[WC] C. Wozniacki b. [11] P. Kvitova 7-5 7-6(5)
Era indubbiamente l’incontro femminile più interessante di giornata assieme allo scontro fra le baby stelline Gauff-Andreeva. In chiusura di programma sull’Arthur Ashe Stadium è infatti andato in scena lo scontro tra due campionesse Slam con protagoniste Petra Kvitova e Caroline Wozniacki.
Alla fine a prevalere è stata la 33enne danese, entrambe appartengono alla stessa classe anagrafica, che si è imposta per 7-5 7-6(5) in 2h10‘ di grandi emozioni e immancabile pathos. La vincitrice dell’Open d’Australia 2018, e due volte finalista a Flushing Meadows, ha incantato disegnando meravigliosamente il campo con le traiettorie bimani senza dimenticare la propria eccellente resistenza aerobica affiancata ad una velocità da leprotta nella copertura degli spazi.
Era il loro sedicesimo confronto diretto, ma il primo ad oltre cinque anni di distanza dall’ultimo – WTA Finals di Fort Worth 2018, 7-5 3-6 6-2 Wozniacki – e soltanto il secondo a livello Major dopo il lontanissimo ottavo di finale disputato a Wimbledon 2010, parliamo di 13 anni orsono, che fu il loro terzo incrocio in assoluto: vinse nettamente Petra 6-2 6-0.
Con quest’affermazione la classe ’90 di Odense accorcia ulteriormente la distanza negli H2H portandosi sul 7-9, rimane tuttavia avanti di due lunghezza la ceca.
Ora dopo le lacrime versate per l’incontenibile gioia, Caroline al 3°T se la dovrà vedere con Jennifer Brady.
Primo Set: la solidità di Caroline è superiore alle accelerazioni di Petra
Partita cominciata all’insegna di un grandissimo equilibrio, i primi cinque giochi si sono tutti decisi ai vantaggi con ben tre break: due di questi maturati nei primi due game dell’incontro, il terzo invece maturato sul 2-2 con Caroline al servizio.
Petra non si è fatta pregare e ha prontamente confermato lo strappo salendo sul 4-2. Quando oramai il parziale sembrava indirizzato nelle fauci ceche, ecco però che si materializza in maniera fragorosa la reazione della campionessa danese: la n. 623 del mondo prima infatti si tiene a galla accorciando sul 4-3, grazie alla battuta, per poi piazzare la zampata valevole a ripristinare l’equilibrio e vidimare l’aggancio sul 4-4.
Dopodiché le battute, che avevano sofferto le pene dell’Inferno nella prima parte della frazione, sono state in grado successivamente di trovare la giusta continuità di rendimento: difatti dopo un inizio con soli giochi finiti ad oltranza, dal sesto all’undicesimo game nessun turno di servizio ha richiesto di essere completato a partire dal 40-40 – chiaramente con la sottolineatura doverosa dell’eccezione rappresentata dallo strappo di Wozniacki per pareggiare i conti.
Nel rush finale è stata poi la 33enne di Odense a dimostrarsi maggiormente abile nell’eseguire il colpo di coda decisivo, pochi istanti prima che il tie-break potesse diventare realtà: sul 6-5, a 30, l’ex n. 1 del mondo ha centranto il break che le ha permesso di sigillare il set già in risposta, al secondo set ball.
A fare la differenza la migliore resa della battuta danese rispetto al cannone della due volte campionessa Slam: 67% di prime in campo contro il 57% ceco, 66% di realizzazione a fronte del 59% di Petra, 4 aces per la wc soltanto la metà per la tds. Fondamentale d’inizio gioco, dunque, spuntato per Kvitova anche se si è fatta leggermente preferire per percentuale di concretizzazione con la seconda: 9 punti conquistati su 20 seconde giocate, pari al 45%, 5 su 14 (36%) per la campionessa Slam 2018 in Australia.
