Dopo il ritiro per infortunio della settimana scorsa a Montréal, è stato vincente l’esordio di Viktorija Azarenka in quel di Cincinnati: la bielorussa ha avuto la meglio dell’ex campionessa del Roland Garros Barbora Krejicikova in due set, e si appresta ora a sfidare Donna Vekic nei sedicesimi.
Più che per i suoi risultati in campo, tuttavia, sono state le dichiarazioni della ex numero uno del mondo a far discutere. Innanzitutto, una polemica inerente alle domande che le vengono poste quotidianamente dai giornalisti di tutto il mondo, a suo dire fin troppo concentrate su un solo argomento: “L’unica cosa che è uscita dal transcript di una mia intervista a Montréal ha riguardato le strette di mano”. Azarenka si riferisce alla mancata stretta di mano a fine match fra tenniste ucraine (che vengono da una nazione invasa) e russe e bielorusse (che vengono da una nazione che ha invaso): “Voglio parlare meno con la stampa perché non voglio sentire sempre le stesse domande. Ovviamente, desidero avere discussione interessanti perché mi ritengo sempre molto professionale, ma sfortunatamente, l’unica cosa di cui si interessano i media è questa, e mi sembra di star perdendo il mio tempo”.
Si lavora per migliorare la programmazione
Ma Vika è anche un membro del WTA Players Council e ha ammesso lei stessa di essere “molto diretta. Lavoriamo duramente nel Players Council e mi sono sentita così frustrata, come se non stessi facendo la differenza, nonostante impieghi molto del mio tempo e dei miei sforzi. Provo ad essere ragionevole, cerco compromessi, tento di proporre idee ma ci stiamo muovendo molto lentamente. Stiamo lavorando su alcune cose dietro le quinte, ma è tempo di fare qualcosa di concreto”.
Azarenka è poi entrata nel dettaglio, criticando gli orari di programmazione del tennis in generale e poi di Cincinnati.
“Questo è l’unico sport al mondo in cui non sai quando giocherai. Ieri alle undici di sera non lo sapevo. È ridicolo e inaccettabile, sia come giocatrice sia come fan, perché non so che match sto andando a vedere. Questi match in nottata non fanno bene a nessuno. Non convengono ai tifosi, ai tornei, alle televisioni”.
Swiatek critica verso la WTA: “Ho chiesto i dati per sapere se le persone guardano le partite serali ma non ho avuto risposta”
In questo appello si è a lei accodata Iga Swiatek. La numero uno ha commentato il trattamento riservato ad Elena Rybakina, costretta, a Montréal, a concludere il suo match di quarti di finale alle tre di mattina. La kazaka aveva in precedenza affermato: “Credo che la colpa sia della WTA che è stata poco professionale, non del torneo. Non ha dimostrato grande leadership…spero che le cose cambino, perché quest’anno alcune situazioni sono state davvero inspiegabili” .
La polacca ha parlato invece della stagione sulla terra: “A Roma e a Madrid, ho giocato quattro match che sono finiti intorno o dopo mezzanotte. Capisco che bisogna fare gli interessi delle televisioni, ma ho chiesto alla WTA alcuni dati per capire se le persone guardano le partite che iniziano dopo le dieci. Non mi hanno dato nessuna risposta. Sicuramente il meteo è qualcosa che non possiamo davvero prevedere, ma forse dovremmo concentrarci maggiormente su ciò che è salutare per le tenniste perché dobbiamo competere ogni settimana”.
Ed ecco le proposte di Azarenka: “I match notturni devono iniziare prima: alle 6 e alle 8.30. Bisogna avere match anche su altri campi oltre al Centrale. Dobbiamo investire maggiormente sui campi secondari per essere sicuri di dare una copertura per la televisione. Credo che questo aiuterebbe: se il tennis riesce ad avere degli slot in cui può guadagnare, sarebbe tutto molto più facile per il torneo. I match peraltro potrebbero essere più corti. La qualità della competizione non scenderebbe di molto. Credo che un terzo set ai dodici punti non renderebbe il gioco irriconoscibile: dev’esserci qualche tipo di innovazione possibile”.
Vogliamo aiutare il tennis, aiutare i giocatori e, ovviamente, guadagnare più soldi. Il punto è che queste cose vanno di pari passo. Siamo pronte ad accettare compromessi, ma c’è bisogno di andare da qualche parte”.
Azarenka verso nuove modifiche: “Voglio ascoltare cos’hanno da dire i giocatori“
La bielorussa ha voluto esprimere il suo parere anche su alcune modifiche del format che potrebbero aiutare il tennis a raggiungere un pubblico più vasto, e, allo stesso tempo, fare gli interessi dei giocatori. “Negli ultimi quindici anni, cosa è cambiato nel tennis? Abbiamo le chiamate elettroniche, l’occhio di falco, il coaching, e finalmente siamo arrivati alla conclusione che debba esserci un tiebreak ai dieci, anche se ancora non siamo in grado di far sì che sia lo stesso dappertutto! Non conosco tutte le risposte, ma dovremmo provare a pensare fuori dagli schemi. Voglio ascoltare cos’hanno da dire i giocatori, il punto di vista dei tornei. Questo sarebbe un vero compromesso.
Forse dovremmo rendere i Mille di nove giorni anziché di due settimane, perché se perdi al primo turno sei bloccato ad allenarti lì per tredici giorni! Qui il tabellone è a sessantaquattro giocatori e, in una settimana, ho affrontato la numero undici del mondo al primo turno. Abbiamo molti match interessanti già all’inizio. Che senso ha aspettare la finale o le semifinali?”
Ancora una volta, però, Azarenka deve tornare alla realtà, attualmente complicata sul piano proposte e innovazione: “Io faccio un sacco di domande: Perché no? Cosa si può fare? Qual è la soluzione? Sono frustrata perché nel Council lavoriamo tutte duramente. Sento che stiamo facendo progressi, ma molto lentamente”.