[15] L. Samsonova b. [3] E. Rybakina 1-6 6-1 6-2
Un torneo ricco di partite belle ed emozionanti, quello dell’Omnium Banque Nationale présenté par Rogers di quest’anno, ma la seconda semifinale ha un po’ deluso le aspettative, con tre set a senso unico. La parte importante per Liudmila Samsonova è aver centrato la sua prima finale WTA 1000 (mai aveva raggiunto i quarti) battendo per la terza volta in altrettanti duelli Elena Rybakina: 1-6 6-1 6-2 il punteggio in suo favore maturato in un’ora e 43 minuti.
Dopo un primo parziale con una sola giocatrice in campo (vincenti russi estemporanei a parte), il secondo ha riproposto lo stesso copione a ruoli invertiti. Poco o nulla è invece mutato nella partita decisiva, quando Liudmila aveva ormai il braccio sciolto e Rybakina è più o meno rimasta a guardare nonostante il 43% di prime in campo dell’avversaria. Non che Elena abbia fatto meglio in battuta, anzi, con il suo 49% complessivo di prime e 9 doppi falli.
Alla fine, può valere la lettura per cui Samsonova, superata la tensione per un match di importanza finora mai sperimentata, si è confermata quella superiore nei confronti diretti. Ma molto, troppo aiuto da parte di Rybakina, invano attesa dopo quella che pareva una semplice pausa nel secondo set.
Primo set – Samsonova, pochi lampi e tanti errori
L’incontro programmato per il tardo pomeriggio canadese del sabato, la mezzanotte italiana, va invece in scena domenica a causa del maltempo. Entrambe le tenniste sono state forse contente per aver goduto di un giorno di riposo dopo le fatiche del venerdì: Samsonova veniva da un doppio turno, con le vittorie su Sabalenka in quasi tre ore e Bencic (un’ora e 49 minuti, una passeggiata), mentre Rybakina aveva chiuso il programma (e l’impianto) dopo la sfida durissima con Kasatkina, tre ore e mezzo, terminata cinque minuti prima delle tre di notte. Ciò ha significato andare a dormire all’alba, evento magari non eccezionale per una ragazza di ventiquattro anni, ma non ideale per un’atleta professionista che deve gareggiare da lì a poche ore. Il rovescio della medaglia è che chi vince rientra in campo nel giro di un paio d’ore.
Rybakina parte in battuta e non le torna indietro neanche una palla, mentre Samsonova è subito costretta ai vantaggi, pur senza correre grossi rischi; poi prende il tempo in risposta, che non trova tuttavia sulla seconda kazaka al corpo scagliata sulla palla break. Entrambe fanno solitamente molto affidamento sul servizio, ma in queste fasi iniziali non hanno continuità con la prima. Ne approfitta Elena che con la risposta vincente piazza lo strappo, lo difende dalla reazione della n. 18 della classifica con un piattone esterno e sale 4-1.
In confusione, Liudmila regala un altro turno con pure il doppio fallo finale, Rybakina pianta due ace e fa suo il parziale approfittando di un paio di sortite a rete dell’altra ben ideate ma concluse malissimo. Il 3 su 10 con la prima è piuttosto indicativo dei problemi di Samsonova che, se ha fatto registrare più vincenti dell’avversaria (8-6), ha commesso anche il doppio dei gratuiti (10-5). Intanto le due escono dal campo così si arriva alla mezz’ora di match.
Secondo set – Elena lancia un salvagente, cala una scialuppa, abbandona la nave…
Con la testa quasi sott’acqua, Samsonova tiene la battuta in apertura e si ritrova su un 2-0 inatteso e insperato grazie a tre doppi falli consecutivi di Rybakina. Tre consecutivi diventeranno anche i break, ma ora la tennista nativa di Olenegorsk (che potrebbe essere in Scandinavia e invece no) è più reattiva e riesce a muovere la palla, vince un punto apprezzato dal pubblico in seguito alla sua prima smorzata dell’incontro ed 4-1. Un’Elena a sprazzi non basta di fronte a un’avversaria entrata in partita, non tiene neanche il terzo turno di servizio e Samsonova le restituisce il grissino.
Terzo set – Elena ancora introvabile, Liudmila dritta verso la meta
Quattro volte su quattro impreparata in uscita dal servizio, Rybakina parte sotto 0-2 anche nella partita finale. Samsonova (che potrebbe essere la numero 1 d’Italia e invece no) è ormai in fiducia, il dritto fa male e, a dispetto di una prima che entra ogni cinque minuti, concede le briciole alla ribattuta avanzando 3-1. La numero 4 del mondo (che guadagnerà una posizione se Pegula non vincerà il torneo) dà segnali di vita timidissimi, rimane temporaneamente in scia, ma sul 2-4 è di nuovo in difficoltà. Due volte si salva da sinistra, ma la terza – offerta dal doppio fallo numero nove – le è fatale: prima battuta a metà rete, risposta veloce anche se corta e colpo in uscita che… esce. Senza problemi l’ultimo game e Samsonova raggiunge in finale Jessica Pegula, a caccia del secondo titolo WTA 1000 dopo Guadalajara 2022.
I precedenti in questo caso sorridono alla statunitense (2-1) e Liudmila dovrà giocare di nuovo due incontri in mezza giornata. Tuttavia, ripensando a come le è andata venerdì, potrebbe non essere tutto questo vantaggio per Jessica. Lo scopriremo alle 23.30 italiane.