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[1] C. Alcaraz b. [LL] J.L. Struff 6-4 3-6 6-3
Una partita solida, encomiabile e coraggiosa, sempre votata all’attacco e al rischio, quella di Jan Lennard Struff. Il neoventenne Carlos Alcaraz è più volte spiazzato dalla rapidità e dalla precisione del suo avversario, che ha iniziato la sua campagna di Spagna il 24 aprile dalle qualificazioni. Eppure, lo spagnolo è bravo a tenere e aspettare; infine, dopo un secondo set perso e la paura della palla break all’inizio del terzo, piazza l’allungo vincente al momento giusto (6-4 3-6 6-3 il punteggio finale) e sazia la sete di trionfo dell’arena madrilena.
Se la vittoria a Madrid dell’anno scorso – ottenuta in finale contro Zverev, un bicchier d’acqua in confronto ai due turni precedenti in cui aveva superato un certo Rafa Nadal e un altro chiamato Novak Djokovic, impresa che non è riuscita, nello stesso torneo, neanche a Federer-era stato il momento in cui il suo talento si era definitivamente palesato sulla scena mondiale, esattamente dodici mesi dopo il trionfo al Mutua Madrid Open 2023 è la conferma di questa aspettativa, un’entelechia portata a compimento senza intoppi o rallentamenti (per ora).
Seguendo le orme sporche di terra battuta del suo connazionale maiorchino, Carlos è ora imbattuto da ventuno partite sul rosso spagnolo, alla quarta affermazione consecutiva fra Barcellona e Madrid. Si aggiorna a 19 vittorie e una sola sconfitta (con Norrie a Rio) il bilancio terraiolo dello spagnolo nell’anno corrente; in tutto, è il suo decimo titolo (il quarto quest’anno) ed il suo quarto master 1000. I set persi nelle ultime dieci partite sono soltanto 2. Con questo risultato, ad Alcaraz basterà partecipare agli Internazionali D’Italia per tornare numero uno del mondo. Si comincia a dover selezionare fra i tanti record del neoventenne, a servirsi di preterizioni per raccontare la sua grandezza coi numeri. Di solito è un buon segnale.
IL MATCH – Dopo dodici giorni di torneo, anche il “super-master 1000” di Madrid vede la sua conclusione, al termine di un’edizione costellata da tante assenze e sorprese.
I due precedenti fra Carlos Alcaraz (unico sopravvissuto tra i big, che ha avuto un torneo anche abbastanza agevole) e Jan Lennard Struff (la sorpresa) sono in perfetta parità: il primo si è disputato a Parigi nel 2021, e ha visto il tedesco prevalere in tre set; il secondo, in scena a Wimbledon lo scorso anno, ha costretto lo spagnolo ad una rimonta da due set a uno sotto. Non certo uno storico rassicurante per il numero due, dunque, che tuttavia può vantare il ruolo di assoluto favorito contro quello che è, oggi, il più classico degli underdog, perdipiù qua alla Caja Magica davanti al nuovo beniamino del Regno: veniva da un problema al piede che sembrava averne compromesso la carriera, ma qui, dopo aver perso contro Karatsev nelle qualificazioni, ha battuto il russo per arrivare oggi in finale, primo lucky loser della storia in un mille. Da lunedì sarà numero ventotto.
Alcaraz ci mette un po’ a ingranare ma fa suo il primo set
Sono ventisette i gradi a Madrid quando, alle ore 18.30 della sera, i due finalisti si presentano in campo. Il piano di gioco di Struff è tanto semplice quanto rischioso: aggressività e serve and volley, per mettere pressione allo spagnolo. La scelta sembra, sulle prime battute, azzardata: un doppio fallo nel gioco d’apertura consegna il vantaggio allo spagnolo. Il game successivo è tuttavia più fedele al vero orientamento del match: quattoridici punti, una pallabreak annullata, un Alcaraz che si salva con la prima di servizio, contenendo gli sforzi di uno Struff tutto o niente.
Il game di servizio successivo vede lo spagnolo rallentare nettamente, ed il tedesco salire in cattedra: altre due grandi risposte vincenti e break a zero. Carlos appare nervoso, confuso: Struff vince 12 dei successivi 14 punti, sale 3-2 e mette pressione al suo avversario salendo 30-30 sul servizio avversario. È il game successivo, il settimo fatidico gioco, che cambia tuttavia le carte in tavola: le demivolée di Struff da perfette si fanno imprecise, il servizio meno efficaci, cosicché, con qualche errore di troppo ed un terribile doppio fallo, il tedesco riconsegna il match nelle mani di Alcaraz.
