Da Barcellona, il nostro inviato
F. Passaro b. F. Verdasco 6-1 6-1
Barcellona da qualche anno a questa parte sembra diventato il cimitero degli elefanti iberici, tennisticamente parlando. È diventata infatti tradizione chiudere qui la carriera, come Robredo l’anno scorso e Andujar e Feliciano Lopez quest’anno. Poi c’è un altro che pare proprio prossimo alla pensione ed è il buon Fernando Verdasco, che tante soddisfazioni ha dato al tennis spagnolo con le sue accelerazioni mancine di dritto, ma che oggi è la pallida controfigura di se stesso. Non ci stupiremmo di vederlo salutare a breve vista la prestazione, che ha fatto sembrare un pur solido Francesco Passaro un’ira di Dio.
Il 22enne italiano è oggi alla terza apparizione in un tabellone principale ATP quest’anno e ha sfruttato appieno l’occasione, portando a casa il match in appena 62 minuti, vincendo 6-1 6-1. Verdasco è apparso lento e impacciato e anche i suoi colpi sono solo l’ombra di quella strapotenza fisica a cui ci aveva abituati. Sotto il profilo statistico spicca l’86% di punti vinti con la prima di Passaro, il cui servizio non è esattamente quello di Isner. Verdasco ha cercato di combinare qualcosa sulla seconda dell’italiano, ma non è bastato. Soltanto nel primo set c’è stato un barlume di partita con Verdasco che ha avuto uno scatto d’orgoglio per recuperare uno dei due break; ma è stato pressochè il canto del cigno, con Passaro che poi ha continuato a macinare gioco, chiudendo il set per 6-1. Nel secondo set l’italiano ha usato la cortesia di evitare il bagel a Verdasco davanti al pubblico di casa; ultimo game abbastanza emblematico: penultimo punto nel quale Verdasco prova a tirare fuori il meglio e prova ad attaccare l’italiano che però trova uno stupendo passante incrociato stretto di rovescio. La mazzata decisiva per il povero Fernando che chiude mestamente con un doppio fallo che sigilla un match per lui da dimenticare. Per Passaro una bella iniezione di fiducia e qualche punticino che non guasta per tornare ad annusare la top 100.
A. Shevchenko b. L. Giustino 6-2 6-2
Nell’altro match della mattina si scontravano Lorenzo Giustino e Alexander Shevchenko. L’italiano era a caccia della sua seconda vittoria a livello ATP (dopo il primo turno superato al Roland Garros nel 2020). Il russo invece è un giovane che probabilmente non salirà agli onori delle cronache, ma che comunque è recentemente riuscito a sfondare quel tetto di cristallo della top 100 (anche grazie ai Challenger), che nel tennis è una vira lifeline, ovvero quella che divide l’élite che va diretta ai main draw dello slam, dal purgatorio di chi invece se la deve sudare. Per Alexander questa settimana best ranking al 98 che dopo la vittoria odierna potrà ancora migliorare. La partita anche in questo caso non ha molto da dire; le due statistiche chiave sono la resa sulla prima palla del russo e l’incapacità di difendere la seconda dell’italiano. Sulla prima Shecvchenko ha portato a casa l’83% dei punti, mentre sulla propria seconda di servizio Giustino ha raccolto appena il 27% dei punti. Due statistiche che combinate spiegano agevolmente il risultato finale di 6-2 6-2 per il tennista russo.
M. Arnaldi b. J. Munar 6-3 6-4
Vittoria sofferta 6-3 6-4 e importantissima per Matteo Arnaldi che prende lo scalpo di un Jaume Munar non ai suoi migliori livelli ma che comunque rimane un bel cagnaccio sulla terra rossa. I due arrivano a questo match in condizioni abbastanza differenti: l’italiano ha appena portato a casa il titolo nel Challenger di Murcia, a casa di Alcaraz, mentre Munar viene da una serie di primi e secondi turni, anche se a Montecarlo ha dato segni di vita, mettendo in difficoltà Rublev, che poi è andato a vincere il torneo.
IL MATCH – Primo set nel quale Arnaldi parte subito a cannone e si lancia sul 3-0, salvando anche un paio di break point che avrebbero rimesso subito in partita il suo avversario. Ma il break è solo rimandato, con Munar che ingaggia una lotta senza quartiere nel quinto game, e al termine di una battaglia durata 15 punti porta a casa il game; Jaume però paga lo sforzo e nel game di servizio successivo alla prima occasione cede le armi e manda nuovamente a condurre l’italiano. Da lì in poi il set non ha storia, con Matteo che chiude comodamente 6-3.
Tuttavia, dato che nessuno dei due è un gran servitore, gli equilibri sono precari e la prima di servizio è un fattore relativo. Nel secondo set infatti si assiste a una girandola di break e contro break con l’italiano però che è sempre quello a mettere la testa avanti e Munar a rincorrere. Lo spagnolo è perennemente in affanno e trova l’ultima parità sul 3-3, prima di cedere il break decisivo al nostro Matteo. Il finale di partita è però ben diverso dal tranquillo scivolare del primo set; prima Arnaldi ha a disposizione un Match point sul 5-3 e servizio Munar, ma lo spagnolo annulla, dopo alcuni attimi di nervosismo per una chiamata sbagliata che anzichè 40-30 Spagna ha portato appunto il match point Arnaldi. In quest’occasione Matteo è sfortunato e la sua risposta profonda è fuori di un niente. Nel game successivo poi Munar ha un ultimo sussulto e si issa addirittura sullo 0-40, ma qui Arnaldi è bravissimo a mantenere i nervi saldi e a raddrizzare una situazione davvero complicata. La prima palla break è annullata con una discesa a rete sulla seconda del tutto inattesa. La seconda palla break è ancora una volta Matteo a prendere in mano lo scambio e dopo una pressione sempre crescente costringe all’errore Munar. Sulla terza infine l’italiano pesca un ace a uscire dal cilindro e raggiunge la parità. Da lì poi è solo questione di qualche minuto e con l’adrenalina del recupero Arnaldi porta a casa 6-3 6-4 game, set e partita dopo un’ora e 59 minuti di lotta.