dal nostro inviato a Barcellona
B. Shelton. b Mc Donald M. 7-5 6-4
100 minuti tondi sono sufficienti alla giovane promessa americana Ben Shelton per avere la meglio sul più esperto connazionale McDonald e portare a casa la seconda vittoria a livello ATP su terra battuta in quel di Barcellona. Partita sulla carta equilibrata che vedeva McDonald favorito per i bookmakers anche con un certo margine (1,73 vs 2,10), nonostante la classifica dicesse rispettivamente 37 contro 54, ma praticamente un novizio su questa superficie a livello ATP.
Primo set: match equilibrato, Ben sfrutta il tifo del pubblico
Partita che inizia con il giovane mancino americano al servizio: primo turno subito combattuto nel quale Ben deve ancora trovare la misura dei colpi, soprattutto sul dritto. ma passato lo spavento è proprio il giovane mancino a condurre le danze, con un break quasi senza colpo ferire nel quarto gioco, grazie ad un mix di ottime soluzioni lungolinea, sia di dritto che di rovescio. Al resto ci ha pensato McDonald con due banali errori di manovra. Situazione che però torna ben presto in equilibrio con Shelton che è costretto a cedere le armi nell’ottavo gioco. In entrambi i casi il giocatore al servizio non ha opposto resistenza, con entrambi che hanno convertito il break alla prima opportunità. A quel punto il set sembra avviato a concludersi al tie-break ma nel dodicesimo gioco torna la battaglia con Shelton che chiude il parziale al secondo set point dopo uno scambio prolungato nel quale viene premiato il suo maggior coraggio e le variazioni proposte. Primo parziale che si chiude così in 54 minuti a favore di Big Ben e con un pubblico che mano a mano comincia a riempire gli spalti e si schiera decisamente dalla parte del più giovane ed estroso degli americani. Tribune che a questo punto sono abbastanza gremite sul campo secondario, nonostante sia mezzogiorno di un lunedì lavorativo. Il pubblico di Barcelona come al solito risponde presente e non si lascia scappare l’opportunità di seguire il match sul più intimo campo numero 1.
Secondo set: la girandola di break alla fine favorisce Shelton
secondo parziale in sostanza ingiudicabile. Va bene che siamo sulla terra battuta outdoor e che le palle probabilmente risentono del fresco della mattina, ma decisamente 5 break di servizio in 10 giochi sono troppi. Nel calcio sarebbe un festival del gol, nel quale però le difese hanno evidenti colpe. Per riassumere il set possiamo dire che l’aspetto mentale sembrava dover dare un vantaggio al più esperto Mc Donald che riesce a portarsi sul 4-2, ma sul più bello si spegne la luce e e vengono meno le energie fisiche e nervose. Dal 4-2 parziale di 4 giochi per Shelton, che va a chiudere in bellezza sostenuto dal pubblico, che non può non aver notato i ripetuti vamos urlati da Shelton per caricarsi. Dopo il controbreak del 4-4 Shelton vola sul 5-4 a suon di servizi vincenti e si prende il definitivo 6-4 con McDonald ormai uscito dal match sotto il profilo nervoso.
Alla fine del match abbiamo avuto modo di confrontarci con l’allenatore di Shelton, Dean Goldfine:
D: Dean, innanzitutto grazie per il tuo tempo e per la tua disponibilità: Per Ben giocare sulla terra rossa è un po’ novità, questa è la sua seconda vittoria su questa superfice a livello ATP; secondo te quali sono i suoi margini di miglioramento qua?
R: Beh, penso che abbia molto da imparare. Non solo a questo livello, ma, sai, non ha mai giocato una partita sulla terra rossa prima di Estoril. Quindi, sì. È una superficie molto nuova per lui, sai, c’è molto da imparare, ma penso che ovviamente debba giocare il suo gioco, che è uno stile di tennis aggressivo, sai, deve variare, ma poi allo stesso tempo deve trovare il giusto equilibrio. Ci vorrà tempo ma credo che, sai, alla fine possa diventare un giocatore molto bravo anche su questa superficie.
D: Quindi pensi che il suo gioco possa adattarsi anche sulla terra, o pensi che anche a lungo termine sarà comunque più efficace sulle superfici veloci?
R: Beh, probabilmente avrà più successo sull’erba e sul duro, ma penso che possa avere successo anche su questa superficie. Cioè, probabilmente non sarà la sua preferita superficie, ma credo che potrà ottenere buoni risultati anche qua.
D: Il prossimo match sarà contro Ruud, un top player sulla terra. Che tipo di insegnamenti potrà trarre dal giocare contro un giocatore di questo livello?
R: Beh, ora per lui, sai, ogni partita è un’esperienza di apprendimento. Sono tutte situazioni nuove per lui. Ha già giocato contro Casper e ha vinto, ma era su un campo duro. Quella di domani sarà sicuramente una partita molto diversa anche perchè in quell’occasione si giocava in un campo piccolo e Casper non poteva stare molto indietro a rispondere e in generale aveva meno spazio per recuperare. Ma in ogni caso Ben andrà in campo con l’atteggiamento giusto cercando di vincere, ma in ogni caso giocare domani contro Ruud sarà una magnifica esperienza.
D: Shelton adesso è numero 37 del mondo, che obiettivi vi ponete per il 2023?
R: Si è vero adesso è numero 37, e per quel che mi riguarda sarei contento se terminasse la stagione in quello spot, perchè sta andando tutto molto rapidamente. Adesso la cosa più importante non è guardare la classifica ma crescere nel modo migliore e fare esperienza. Poi è veramente complicato fissare degli obiettivi specifici, adesso il nostro focus è vincere più match possibile, ma soprattutto farlo crescere come giocatore. Quindi in definitiva non mi preoccupo del ranking, mi preoccupo del lavoro da fare.
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Shelton al prossimo turno andrà con Ruud, che oggi si è fatto vedere vedere sui campi di allenamento e che abbiamo avuto modo di sbirciare, e che sembrava bello in palla con i suoi topponi di dritto. Abbiamo avuto modo di intervistare il suo sparring partner della Rafa Nadal Academy che ci ha riportato quanto segue:
D: Come state vedendo Casper questi giorni? non era molto soddisfatto di come aveva cominciato la stagione…
R: Si l’inizio non è stato quello sperato; abbiamo tentato di allungare la stagione scorsa fino alla fine degli Australian Open, visto che poi a dicembre ci sono state anche delle esibizioni; la preparazione vera l’abbiamo così impostata dopo gli Australian; siamo riusciti a fare alcune buone settimane e speravamo di fare meglio di quello che è venuto fuori, ma comunque lui è tranquillo e sta lavorando per tornare al suo miglior livello.
D: Diresti che è più un problema mentale, tecnico, fisico…
R: Alla fine tutti i tornei sono difficili, ma a livello fisico sta perfetto e pure come tennis tecnicamente sta bene. Ma certo quando non vinci entrano dei dubbi ma Estoril è stato fondamentale per ritrovare fiducia. A Montecarlo non è andata, ma io credo che lui sia pronto.