“Credo che questa finale fosse ciò che tutti volevano e si aspettavano ad inizio torneo: ora siamo qui“. Parole e musica di Novak Djokovic che, dopo aver battuto Alexander Zverev in semifinale, ha raggiunto Carlos Alcaraz in finale a Cincinnati, con lo spagnolo che era precedentemente sopravvissuto ad Hubert Hurkacz, cui aveva annullato un match point. L’ultimo atto del Western & Southern Open 2023 è a tutti gli effetti quello più atteso, in cui si sfideranno i due giocatori più forti al mondo. Sarà soltanto la seconda volta dal 1990 che in Ohio si sfideranno in finale il n°1 e il n°2 del mondo, dopo la sfida tra Federer e Djokovic nel 2012 (vinta 6-0 7-6 dallo svizzero, all’epoca sul trono ATP).
Niente lotta per il n°1 (per ora), se ne riparla dopo lo US Open
In palio questa sera, oltre agli oltre 460 mila dollari di differenza tra primo e secondo posto (al vincitore andranno 1.019.335 dollari, allo sconfitto 556.630), non ci sarà la vetta del ranking. Al momento infatti, tenendo sottomano la classifica live, lo spagnolo ha 9815 punti, mentre il serbo ne ha 9395. In caso di vittoria, Djokovic andrebbe vicinissimo al suo avversario, portandosi ad appena 20 punti di differenza – 9815 contro 9795 – e avendo la quasi certezza di poter operare il sorpasso a New York. Allo US Open, infatti, l’attuale n°1 del mondo è il detentore del titolo, mentre il n°2, non avendo partecipato nel 2022, non ha punti da difendere.
A Nole dunque, sempre in caso di titolo a Cincinnati, basterebbe raggiungere il secondo turno per avere la certezza di tornare al n°1 del mondo al termine dell’ultimo Slam dell’anno. Discorso diverso, invece, se dovesse essere Carlitos a mettere le mani sul settimo ‘1000’ stagionale. Se così dovesse accadere, infatti, l’iberico sfonderebbe quota 10000, portandosi a 10215 punti, 820 in più del suo rivale. Per superarlo al termine dello US Open, pertanto, il serbo sarebbe costretto a raggiungere la finale.
Djokovic più fresco e ampiamente favorito dai bookmakers
Lasciamo però ora da parte il futuro per concentrarci sul presente. La gran finale a Cincinnati – non ce ne vogliano Gauff e Muchova, in campo alle 19.30 italiane – è in programma non prima delle 16.30 locali, le 22.30 italiane, in diretta su Sky Sport Tennis (canale 203 Sky). Secondo i bookmakers c’è un favorito piuttosto netto, che risponde al nome di Novak Djokovic. Il 23 volte campione Slam è dato vincente a 1.57 da Sisal e bet365 e a 1.59 da Eurobet e Goldbet. Un successo di Carlos Alcaraz è invece quotato a 2.38 da bet365, Eurobet e Goldbet, a 2.35 invece da Sisal.
Dati che, anche se forse non così tanto sbilanciati, erano sicuramente preventivabili. Sono tanti fattori che possono spingere il 36enne di Belgrado verso il trionfo in Ohio, primo tra tutti la grande voglia di rivincita dopo quella meravigliosa finale persa a Wimbledon poco più di un mese fa. C’è poi anche da tenere in considerazione il tempo passato in campo dai due giocatori per approdare all’ultimo atto: 10 ore e 23 minuti per Alcaraz, 5 ore e 13 minuti per Djokovic, rimasto sul terreno di gioco praticamente la metà del tempo del suo avversario odierno.
Entrambi, visto il bye al primo turno, hanno disputato quattro partite, in un percorso che però non potrebbe essere stato più diverso. Lo spagnolo ha infatti sempre vinto al set decisivo, rimontando un set di svantaggio ai quarti e in semifinale, mentre il serbo non ha lasciato per strada nemmeno un parziale. Per intenderci, la partita più lunga disputata da Djokovic (due ore e cinque minuti contro Zverev) è durata meno della partita più corta giocata da Alcaraz (due ore e dodici contro Purcell).
