sistematicamente (diciamo oltre il 75% delle volte) con servizi slice. Forse, nonostante le sue somme doti di recupero, dover gestire tanto campo in uscita dal servizio avversario potrebbe essere troppo perfino per lui. La scelta invece di sparigliare maggiormente le carte invece sembra aver dato i suoi frutti nei servizi da sinistra (dal lato dei vantaggi per intenderci) per Sinner. Lato Medvedev invece si riscontra più o meno la stessa intoccabilità quando il russo aveva messo le prime di servizio.
Performance in risposta: entrambi i giocatori sono stati estremamente conservativi, in quanto in pochissime occasioni hanno cercato di entrare in maniera incisiva sulla seconda di servizio dell’avversario. Per quanto riguarda la posizione in risposta il russo si è posizionato come da consuetidine sui teloni di fondocampo al momento di rispondere sulle prime avversario e anche sulle seconde l’atteggiamento non è stato molto diverso. In questo caso non riportiamo il dato di Rotterdam per il russo in quanto sono abbastanza sovrapponibili.
Nel caso di Sinner invece il confronto con Rotterdam invece è interessante in quanto qualche aggiustamento significativo lo possiamo notare:
Sulla risposta alla seconda di servizio di Medvedev l’italiano è rimasto parecchio più indietro, cercando di far partire lo scambio e regalarsi più tempo contro le seconde imprevedibili del russo. Che tale tattica abbia portato dei frutti oggi è difficile dirlo in quanto le risposte sulla seconda di servizio normalmente sono il terreno della guerra d’attrito dove con ogni probabilità gli scambi si allungano oltre i 5 colpi e oggi Jannik ha mostrato evidenti limiti di tenuta fisica. Un peccato perchè rimane il punto interrogativo sull’efficacia di una scelta tattica comunque deliberata.
Lunghezza degli scambi: questo è il dato dove la differenza con Rotterdam salta maggiormente all’occhio. Mentre in Olanda il primo set è stato un ruminare di scambi prolungati e nei quali Jannik ha spesso avuto la meglio, oggi non c’è stata particolare storia.
La prevalenza sugli scambi brevi di Medvedev, seppur non spettacolare rimane. Mentre sugli scambi prolungati il russo ha letteralmente apparecchiato la tavola e banchettato su di un Sinner che come ha esplicitato durante la premiazione non era al meglio fisicamente. L’italiano comunque è stato bravo come sempre a non mollare e cercare di lottare con quanto aveva a disposizione.
Gestione delle situazioni di pressione: uno dei grandi miti nel tennis è quello della solidità mentale e delle gestione dei punti importanti; si sa, nel tennis i punti non si contano, ma si pesano; e allora ci siamo fatti una domanda: ma è vero che certi giocatori riescono ad alzare il livello e a mettere la prima in certi momenti, con più frequenza del solito? Siamo andati allora a vedere oggi cosa hanno combinato Jannik e Daniil: la percentuale di prime in campo dei due finalisti è stata la seguente:
Dopodichè siamo andati a considerare cosa è successo in alcune situazioni di gioco che abbiamo considerato come “Pressure Points”: in pratica, tutte le volte in cui il punteggio era di Break Point o di 40-40 abbiamo considerato che quel punto fosse un punto “delicato” e siamo andati a incrociare i dati: risultato? alla fine il campione ricalca tutto sommato la popolazione generale; oggi non abbiamo visto in questo aspetto situazioni molto sopra o molto sotto la media;
% di prime di servizio in campo in situazioni di pressione – MIAMI FINAL 2023
Interessante poi vedere anche le scelte dei due giocatori in questi frangenti sulla prima di servizio: la classica domanda che per forza di cose frulla nella testa di un giocatore in queste situazioni di stress è: dove servire? che direzione scegliere? Soprattutto quando i due si trovavano a giocare dal lato del vantaggio, hanno cercato un po’ di sparigliare le carte: Medvedev, che normalmente aveva servito solo il 55% delle prime a uscire in situazione di “pressure points” è andato esterno nel 75% dei casi. Sinner addirittura quando si è trovato a giocare palle pesanti dal lato del vantaggio è sempre andato al centro!