Dopo le interruzioni causate dalla pioggia, e i match cancellati dal giovedì e rinviati al venerdì, il Mubadala Citi DC Open è arrivato al sabato rispettando il programma. Per fare ciò, tre dei quattro semifinalisti sono stati costretti al doppio turno nella giornata dei quarti di finale, che porta, irrimediabilmente, la firma di chi è stato il protagonista assoluto, autore di una prestazione impressionante: Daniel Evans. Il britannico, dopo un comodo 6-4 6-3 ad Alexander Shevchenko, si è trovato dall’altra parte della rete il n.2 del tabellone Frances Tiafoe, vincente 6-2 6-3 nel suo ottavo contro Juncheng Shang. Nonostante i favori del pronostico decisamente non pendessero dalla sua parte, visto quanto mostrato di recente da Tiafoe, il n.30 al mondo ha interpretato il match, vinto 6-4 7-5, nel migliore dei modi, prima di tutto con un’ottima prestazione al servizio: 4 palle break su 5 salvate, 10 ace, e 76% di punti vinti e con la prima e con la seconda in campo.
Ma la differenza, a lungo andare, l’ha fatta il gioco mantenuto lungo tutto l’incontro da parte di Evans, che ha lavorato ai fianchi Tiafoe, muovendolo e rispedendogli di continuo (specie sul rovescio) colpi in slice magistralmente eseguiti, che quasi affondavano. Da lì spesso il britannico si è costruito l’occasione di andare a rete a chiudere il punto, mettendo in mostra doti di copertura quasi da doppista, o aperto lo spazio per passanti e lob. Varie volte, infatti, l’americano è stato costretto a venire a rete per osservare la palla dal basso o passargli di lato. Con una prestazione del genere, che a tratti avrà certamente sorpreso anche il n.10 al mondo, nel primo set è bastato il break del game iniziale, conservato abbastanza tranquillamente fino alla fine. Nel secondo, invece, il padrone di casa, anche spinto dal pubblico, ha recuperato il servizio perso, salvo concederlo di nuovo nel decimo gioco, quando già tirava aria di tie-break. A quel punto, con un altro game ben battezzato, in cui ha mostrato un dritto in versione uppercut, come fatto a larghi tratti dell’incontro, Evans, battendo per la sesta volta in carriera un top 10, ha conquistato la sua prima semifinale a Washington.
Sarà la terza del 2023, dopo le due sulla terra, a Marrakech e a Barcellona, e la quattordicesima in assoluto: record di 3-10, l’ultima vinta risale al febbraio 2021, al Murray River Open che si disputò a Melbourne. Affronterà il n.5 del seeding Grigor Dimitrov, visto benissimo nelle prime due uscite, e che ha approfittato del ritiro di Ugo Humbert per raggiungere la quarantacinquesima finale in carriera (terza del 2023, dopo Rotterdam e Ginevra, record di 15-29, l’ultima vinta proprio a maggio sulla terra svizzera), oltre a godere di un giorno di riposo in più, avendo concluso il suo match giovedì. A incrociarsi con uno di questi due fini colpitori di rovescio a una mano e con uno slice di livello affettatrice, sarà il padrone di casa Taylor Fritz, n.1 del tabellone, o l’olandese Tallon Griekspoor, n.12. L’americano, dopo aver rischiato anche più del dovuto contro Andy Murray, ha alzato il tasso e avuto una partita decisamente più tranquilla ai quarti, contro “baffo” Jordan Thompson, che aveva inflitto un 6-2 6-2 a Christopher Eubanks. Punteggio simile a quello che ha premiato il n.9 al mondo, 6-3 6-3 in 1h e 19 minuti, che gli vale la ventisettesima semifinale in carriera, con il record di 12-14, e seconda consecutiva dopo quella ad Atlanta.
Partita non indimenticabile, giocata praticamente sempre seguendo il servizio, con Fritz che ha concesso due sole palle break, entrambe annullate, sul 3-1 nel primo parziale. Da lì la partita è andata via liscia, assistendo ai tentativi di Thompson di rientrare (comunque bravo a concedere poco, 4 palle break, ma solo una salvata) che puntualmente sbattevano su un avversario decisamente sulla cresta dell’onda. L’australiano è un giocatore solido, costante da fondo e restio a regalare qualcosa, ma gli è mancata quella spregiudicatezza in più per muovere e non dare riferimenti a un giocatore talentuoso, ma che vive di fiducia, come l’americano. La tds n.1 è stato perfetto nell’incanalare subito il match verso la sua direzione, sfruttando l’amato servizio e dritto, e facendo valere anche la maggior esperienza a gestire la pressione, per quanto sia ancora un tasto talvolta dolente. Chissà se Griekspoor, in semifinale, potrà dargli qualche grattacapo in più.
Per quanto anche l’olandese sia un giocatore solido, possiede qualche arma di variazione in più, e soprattutto è in ascesa, oltre a venire da una settimana dolce. Il doppio turno per lui è stato a metà avendo dovuto disputare solo l’ultimo set contro Gael Monfils, battuto 6-4 1-6 6-3. Vittoria mai scontata contro uno come il francese, che gli ha regalato l’occasione di affrontare JJ Wolf. L’idolo americano, stile particolare ma decisamente godibile e di buona qualità, non ha saputo fare la sua partita, soffrendo particolarmente in risposta, come testimonia il non aver ottenuto neanche una palla break. Il 7-5 6-4 finale infatti, che regala a Griekspoor la quarta semifinale del 2023 (e in carriera, 2-1 il record, in ambo i casi vincendo anche il titolo, a Pune e ‘s-Hertogenbosch), è figlio di due soli giochi in battuta concessi da Wolf, che solo nell’ottavo game del secondo set è riuscito ad arrivare almeno ai vantaggi sul servizio dell’olandese. Ciò è stato dovuto anche alla tenuta dello scambio, con Griekspoor bravo ad attendere e a non forzare mai più di tanto, lasciando l’avversario a correre rischi, che si sono alle volte rivelati una manna per lui. Contro Frtiz, oltre alla prima finale in un ATP 500, cercherà anche la prima vittoria contro un top 10, al decimo tentativo.