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[16] L. Musetti b. M. Kecmanovic 7-6(1) 6-0
Lorenzo Musetti, accreditato della sedicesima testa di serie ai nastri di partenza del Rolex Monte-Carlo Open, è approdato al secondo turno dove dovrà incrociare la racchetta in un derby italico con il pesarese Luca Nardi. Il tennista toscano ha staccato il pass per il round successivo vincendo, quando l’orologio del Campo dei Principi faceva scoccare il primo minuto oltre l’ora e mezza di gioco, lo scontro contro il serbo Miomir Kecmanovic per 7-6(1) 6-0.
Una partita dai due volti, un primo set dove l’azzurro ha fatto grande fatica nel reggere lo scambio da fondo, sempre costretto alla passività e al dover subire inerme le trame del nativo di Belgrado. Andamento del parziale che sicuramente ai punti avrebbe premiato il serbo, certamente più meritevole per le potenziali occasioni di fuga che si è procurato, e nel quale Lorenzo si è rivelato molto contratto nelle esecuzioni ma anche poco coraggioso nel ricercare i lungolinea come è fisiologico che sia all’interno di un periodo di forma contraddistinto da una scarsa vena di vittorie: prima del ‘1000’ monegasco, 2 successi negli ultimi 10 incontri ufficiali.
Inoltre uno dei fiori all’occhiello del suo prelibato braccio tennistico, la smorzata, non sembrava volerne sapere di inquadrare il campo nella sua morbida discesa. Tuttavia arrivati al tie-break lo sport del diavolo ha mietuto l’ennesima vittima, dominio imprevedibile e senza la ben che minima titubanza del carrarino che ha incantato a suon di passanti da cineteca. E proprio la palla corta, poi, è stata la cartina tornasole del repentino e irreversibile crollo di Kecmanovic: il quale è uscito dalla partita schiacciato dal fardello delle energie spese ad Estoril e dall’esito del parziale inaugurale in Costa Azzurra. Il Muso ringrazia, e adesso si prepara per lo scontro fratricida: segnali positivi, l’abnegazione e la volontà di lottare nonostante le oggettive limitazioni del momento in termini di fiducia e sensazioni. Ciononostante il bagel alla ripresa dei giochi contro un avversario che non vedeva l’ora di rientrare negli spogliatoi non può essere considerato un test attendibile, perciò l’ostacolo Nardi ci dirà di più sulla risalita della china di Musetti.
Con questa affermazione il n. 2 d’Italia si porta sul 2-0 nel conto dei confronti diretti al cospetto dell’ex allievo di Nalbandian: la prima era giunta ad ottobre 2022, nella semifinale partenopea andata in scena sul cemento outdoor dell’ATP 250 di Napoli. Un 6-3 6-4 che avrebbe poi lanciato Lorenzo verso il secondo titolo della carriera nel circuito maggiore: vinto ironia della sorte a spese del connazionale Berrettini, proprio ora che si prepara ad un altro match dove il rivale sarà un amico tricolore.
Primo Set: Musetti soffre maledettamente, ma riesce comunque a trascinare Kecmanovic al tie-break dove poi domina
La prima metà del parziale inaugurale vede i turni di servizio scorrere abbastanza agevolmente, si giunge infatti sul punteggio di 3-3 con soltanto due game – sui sei finora disputati nel match – che hanno raccontato di una risposta capace di inerpicarsi a 30, uno a testa per i protagonisti che si stanno dando battaglia sul Campo dei Principi: il gioco d’apertura della sfida con Musetti alla battuta e quello che ha portato il conteggio ancora una volta in equilibrio nella terza occasione in cui Kecmanovic ha dovuto servire.
Proprio in quest’ultima circostanza Lorenzo si è costruito la potenziale opportunità per procurarsi la prima palla break del match, tuttavia sul 30-30 non si è dimostrato sufficientemente cinico per rendere concreta tale possibilità permettendo al tennista serbo di uscire indenne da questo momento di difficoltà. Sfumata questa chance, è toccato poi al classe 2002 toscano doversi disimpegnare con un turno di battuta alquanto complesso: nel settimo game, la testa di serie numero 16 nonostante fosse avanti prima 30-0 e successivamente 40-30 si è fatta rimontare ritrovandosi così a concedere due break point ai vantaggi. In qualche modo, coadiuvato anche da un pizzico di buona sorte, affidandosi prevalentemente al fondamentale d’inizio gioco l’allievo di coach Tartarini si è salvato da un precipizio che avrebbe significato – qualora il ruzzolone fosse stato completato – vantaggio in favore del 23enne di Belgrado sul rush conclusivo della frazione.