A livello tattico, invece, piani ben chiari sin dai primi scambi: pallino del gioco in mano a Petrona che comanda sempre e comunque il punto accelerando continuamente attraverso le sue sbracciate, in particolare con il dritto prova costantemente a fiammeggiare il rettangolo opposto di vincenti. Dall’altra parte, al contrario, un’eccezionale ribattitrice che fa della propria straordinaria capacità di contenimento e copertura del campo il suo cavallo di battaglia: corre come una lepre, non sbaglia mai, solidità impressionante. L’altra, però, può non farle vedere palla per tutto il tempo trovando linee o angoli impossibili a ripetizione.
Anche i numeri sui bottini personali, non a caso, rispecchiano il quadro strategico appena descritto: 23 winners e 19 non forzati per la tds n. 11, 10 vincenti e 7 errori non provocati per la due volta finalista del torneo (2009, 2014).
Secondo Set: grande pathos ed emozioni nello scatto finale, ma alla fine a gioire è Wozniacki che appone il sigillo al tie-break e al quarto match point
La seconda frazione, che parte dopo l’inevitabile e fisiologica pausa negli spogliatoi di Kvitova, propone un andamento più stabile rispetto alla precedente: la prima palla break giunge solamente nel quarto game, sul 2-1, a favore di Wozniacki ma la ceca è perfetta nell’annullarla.
Successivamente tocca all’immancabile scambio di favori, nel primo set si era materializzato a freddo, questa volta va in scena tra sesto e settimo gioco (break Danimarca sul 3-2, contro break Repubblica Ceca sul 4-2). Infine si arriva al fatidico momento della verità, sul 5-4 la campionessa di Miami 2023 è chiamata a servire per rimanere nel match: Caroline riesce ad arrampicarsi per due volte a match point, ma la medaglia di bronzo a Rio 2016 non vuole cedere e dopo aver cancellato la doppia chance di chiusura dell’incontro al termine di 12 punti sigilla il 5-5. La rientrante in Tour, tuttavia, nonostante i match ball volatilizzatili non si scompone minimamente e addirittura a zero si garantisce il tie-break (6-5).
Quindi come nel primo set, Petra è costretta a servire per trascinare il parziale al tredicesimo game: stavolta riesce nell’intento e per la seconda volta consecutiva, la terza su quattro tentativi nell’incontro, tiene saldamente a bada i nervi seppur tutta la pressione fosse sulle proprie spalle sapendo di non poter più sbagliare.
Al tie-break, a questo punto, si assiste ad un turbinio di emozioni: Wozniacki vola sul 5-2 con doppio mini-break di vantaggio in suo favore, maturato nel terzo e nel settimo punto. Sembra fatta, e invece no: in battuta per regalarsi il terzo turno, la tennista danese si spegne smarrendo d’improvviso la battuta e restituendo entrambi i mini-break di vantaggio.
A quel punto, tutta l’inerzia sembra dalla parte di Kvitova che però getta alle ortiche il successivo servizio commettendo il quinto doppio fallo della sua partita: 6-4, sono altri due match point per Caroline.
Il primo, terzo complessivo e terzo in risposta, lo frantuma d’autorità la ceca ma il quarto è quello buono: la risposta di Petra sfila lunga, Wozniacki chiude 7 punti a 5 dopo 2h10′ di partita e scoppia in lacrime per la gioia.
Successi per Muchova, Brady, Cirstea e Ostapenko. Cade Azarenka, walkover per Rybakina
La testa di serie numero 10 del tabellone femminile di Flushing Meadows 2023, Karolina Muchova ha ottenuto il pass per il terzo turno battendo la polacca Magdalena Frech (n. 77 WTA) con un duplice 6-3 in un’ora e diciotto minuti di partita.
La tennista ceca, reduce dalla sua prima finale WTA 1000 centrata in quel di Cincinnati nel corso di questo swing estivo sul cemento nordamericano per avvicinarsi allo Slam newyorchese, non ha dovuto fronteggiare nemmeno una palla break durante l’intero match grazie soprattutto allo splendido 80% di trasformazione con la prima di servizio, a cui ha poi anche abbinato un buon bottino di vincenti: 23 per la finalista in carica del Roland Garros, contro gli 11 messi a segno dalla 25enne di Lodz. Ora il percorso nell’ultimo Slam dell’anno della 27enne di Olomouc proseguirà con un’interessante ed affascinante sfida a colpi di variazioni sotto la palla con la mancina di Chicago Taylor Townsend, la quale dal canto suo ha vinto il derby mancino delle Americhe contro Haddad Maia.
