Nella conferenza-stampa susseguente alla semifinale vinta con Zhang al Mutua de Madrid Open, Aslan Karatsev parla con soddisfazione di come stia uscendo dal lungo periodo di crisi dovuta anche a motivi extra-tennistici. E parla della sua esperienza di “risalita” attraverso i circuiti minori.
D. Come è stato ritrovarsi nei challenger? Lo hai vissuto con frustrazione? O in quale altro modo?
Karatsev: “È stata una grande esperienza. Il livello non è molto più basso di un 250. Ero sceso in classifica, bisognava fare così. Ho lottato e ho perso dei primi turni, così sono andato al 250 in Marocco. Ho perso anche lì e sono andato a Monaco, dove finalmente ho passato le qualificazioni e ho iniziato a sentirmi meglio.
È fondamentale lavorare tutti i giorni e farsi trovare pronti. In effetti non sai mai quando arriva il momento giusto e allora ti alleni duramente. Vai avanti e sai che arriverà prima o poi. E infatti eccoci qui (sorride)”.
D. Due anni fa hai raggiunto la semifinale in un torneo del Grande Slam partendo dalle qualificazioni. Ora sempre dalle qualificazioni hai raggiunto la tua prima semifinale in ATP 1000. Come è stato questo viaggio di due anni dal punto di vista prettamente mentale, con la gestione degli alti e dei bassi?
Karatsev: “Ci sono sempre degli alti e dei bassi anche se nel mio caso i bassi sono stati… molto bassi, anche perché c’erano di mezzo delle questioni personali. Siamo ripartiti insieme io e il mio coach, per la precisione da Basilea. Sono stato contento di ricominciare con lui, ci intendiamo bene e ho dei benefici sia sul campo che fuori dal campo. Questi due anni sono stati una grande esperienza per me e ora sono più calmo e concentrato”.
D: quanto è stato importante annullare quelle tre palle-break nel primo set?
Karatsev: “È stato molto importante; nel primo game mi stavo muovendo male mi sono trovato subito 0-40. Ho immediatamente trovato il servizio e questo mi ha dato molta fiducia”.
D. Ora c’è Roma…
Karatsev: “ci starebbe bene una wild card…“.