A. Popyrin b. [7] M. Arnaldi 6-7(2) 7-5 6-3
Dal nostro inviato ad Umago
Sfuma alla distanza il sogno di Arnaldi di conquistare la sua prima finale ATP. Dopo un primo set teso ed equilibratissimo, durato quasi 1h30’, che il sanremese conquistava grazie ad un tie-break pressochè perfetto, con l’andare dei game si percepiva la crescente difficoltà del tennista azzurro di rimanere ancorato al match. Nel secondo set, con il livello di gioco che saliva notevolmente, Popyrin diventava dominante nei game al servizio, al contrario di Arnaldi che faceva sempre più difficoltà a tenere la battuta. Dopo aver annullato già quattro palle break nel corso dei game di battuta precedenti, il n. 7 del seeding con grande personalità ne annullava altrettante, che erano anche set point, nel decimo gioco. Ma nulla poteva nel game di battuta successivo, cedendo così il parziale per 7-5. All’inizio del terzo set era evidente il calo di tensione di Matteo, che subiva il break, che si rivelerà decisivo, nel quarto gioco. L’australiano invece continuava imperterrito a martellare con il servizio e senza rischiare mai nulla nei suoi turni di battuta chiudeva 6-3, raggiungendo la sua seconda finale ATP, dopo quella vinta a Singapore nel 2021.
LA CRONACA
Arnaldi in volata – Il primo set vedeva entrambi i giocatori molto tesi, come testimoniato da una iniziale qualità di gioco non eccelsa, con molti errori da ambo le parti. Ne nascevano così game molto combattuti, con qualche buona soluzione da ambo le parti, ma – come detto – soprattutto con tanti errori. Popyrin aveva subito l’occasione di allungare quando dopo aver brekkato in apertura Arnaldi, saliva 40-0 sul suo servizio, invece si avvitava su se stesso (due doppi falli) e restituiva subito il break. Il copione del match pareva abbastanza chiaro: Popyrin si affidava alla potenza del servizio e del dritto, Arnaldi alle maggiori capacità di manovra da fondo supportate dal pregevole utilizzo della palla corta. Capacità a cui il tennista di Sanremo doveva fare ricorso a piene mani nel terzo gioco, quando si ritrovava di nuovo sull’orlo del break e si salvava dopo aver annullato ben quattro occasioni al suo avversario di strappargli il servizio. Ma era di nuovo in ambasce nel settimo gioco, dove si complicava la vita non chiudendo una volèe e non trovando aiuto dal servizio doveva cedere la battuta. Di nuovo però a dargli una mano era Popyrin, che sul 30-15 commetteva un doppio fallo che riapriva il game: Arnaldi non si faceva sfuggire l’occasione e alla seconda palla break impattava sul quattro pari. Nuovo momento di difficoltà subito dopo per l’italiano, che si trovava a fronteggiare un’altra palla break: ne usciva però alla grande con tre vincenti di fila. Dopo oltre ottanta minuti di gioco, si arrivava così al tie-break, con Popyrin che forse era quello tra i due che aveva i maggiori rimpianti per le occasioni non sfruttate. Il tie-break finale però non gliene dava altri, dato che era praticamente dominato da Arnaldi. Il 22enne tennista ligure saliva rapidamente sul 5-1, soprattutto grazie ad un paio di ottime soluzioni con il rovescio (come il delicato cross stretto che gli dava il primo minibreak del 2-0). E poi, dopo aver avuto la meglio a pittino, chiudeva con una smorzata vincente (aiutato anche da un falso rimbalzo sul terreno di gioco). Dopo quasi un’ora e mezza di gioco, 7-6 Arnaldi.
Popyrin la gira – Quando nel primo game del parziale si ritrovava subito sotto 15-30 al servizio, si pensava Popyrin potesse accusare la botta del tie-break. Invece il n. 90 del mondo infilava un parziale di sei punti a zero che lo portava a tripla palla break. Arnaldi però era bravo a recuperare e a infilare a sua volta una serie di cinque punti di fila per impattare sull’uno pari. Piano piano, con l’andare del parziale, saliva il livello del gioco: ora c’erano diversi scambi lunghi e intensi, e più vincenti che errori. Si notava però una cosa: Popyrin non soffriva più nei suoi turni di servizio. Non si poteva dire lo stesso di Arnaldi, che si ritrovava ad annullare un’altra palla break nel sesto gioco, dopo un tracciante di dritto (non era il primo e non sarà l’ultimo) del suo avversario. Con personalità l’annullava e poi impattava sul 3 pari. A giudicare dalla postura e dalla fatica a recuperare tra un punto e l’altro sembrava in realtà che in quella fase fosse Popyrin quello in maggiore difficoltà fisica, considerato anche le quasi due ore e mezza di partita del giorno prima contro la grande sorpresa del torneo, il giovane croato Prizmic. Sensazione che sembrava avvallata dall’iniziale passaggio a vuoto nel nono gioco, quando dopo un doppio fallo si ritrovava sotto 0-30. Ma era lo stesso colpo di inizio gioco a trarlo d’impaccio senza ulteriori problemi. Problemi che invece si trovava ad affrontare il tennista italiano, che nel game successivo – forse il più bello del match per qualità, intensità e pathos – doveva annullare ben quattro palle break, che erano altrettanti set point. Ci riusciva, e sempre con delle ottime soluzioni (anche se, per dovere di cronaca, c’è da dire che in un paio di occasioni si era messo nei guai da solo: prima con una volée abbastanza agevole giocata lunga e poi un doppio fallo). Alla fine, dopo 16 punti, il sanremese teneva il servizio, saliva 5 pari, e chiedeva il sostegno del pubblico. Che non si faceva pregare e iniziava a urlare il suo nome a gran voce. Ma Popyrin non si faceva intimorire dall’atmosfera, teneva agevolmente il servizio e poi saliva 15-40, chiudendo subito per 7-5, e portando cos’ in parità il conteggio dei set.
Arnaldi senza benzina – All’inizio del parziale decisivo la sensazione sulle tribune del Goran Ivanisevic Stadium era che il match stesse prendendo la strada per Sydney. I primi tre game vinti senza problemi dal giocatore al servizio sembravano smentirla, ma Popyrin piazzava la zampata subito dopo: parziale di otto punti a uno, che significava break e allungo sul 4-1. Il match, di fatto, non aveva più nulla da dire. Arnaldi cercava di tenere viva la fiammella della speranza tenendo i suoi turni di battuta, ma l’australiano in realtà aveva deciso di concentrare tutte le sue energie sui suoi: lasciava infatti un solo punto negli ultimi due game di servizio (e cinque in tutto il parziale) e chiudeva per 6-3, dopo oltre tre ore e un quarto di gioco. Per lui, quindi, seconda finale ATP in carriera dopo quella vinta a Singapore nel 2021 (in tre set su Bublik). Arnaldi si consola, come detto, con il nuovo best ranking: da lunedì sarà a ridosso della top 60.