Sono passati dodici mesi dall’ultimo match di Simona Halep: era il primo turno dello US Open, finì 6-2 0-6 6-4 per la qualificata Daria Snigur. Poi, la sospensione per doping, a causa della presunta assunzione di Roxaduast, un farmaco che ha lo scopo medico di prevenire i sintomi dell’anemia associata all’insufficienza renale cronica. L’ormone di cui il farmaco stimola la produzione, l’eritropoietina, è storicamente associato al ciclismo e alla corsa.
Tornando alla ex numero uno del mondo: la sospensione è stata chiaramente provvisoria, nell’ attesa di sottoporsi alla giustizia sportiva. Il processo, già rinviato tre volte, si è effettivamente svolto a giugno, ma attende ancora una risoluzione definitiva. “Una giustizia ritardata è una giustizia negata” ha detto Simona.
Dopo aver dimostrato che il lotto del supplemento che stava usando era stato contaminato, la rumena ha continuato ad allenarsi, sperando di poter rientrare proprio a New York. Con l’inizio delle qualificazioni, tuttavia, il suo nome in tabellone è stato rimosso a favore di Taylor Townsend.
La carriera di Halep è a un punto di stallo: “colpevole o no, è provvisoriamente sospesa da ottobre, il che è assolutamente ridicolo” ha detto il giornalista José Morgado.
Nel frattempo (come da post instagram) Simona si trova a Capri, nel tentativo di rilassarsi dopo un anno di vuoto e stress. Quanto prima la giustizia si muoverà ed emetterà il suo verdetto, tanto prima la rumena potrà tornare a fare ciò che sa fare meglio: giocare a tennis.