Si sa che la settimana che vede in programma le qualificazioni di uno Slam è inevitabilmente periodo di Quaresima per i Challenger che sono costretti a salutare i loro migliori protagonisti. E così è stato anche questa volta con un programma abbastanza modesto che vedeva in calendario solo quattro Challenger 50. E non si è verificato nemmeno il solito parapiglia per rimpiazzare gli assenti che spesso regala interessanti sorprese. Non è stato questo il caso, almeno per gli azzurri che si sono fermati quasi tutti prematuramente. Ad eccezione di un ottimo Gianmarco Ferrari che al Challenger 50 di Augsburg (Schwaben Open, terra battuta), deliziosa città situata proprio sulla rotta della famosissima ‘romantische strasse’, raggiunge i quarti partendo dalle qualificazioni. Poi gli è fatale l’incrocio con Carlos Taberner che ora è n.361 ATP ma in carriera è stato anche n.85 e ha in bacheca ben cinque titoli Challenger. Il 6-4 6-1 con cui il valenciano ha fermato Ferrari è piuttosto eloquente. Buon torneo comunque per il 22enne nativo di Prato che da lunedì dovrebbe risalire alla posizione n.429, ad una quarantina di posizioni dal suo best. Male Giovanni Fonio e Alexander Weis che si fermano all’esordio, battuti rispettivamente da Oliver Crawford (n.294 ATP) e Matteo Martineau (n.356).
Nell’altro Challenger 50 di Praga (terra battuta) quarti di finale anche per Luciano Darderi che, reduce dal successo di Todi e gratificato della terza testa di serie, era partito piuttosto baldanzoso, forse anche per dimenticare l’amarezza di non essere a New York. Ma in questo caso i quarti di finale non sono certo un successo per l’italo-argentino che, dopo le due vittorie sul francese Maxime Janvier (n.316) e sul ceco Michael Vrbensky (n.376) impatta malamente contro il 34enne portoghese Joao Sousa, ora n.269 ma con una gran bella carriera alle spalle. Il 21enne originario di Villa Gesell è costretto ad alzare bandiera bianca, seppur al termine di una lotta furibonda durata quasi tre ore e vinta dal lusitano col punteggio di 7-5 3-6 7-6(3). Fuori al secondo turno Lorenzo Giustino e addirittura all’esordio un Francesco Maestrelli che forse starà cominciando a porsi qualche domanda su questa sua stagione che ha visto solo alcuni lampi di luce (semifinali a Tenerife e Todi e finale a Parma) e tante, troppe, eliminazioni premature.
Non c’erano altri italiani in gara nei altri due Challenger di Zhuhai e Lima dove però ci piace ricordare il peruviano Gianluca Ballotta, in possesso anche del nostro passaporto, che, entrato nelle qualificazioni con una wild card, ha superato un turno prima di fermarsi contro l’argentino Matias Franco Descotte (n.432 ATP). Il ragazzo ha 19 anni e possiede indubbiamente una bella mano, con le sue sbracciate mancine, tanto che è già nel giro della Coppa Davis con la squadra peruviana. Poi certo è ancora un po’ leggerino e con un servizio che va assolutamente migliorato, ma i margini di crescita sono importanti.