A Wimbledon 2023 esordio praticamente perfetto per Jannik Sinner che domina Juan Manuel Cerundolo con un punteggio di 6-2, 6-2, 6-2 in meno di un’ora e mezza di gioco.
Queste le sue dichiarazioni rilasciate alla stampa al termine dell’incontro.
D: Mi è sembrato che tu sia entrato in campo con un piano tattico chiarissimo e lo hai eseguito con freddezza e tanta determinazione, hai voluto subito far capire chi eri tu, sei d’accordo con quello che sto dicendo?
Sinner: “Sicuramente negli scorsi tornei che ho giocato ho fatto un po’ fatica a ritrovare me stesso. Già ad Halle ho giocato molto meglio e ho provato a fare il mio gioco, sbagliando anche qualcosina, ma sono io questo. Ovviamente per lui non era semplice, era la prima volta sul centrale, io l’ho vissuta l’anno scorso, comunque le prime volte quando giochi su questi campi è sempre difficile anche prendere le misure. È vero che oggi in generale ho giocato molto bene, servito bene, anche il mio ritmo di palle era molto alto, credo che quello abbia fatto la differenza.
D: La parte che ti è piaciuto di più del tuo gioco e quella che ti è piaciuta di meno in questa partita?
Sinner: “Sinceramente non mi sono mosso benissimo sul dritto. Poi piano piano l’ho ritrovato sempre un po’ meglio. Sicuramente primo set ho servito molto bene, ho sentito il servizio abbastanza bene, ho avuto solo un paio di palle break da affrontare nel terzo set, nel primo game quando ho servito, ma poi credo di aver servito nel modo giusto”.
D: Come ti sei sentito fisicamente questa sera e come vedi il prosieguo del tuo torneo?
Sinner: “Per quanto riguarda il proseguo del torneo, chiaramente, sto già pensando alla prossima partita, c’è Diego (Schwartzman) che gioca molto bene su questa superficie e oggi ha vinto un’ottima partita, vediamo anche come saranno le condizioni, se ci sarà vento e tutto, ma cercherò come oggi di stare sul mio gioco, credo che questo per me è quello che funziona meglio”.
D: E fisicamente come stai? Visto che hai avuto un infortunio…
Sinner: “Fisicamente mi sento bene, ci siamo allenati bene e ovviamente ho fatto due tre giorni di riposo, abbiamo fatto più terapia ma sta andando tutto bene, credo che l’abbia fatto vedere oggi che comunque fisicamente sto bene”.
D: Due cose. Quando avete saputo che si sarebbe giocato con il tetto chiuso? Secondo, durante la fine della stagione sulla terra battuta hai detto che ti eri sorpreso per quanto velocemente eri riuscito a fare la transizione dal cemento alla terra battuta, vorrei sapere che valutazione dai per la transizione dalla terra all’ erba, se ti ha soddisfatto?
Sinner: “Ho fatto molta fatica a Hertogenbosch, non mi sono mosso bene ma poi dopo, come ho già detto prima, ad Halle, mi sono sentito meglio, ma io su erba faccio fatica le prime settimane perché non ho ancora la sicurezza di andare a full nei movimenti su erba e qui l’erba sembra anche abbastanza alta, no? Quindi non è semplice. Dopo il Roland Garros, mi sono preparato molto bene soprattutto anche fisicamente perché comunque è un po’ diverso giocare su erba. Il tetto? 15 minuti prima di entrare sapevamo che chiudevano già il tetto da subito; quindi, era un po’ un sollievo perché comunque fuori c’era davvero tanto vento e non era semplice, vediamo comunque le prossime partite come sarà”.
D: Come è cambiato Jannik Sinner in questo anno, cioè, da quello che ha lasciato 12 mesi fa il centrale a quello che ci è entrato questa sera?
Sinner: “Credo che sto giocando meglio, la mentalità l’ho un po’ cambiata perché comunque so di poter far bene in ogni torneo. L’anno scorso era un po’ diverso, in ogni torneo ero molto costante ma non riuscivo mai ad andare fino in fondo. Invece quest’anno, soprattutto a inizio anno ho fatto vedere che sono pronto per andare avanti e quindi anche dal punto di vista mentale sono cambiato. Fisicamente se guardo le foto di un anno fa sono cambiato, sicuramente non sono ancora al massimo perché comunque ho finito la mia crescita poco tempo fa e quindi ora ogni volta quando non ci sono tornei lavoriamo molto fisicamente, vediamo come starò tra un anno”.
Riccardo Zorzi