TENNIS FOCUS – Si è conclusa due giorni fa la Ryder Cup, il confronto tra le due maggiori potenze golfistiche. Fascino e tradizione di una competizione unica dalla quale abbiamo rubato qualcosa per provare ad attuarla nel tennis.
Con il successo di Donaldson su Bradley si è chiusa la quarantesima edizione della Ryder Cup, forse la competizione più affascinante dello sport mondiale. La Ryder Cup non è solo un torneo di golf, è qualcosa di più. E’ un confronto storico che, dal 1927, mette in palio la supremazia mondiale tra le due maggiori potenze golfistiche (già questo basterebbe a catturare l’interesse comune). E’ un evento affascinante, accattivante che tiene incollati agli schermi anche i non appassionati di golf e che stravolge, momentaneamente, le regole di questo sport. Usa contro Europa, 12 contro 12, in una tre giorni fatta di bunker, green e anche qualche pozza d’acqua. L’ultima edizione è stata ospitata dall’Europa, campione in carica, sul green scozzese di Gleneagles.
Il golf è in fin dei conti uno sport singolo, ma proprio come il nostro tennis ama talvolta raggrupparsi a squadre per creare qualcosa di unico come la Ryder Cup (nel tennis vedere Coppa Davis). Dunque la Coppa Davis è la nostra Ryder Cup? Rispondendo impulsivamente magari verrebbe da dire “sì”, ma se facciamo passare solo qualche secondo in più vengono fuori una marea di differenze incolmabili tra le due competizioni. In primis la cadenza, biennale la Ryder, annuale la Davis. Poi le squadre, nazionali per il tennis, continentali per il golf. Basterebbero queste due per dimostrare l’abisso di differenze tra le due competizioni.
Proviamo allora ad immaginare una Ryder Cup di tennis. Come detto abbiamo bisogno dei migliori dodici europei contro i migliori dodici statunitensi. Già dalla prima premessa sorgono le prime difficoltà visto che non siamo più negli anni ’90. Semplifichiamoci un po’ le cose espandendo i confini, comprendendo Canada e America Latina nel team USA che ovviamente a questo punto non sarà più tale. Anche facendo questo però la situazione non cambierebbe di molto, le due squadre, basandoci sul ranking ATP, sarebbero:
EUROPA: Djokovic, Nadal, Federer, Wawrinka, Ferrer, Berdych, Cilic, Dimitrov, Murray, Tsonga, Gulbis, Monfils.
AMERICA NORD E SUD: Raonic, Del Potro, Isner, L. Mayer, Giraldo, Pospisil, Johnson, Querrey, Young, Berlocq, Del Bonis, Bellucci.
In pratica, per citare un altro sport, sarebbe Serie A contro Serie B e C. Il dato che emerge è quasi spaventoso, il primo in graduatoria della selezione americana è l’unico in top ten a dispetto degli otto della squadra europea. Inoltre una volta letti i nomi e lette le posizioni in classifica viene da pensare alla supremazia europea nella nostra disciplina, ma ovviamente tutti sanno che non è stato sempre così.
Tentiamo, a questo punto, a farvi dei balzi all’indietro nel tempo scendendo a ritroso di una decade per volta. La classifica presa in esame è quella di fine 2004, le due squadre si sarebbero composte in questo modo:
EUROPA: Federer, Safin, Moya, Henman, Johansonn, Robredo, Hrbaty, Grosjean, Youzhny, Haas, Pavel, Massu.
AMERICA NORD E SUD: Roddick, Coria, Agassi, Nalbandian, Gaudio, Canas, Spadea, Gonzalez, Chela, Dent, Fish, Horna.
La situazione in questo caso migliora per gli americani visto che in squadra si ritrovano ben 5 top ten a differenza dell’Europa che ne ha solo quattro tra le sue fila. Il decimo è Hewitt, australiano e quindi non inserito in nessuna lista. Nella classifica 2014 invece non ce n’era nessuno, solo Del Potro era un potenziale top ten nonostante adesso stia cadendo in basso a causa dell’ennesimo infortunio al polso.
Continuiamo allora, facendo l’ultimo balzo della nostra analisi ritrovandoci al lontano 1994. Anche qui si ritrova equilibrio in confronto ai giorni nostri:
EUROPA: Becker, Brugera, Ivanisevic, Edberg, Berasategui, Stich, Kafelnikov, Rossett, Medved, Muster, Krajieck, Korda.
AMERICA NORD E SUD: Sampras, Agassi, Chang, Martin, Courier, Washington, Yzaga, Reneberg, Palmer, Krickstein, Wheaton, Adams.
In questa nostra ultima selezione il discorso top ten rimane equilibrato. Sei per l’Europa e quattro per le Americhe, gli Usa in questo caso però regalano alla squadra la coppia in testa formata da Sampras e Agassi, statistica che abbiamo visto ripetersi solo nella classifica dei giorni nostri.
Queste stilate sono soltanto tre potenziali squadre adatte per giocare la nostra Ryder Cup. Ci sarebbe adesso da scegliere la formula e la cadenza negli anni. Ci dilungheremmo troppo però e le varianti sarebbero infinite. Certo è però che vedere tutti questi tennisti giocare una tre giorni per i loro continenti sarebbe infinitamente suggestivo. Piccolo neo, esclusivamente nostrano, è la non partecipazione italiana nelle squadre europee stilate nell’articolo. Per sventolare il tricolore allora dobbiamo tornare al golf dove siamo stati magicamente rappresentanti da Costantino Rocca prima e dai fratelli Molinari poi, tutti vincitori inoltre del prestigioso trofeo.