Nello stesso quarto di seeding, invece, avanza senza giocare la quarta forza del Major statunitense Elena Rybakina. La campionessa di Wimbledon 2022 ha potuto godere del walkover a causa dell’infortunio al braccio destro patito dalla croata di passaporto australiano Ajla Tomljanovic: esce così subito di scena, colei che lo scorso anno fu protagonista di quel successo ai danni di Serena Williams che decretò la conclusione della carriera leggendaria della 41enne nativa di Saginaw. L’ex fidanzata di Matteo Berrettini si sarebbe poi fermata ai quarti di finali.
Per la tennista kazaka adesso scontro con Cirstea.
Continuando la carrellata degli incontri femminili andati in scena in questo Day 3 della 143esima edizione dello US Open, dove si sono consumati gli incontri di secondo turno della metà alta del main-draw, si spostiamo sul Grandstand: nel terzo impianto per importanza dell’USTA Billie Jean King National Tennis Center, precisamente nella seconda sfida in programma nella giornata odierna è maturata la sorpresa dell’eliminazione di una giocatrice capace di giungere per ben tre volte in finale in questo torneo (le prime due in back to back nel biennio 2012, 2013, dopodiché una terza arrivata nel 2020).
Stiamo parlando della tds n. 18 Vika Azarenka, la 34enne di Minsk si è fatta superare con un doppio 6-3 in poco più di un’ora e mezza dalla cinese Lin Zhu.
Altro risultato certamente non preventivabile è stato quello andato in scena nel quarto ed ultimo incrocio sul Court 17, ultimo campo a livello di classificazione numerica dei 16 utilizzati dal torneo, in cui la 28enne di Harrisburg – Pennsylvania – nonché semifinalista 2020 all’Open degli Stati Uniti Jennifer Brady in gara grazie ad un wc concessale dagli organizzatori, figura infatti attualmente alla piazza n. 433 del ranking – sprofondata in classifica per via dei diversi stop fisici che l’hanno ripetutamente frenata nelle ultime stagioni, vanta come Best Ranking il n. 13 WTA raggiunto nel febbraio 2021 ovvero dopo essersi spinta sino all’ultimo atto dell’Australian Open, perso per mano di Naomi Osaka -, è riuscita ad uscire vincitrice dallo scontro con la tds n. 24 Magda Linette.
6-1 2-6 6-2, il punteggio conclusivo inflitto dalla tennista di casa alla semifinalista di Melbourne 2023 al termine di 2h05‘ di gioco.
Sempre con avvio dell’ordine di gioco alle 11:00 locali, le 17:00 italiane, nel terzo match del giorno sul Court 5 come previsto da pronostico la trentesima tds Sorana Cirstea ha sconfitto la russa Anna Kalinskaya (n. 89 WTA) agilmente per 6-3 6-4 in quasi un’ora e dieci di durata della sfida.
Un incontro che per la 33enne rumena, quest’anno ritornata dieci anni dopo la prima volta nella semifinale di un evento 1000 a Miami battendo Sabalenka, poteva comunque far presagire alcune insidie alla vigilia ma l’esperta giocatrice di Bucarest è stata fin da subito brava a dissipare le speranze russe di successo.
KO pure per la ventenne russa Elina Avanesyan, che nell’ultimissima sfida sul Court 11 ha visto la propria resistenza venire piegata dopo 2h17‘ di piacevole lotta da parte della tds n. 10 Jelena Ostapenko. La lettone si è infatti imposta 6-3 5-7 7-5 ed ora affronterà la statunitense di origini croate Bernarda Pera, che a sua volta ha vinto al terzo rimontando per 3-6 7-6(5) 6-2 la giovane cinese Xiyu Wang (n. 95 WTA) al termine di 2h14‘ di gioco.