L’Association of Tennis Professionals, meglio conosciuta come ATP, è in trattativa con il Fondo Patrimoniale dell’Arabia Saudita – in acronimo PIF: Public Investment Fund – per dare vita ad una serie di possibili investimenti congiunti anche nel panorama del tennis maschile dopo che il capitale del Regno saudita, finanziato dai petroldollari, continua a rimodellare l’intero apparato legato al business professionistico dello sport mondiale.
Il Chairman ATP Andrea Gaudenzi, in occasione della propria rielezione a Presidente per altri tre anni in cui ha concesso un’intervista al Financial Times, ha infatti dichiarato di aver avuto colloqui positivi con il fondo di investimento pubblico saudita, nell’ottica di sostenere un programma di progetti ed iniziative nel Tour maschile tra cui infrastrutture, sviluppo dell’ausilio tecnologico ma anche la nascita di eventi da introdurre nel calendario per ampliare ulteriormente la visibilità del circuito ATP mediante l’approdo a nuovi mercati.
Come detto, il tennis non è il primo microcosmo sportivo a subire le attenzioni miliardarie dell’Arabia Saudita – peraltro non si tratta neppure del primissimo contatto con lo sport della racchetta, considerando l’esibizione dicembrina della Diriyah Tennis Cup, il fenomeno dello sportwashing che preoccupa e non poco Amnesty International e la sempre più probabile nuova sede delle Next Gen ATP Finals che dovrebbe corrispondere alla capitale saudita Jeddah -. Poche settimane fa, difatti, il PGA Tour degli Stati Uniti (l’organizzazione che si occupa dei principali appuntamenti del Tour mondiale di golf sul suolo statunitense) ha posto fine alla sua resistenza raggiungendo un accordo con il PIF, al termine di uno scontro accesso che aveva addirittura portato il Paese del Medio Oriente a creare un Tour “separatista” e rivale: il LIV.
Oltre al golf, anche il calcio e la Formula Uno stanno cedendo al fascino economico del Regno saudita: basti pensare a grandi calciatori del calibro di Cristiano Ronaldo, del pallone d’oro in carica Karim Benzema o del campione del mondo N’Golo Kanté che hanno deciso di lasciare l’Europa e trasferirsi in Medio Oriente per l’ultima parte delle loro carriere; convinti da contratti faraonici. Inoltre, il PIF ha rilevato già da due anni il club di Premier League del Newcastle, mentre iniziano a circolare indiscrezioni in merito ad un’offerta da 16 miliardi di sterline che il fondo sovrano parrebbe intenzionato a mettere sul tavolo per acquisire i diritti del massimo campionato automobilistico di vetture monoposto.
Proiettandosi a quali potrebbero essere gli scenari futuri del tennis maschile con l’ingresso di questi nuovi potenziali investitori, l’ex tennista azzurro ci ha tenuto a rimarcare un punto cruciale: “Chiunque investa nel tennis deve assolutamente rispettare la storia di questo sport e di conseguenza il prodotto che offre agli appassionati. Perché le regole del gioco sono ciò che di più sacro abbiamo, perciò vanno preservate“.
Gaudenzi attraverso le sue parole ha espresso chiaramente lo stato di delicato equilibrio nel quale le varie associazioni sportive debbano muoversi nel tentativo di ricercare nuovi investitori esterni per promuovere una crescita dei ricavi e dei proventi che giungono dai Media ed in generale dall’offerta di intrattenimento, nell’ottica di fronteggiare i diversi competitor rappresentanti dalle innumerevoli piattaforme streaming presenti oggi sul mercato dello show business, senza tuttavia snaturare la vera essenza della disciplina in questione ed evitando di degenerare arrivando a contesti limite come accaduto nel golf.
Staremo a vedere quello che accadrà da qui ai prossimi mesi.