Certamente Carlos Alcaraz avrà bisogno di qualche giorno, per assorbire tutto quello che gli è capitato nella semifinale del Roland Garros 2023 contro Novak Djokovic, voltare pagina e ripartire.
Probabilmente, sia per il percorso di avvicinamento alla sfida di Carlitos sia per quello di Nole, si è trattato del match più importante della carriera del giovane spagnolo: una partita, però, dove il n. 1 mondiale è stato tradito dai nervi e dalla conseguente tensione, scaturita dal trovarsi ad affrontare lo scontro generazionale per eccellenza vestendo i panni del ruolo di favorito.
Forse – come ha sottolineato il Direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta nel suo consueto editoriale da Parigi – i due giorni di pausa tra il trascendentale quarto di finale disputato dal nativo di Murcia al cospetto di Stefanos Tsitsipas e il confronto con il cannibale serbo, non hanno certamente giovato alla serenità e alla tranquillità con cui il campione dello US Open 2022 ha approcciato all’incontro sullo Chatrier che tutti attendevano da quando è stato sorteggiato il tabellone.
E’ indubbio, tuttavia, che nello staff di Carlos vadano fatte delle analisi più approfondite su quello che è accaduto perché comunque non è normale che un ragazzo di 20 anni dopo soli due set e poco più di un paio di ore di gioco andate agli archivi venga colpito così pesantemente da crampi in svariate parti del suo corpo. E sono quindi proprio in questa direzione che vanno lette le parole rilasciate dal fisioterapista di Alcaraz, Juanjo Moreno, ai microfoni iberici dell’emittente Cadena Cope, anche se tuttavia non scoprono alcuna vera carta in tal senso.
“Siamo tutti abbattuti nel team. Una sconfitta fa sempre male perché è difficile da accettare, ma come ci diciamo ogni volta che perdiamo tra di noi membri della squadra; non è mai una sconfitta piuttosto un’esperienza di apprendimento. Dopo la partita ho lavorato con Carlos, il suo corpo sta bene, sta rispondendo come deve e anche la muscolatura è in ordine. Questo poiché, alla conclusione del match tutta la tensione è passata per tradursi in un momento di rilassamento. Mentre durante la partita, accumulandola eccessivamente ha prodotto alla lunga i crampi. Succede a tanti atleti in sala stampa, nelle conferenze stampa post gara, ad esempio. Carlos ha sempre gestito molto bene l’avvicinamento ai match importanti, nel riscaldamento ci stavamo divertendo, si stava divertendo ma poi quando si è effettivamente avvicinato all’incontro sono emersi i nervi, la tensione, evidentemente in questa occasione è probabile che la tensione mentale sia stata maggiore che in altre situazioni“.