TENNIS – Feliciano Lopez dopo la semifinale nel Master 1000 di Shanghai raggiunge il suo best ranking. Il 2014, a 33 anni, è il suo anno migliore. Unica pecca, la finale del Queen’s regalata a Dimitrov
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Il 2014 sarà proprio ricordato come l’anno dei vecchietti, non solo grazie a Roger Federer che non vuole smettere più di stupire ma anche grazie ad un altro classe ’81, Feliciano Lopez. Lo spagnolo a 33 anni sta vivendo una delle sue migliori stagioni nel circuito e soprattutto chiuderà l’anno con il best ranking personale. Ovviamente i risultati sono diversi da quelli del campionissimo svizzero che punta alla posizione n.1 ma ognuno fa quel che può.
Il Master 1000 di Shanghai l’ha visto per la terza volta in semifinale dopo il 2011 e il 2009. L’altra semifinale 1000 che ha avuto l’onore di ospitarlo è stata quella dell’Open del Canada, sempre in questo 2014. Insomma facendo due semplici calcoli, le semi nei 1000 sono quattro e ben due sono arrivate in questa stagione. Basterebbe questo per incorniciare il 2014.
L’attuale quattordicesima piazza nel ranking ATP Feliciano non l’aveva mai raggiunta, solo nel 2012 ci andò vicino quando al termine degli Australian Open raggiunse la posizione numero 15 grazie al quarto turno raggiunto. Era già nel club dei trentenni, Feliciano, ma in fondo non è una sorpresa, visto che lo spagnolo è riuscito a migliorare la sua ventesima posizione, (raggiunta nel gennaio 2005) solo a 30 anni compiuti, il 9 gennaio 2012. Un fiore sbocciato troppo tardi o semplice esperienza accumulata? Probabilmente la seconda ipotesi visto che il nativo di Toledo ad ogni modo ha sempre navigato intorno alla top 20.
Ad ogni modo il “tronista del serve & volley” può comunque vantare nel suo palmares quattro titoli ATP e tre Davis. L’ultimo trionfo in singolare è giunto a Eastbourne dove il bel Feliciano ha bissato il successo del 2013. La pecca di questa stagione ad ogni modo si chiama Queen’s dove lo spagnolo in finale buttò via il vantaggio nel terzo set regalando così il titolo a Grigor Dimitrov. I tornei citati si giocano tutti su erba, superficie più idonea al suo gioco, e proprio sull’erba si registrano i migliori risultati slam con i quarti raggiunti tre volte a Wimbledon (2005, 2008 e 2011).
Tennisticamente Lopez appartiene ad una razza in via d’estinzione, se si considera la carta d’identità di Llodra (che tra l’altro smetterà a fine anno) e Stepanek. Di tennisti così non ne nascono più o sarebbe meglio dire non ne fanno nascere più. La sensibilità con la quale toccano la pallina questi giocatori è una caratteristica che non s’insegna più nelle scuole tennis. Ma d’altronde questo è un tennis che non esiste più e quindi perché far percorrere ad un ragazzino una strada che non lo porterà mai lontano?
Il titolo dell’articolo, infine, è un chiaro riferimento al nomignolo affibbiatogli da Judy Murray che incantata dalla “presenza” del tennista spagnolo lo definì “Deliciano” giocando con il suo nome di battesimo. Delizioso in ogni caso è il gioco di Lopez, spintosi quest’anno all’apice, uno chapeau è doveroso per un tennista che nonostante sia tra i più aggraziati nel circuito per movenze e stile allo stesso tempo si può definire operaio. Vincere ed ottenere risultati nonostante il 95% dei tuoi colleghi giochi un tennis diverso dal tuo vuol dire anche lavorare molto e sodo. Il 2014 ha ripagato il suo lavoro e solo a 33 anni, probabilmente, sono arrivate le soddisfazioni maggiori, più che meritate…