Ora è lo spagnolo a dettare i ritmi del match, anzi a variarli, in modo da far perdere al suo avversario i punti di riferimento che aveva trovato in risposta. La partita è in ogni caso divertente, con scambi veloci e spettacolari, che ricordano-quasi-un match sul veloce. Il numero due sale 5-3, ma si ritrova in breve sotto 0-40 nel game nel quale dovrebbe concludere il set. Le telecamere ora indugiano sulla nervosa concentrazione del tedesco, dietro di lui si scorge la sagoma sfumata di Bjorn Borg. Non solo lo svedese, anche le tre palle break sfumano in fretta: con ottime ed importanti prime palle-ed un lob dopo una brutta smorzata-Alcaraz si procura un set point. La fiducia e la classe del giovane campione trapassano la racchetta e le speranze di Struff: è 6-4 dopo 52 avvincenti minuti.
Sempre sotto il 40 per cento la percentuale di prime palle di uno Struff che-pure con quattro vincenti in più del suo avversario-ha interpretato bene la partita, tentando di far giocare il padrone di casa il meno possibile, ma è stato troppo discontinuo e impreciso, e troppo poco cinico per pensare di poter portare a casa il set. Sono i rischi connaturati alla sua tattica temeraria, purtuttavia necessaria se vuole sperare di far partita pari.
Secondo set: le incursioni a rete di Struff danno i loro frutti
Non cambia, nel secondo set, la tattica del tedesco: vince il primo game rimontando da 15-30, da lì e per qualche gioco è un assolo: le risposte tornano a lambire le righe, e Jan Lennard trova prima il break sul 2-0 e poi un 3-0 che preoccupa la Caja Magica.
Il sesto game è un crocevia del set: Alcaraz spinge col dritto, Struff si avventa a rete e risponde con demivole più o meno ispirate (una, in controtempo, si candida a colpo del torneo). Una, due, cinque volte il trentatreenne salva il turno, poi, grazie a due altre nostalgiche acrobazie nei pressi della rete, tiene il servizio e resta avanti di un break.
I quindici minuti del game fiume hanno segnato il parziale: Alcaraz deve addirittura annullare una palla del 5-1 (come con Khachanov), seppur in evidente confusione tiene il servizio, rimandando di qualche minuto la capitolazione: dopo un’ora e quaranta minuti, meritatamente, Jan Lennard Struff, perdente fortunato, si prende il secondo set per sei giochi a tre.
La favola del tedesco si ferma sul più bello, non c’è quasi partite nel set decisivo
Atmosfera inquieta alla Caja Magica, quando le ombre della sera e di un’impresa cominciano a percorrere il terreno di gioco. Carlos Alcaraz tiene un game al servizio reso difficile da un po’ di vento: si può scorgere, dall’altra parte del campo, un Juan Carlos Ferrero intento a dare indicazioni e ammonimenti sul solo e semplice lancio di palla. Il terzo gioco vede Struff avvicinarsi ad un clamoroso break: un’altra risposta vincente e un’altra discesa a rete lo portano a un solo punto, poi due palle larghe di qualche centimetro ridanno a tutta Madrid un po’ di respiro.
1-2, 30-30, serve Struff, esterno sera: una palla corta dal nulla, poi una volée lunga. Alcaraz colpisce ancora, il break arriva all’improvviso, come sanno fare i campioni. “Carlos, Carlos” evoca ora la Caja Magica: quando lo spagnolo sale 4-1-con un turno di servizio a zero- sono 11 i punti vinti negli ultimi tredici dal nativo di Murcia.
La partita potrebbe finire lì, quando il tedesco commette un doppio fallo simile a quello del primo gioco, quando le distanze apparivano incolmabili: ne è passata di acqua sotto i ponti, ma il match sembra avviarsi allo stesso esito che tutti si aspettavano; eppure, con orgoglio, Struff annulla due palle break, vince il secondo gioco del suo parziale. Ecco che Alcaraz tiene un game a zero, ecco che Jan Lennard, pur commettendo un errore sotto rete alla sua cinquantaduesima discesa, sul 40-40, tiene il game e costringe Carlitos a servire per il torneo. E serve, altroché se serve lo spagnolo. Due ore e venticinque minuti: fra sospiri, applausi, grida e seven nations army Carlos Alcaraz vince il suo quarto torneo mille e difende il titolo in patria. In caso di partecipazione, a Roma sarà incoronato nuovamente numero uno del mondo.