In generale, comunque, l’azzurro sta incontrando una fatica abnorme nel tenere lo scambio con competitività visto che alla fine della fiera si ritrova sempre, in ogni singolo quindici, sui teloni condannato ad una costante fase difensiva contraddistinta sostanzialmente dalla “non” presenza di alcuna parvenza di sbocco positivo per portarsi a casa il punto. Quantomeno per ora il servizio lo ha sostenuto, rivelandosi l’ancora di salvezza con cui rimanere avvinghiato alla scia balcanica. Difatti il fresco finalista dell’Estoril dopo un’iniziale ruggine dovuta alla minor frequentazione dei campi vista la recente corsa portoghese – un avvicinamento quasi all’opposto rispetto al Muso che invece, contrariamente, ha potuto raggiungere il Principato Monegasco molto prima data l’uscita di scena nei quarti in quel di Marrakech – si è sciolto trovando maggiore fluidità nel suo tennis e iniziando a comandare gli scambi grazie all’impatto della propria prima, successivamente calata vertiginosamente di rendimento.
La parte finale del set porta in dote, per certi versi, un abbassamento ulteriore della qualità di gioco e del livello complessivo ammirati sinora: entrambi sbagliano tanto con copiosi errori che non sembrano volersi arrestare. Il 21enne di Carrara si trova così costretto ad affrontare un altro turning point mica da ridere, un 30-30 sul 4-4 che potrebbe garantire al n. 34 ATP la ghiotta e nitida opportunità di andare a servire per il set. Qui il “nostro” tira fuori gli attributi e tutto il talento di cui dispone il proprio braccio, mettendo a segno un eccezionale tracciante lungolinea di dritto in corsa al termine di uno scambio durissimo sul piano fisico. Purtroppo però, le peripezie non sono ancore finite: Lorenzo si mette di nuovo nei guai da solo estraendo dal cilindro l’ennesima palla corta che non trova il campo, di questo suo primo tribolato parziale. Dopodiché va nuovamente in scena un altro braccio di ferro da terra battuta, dunque a suon di arrotate come se non ci fosse domani, e Musetti fa esplodere gli appassionati italici assiepati sugli spalti vincendo un altro massacrante scontro da dietro la linea di fondo: esultanza d’ordinanza indicando il quadricipite della coscia destra, punto intascato di sofferenza e spirito di abnegazione (4-4).
La strada per il tie-break è ormai tracciata. Ebbene il “tredicesimo game” si materializza, e si rivela un assoluto e totale dominio a marca azzurra. Il carrarino strappa subito un mini-break sull’1-1 spingendo con il dritto e avendo finalmente il destino del palleggio sulla sua racchetta, poi è la classe sopraffina toscana a salire in cattedra tra un passantone incrociato in cross tirato vincente con la schiena spiaccicata sul telone ed un recupero in parallelo su una palla corta eseguita senza alcuna logica dall’avversario, attraverso il solito magistrale monomane che illumina d’immenso. Risultato? Sequenza di sei punti consecutivi per l’italiano che così fa suo il primo set 7-6, 7-1, dopo quasi un’ora e dieci di durata.
Secondo Set: Kecmanovic ha svuotato il serbatoio, bagel per Musetti
All’improvviso il serbo machine si sgonfia senza colpo ferire, tutte insieme affiorano le fatiche portoghesi e il cui macigno viene ulteriormente appesantito da una versione di Miomir che appare aver accusato e non poco l’andamento del set apripista. Di contro, il Muso nazionale alleggeritosi dell’emotività che deriva dal dover giocare un parziale con la scarsa fiducia che viene alimentata da un periodo di forma con poche gioie; inizia a trovare le sue accelerazioni lungo riga finalmente decontratto e libero nei colpi. Accademia azzurra che fa da contro altare ad un Kecmanovic che ha spento la luce conscio di non possedere le energie necessarie per ribaltare il match. E così il bagel è servito, 6-0 in 22 minuti.