Terzo confronto diretto in poco più di tre mesi, Alcaraz conduce 2-1 i precedenti
Quella di questa sera sarà la quarta sfida tra Alcaraz e Djokovic, con il giovane spagnolo in vantaggio 2-1 nei precedenti, tutti disputati in scenari importanti. Il primo confronto diretto tra i due risale all’inizio di maggio 2022, quando Carlitos – fresco di successo su Rafael Nadal – si impose 6-7(5) 7-5 7-6(5) nella semifinale del Masters1000 di Madrid dopo oltre tre ore e mezza scintillanti.
La seconda partita tra i due è quella che probabilmente ha tradito di più le aspettative, con il 36enne di Belgrado che ha vinto 6-3 5-7 6-1 6-1 la semifinale dell’ultimo Roland Garros. Dopo due set estremamente equilibrati, il n°1 del mondo è stato vittima dei crampi da inizio terzo set, evitando di ritirarsi ma non riuscendo, di fatto, ad opporre alcun tipo di resistenza.
La terza battaglia è ovviamente la già citata finale di Wimbledon, terminata 1-6 7-6(6) 6-1 3-6 6-4 in favore dell’iberico dopo quasi cinque ore di tennis stellare. Nuovo appuntamento importante dunque – il primo sul cemento – da non perdere per nessun motivo anche perché, come dice Nole, “il fatto che il n°1 e il n°2 del mondo si affrontino di nuovo nella finale di un grande torneo è fantastico per il nostro sport“.
Djokovic (ancora) a caccia di record: finale n°100 in un grande torneo
Nel primo torneo disputato su suolo statunitense dal 2021, Novak Djokovic non ha perso tempo e ha fatto segnare altri record. Per iniziare, ha raggiunto la finale ‘1000’ n°57 della sua carriera, estendendo il suo precedente primato. Inoltre, il successo su Zverev è stato il n°1068 della sua carriera a livello ATP, permettendogli così di aggangiare Rafael Nadal e Ivan Lendl al terzo posto all-time dei tennisti più vincenti della storia. Una vittoria in finale a Cincinnati permetterebbe a Nole di issarsi al terzo posto il solitaria in questa speciale classifica, dietro soltanto a Jimmy Connors (1274 vittorie) e Roger Federer (1251).
Un eventuale trionfo consentirebbe poi al serbo di conquistare il titolo ‘1000’ n°39 – migliorando il primato, già suo, di 38 allori Master – nonché di diventare il campione più anziano nell’Era Open del Western & Southern Open, strappando il record a Ken Rosewall che resiste dal 1970. Cincinnati è un luogo speciale nella carriera di Novak, visto che proprio qui nel 2018 ha completato il career golden Master, ripetendosi poi nel 2020. Nessun giocatore nella storia ha mai vinto tutti e nove i Masters1000: lui li ha vinti tutti almeno due volte (almeno tre tranne Cincinnati, per ora, e Montecarlo).
Per ultima, ma non questo meno importante o impressionante, c’è una clamorosa quota 100 toccata da Djokovic, appena diventato il primo tennista ad aver raggiunto 100 finali nei grandi tornei. Sono ora 35 negli Slam, 57 nei Masters1000 e 8 alle ATP Finals, per un totale di 67 trionfi.
Alcaraz non ha mai perso una finale tra Slam e Masters1000
Se da un lato Djokovic continua a far registrare record su record, dall’altro Alcaraz non sta certo a guardare. Per lui quella di questa sera sarà la finale n°7 in un grande torneo – quattro nei Masters1000, due negli Slam – e il dato interessante è che, finora, le ha vinte tutte.
Carlitos, che cercherà di diventare il primo spagnolo ad imporsi a Cincinnati da Rafael Nadal nel 2013 e il più giovane campione dal 1985, è divenuto il quarto giocatore dal 1990 a vincere 45 o più partite nei tornei ‘1000’ prima di compiere 21 anni, insieme proprio a Nadal e Djokovic e ad Andy Roddick. Sempre prima dei 21 anni, questa è già la finale Master n°5 per il murciano – le stesse raggiunte in quel lasso di tempo dal suo prossimo avversario (meglio di loro soltanto Nadal con 11 finali) – che potrebbe anche conquistare, a soli 20 anni, tutti i tornei importanti che si tengono sul suolo statunitense (Indian Wells, Miami, Cincinnati e US Open).