Il commento a caldo del direttore Scanagatta su Instagram:
“Mi piace molto giocare con i mancini: col rovescio vado sopra sul dritto” questo aveva detto Matteo Arnaldi alla vigilia del match col numero sedici del mondo Cameron Norrie, il match che permette al sanremese di guadagnarsi, per la prima volta in carriera, la seconda settimana in uno slam. Così è stato: Arnaldi ha comandato dal primo all’ultimo punto – sono stati addirittura quindici consecutivi fra primo e secondo set. Ha compiuto scelte intelligenti, e le ha accompagnate a esecuzioni perlopiù impeccabili. La possibile stanchezza che sarebbe potuta derivare dal match di secondo turno con Fils non si è fatta sentire: gli servirà una condizione fisica di livello altrettanto alto per giocarsela al prossimo turno dove incrocerà un altro britannico, Dan Evans, nel migliore dei casi, o, nel peggiore, il numero uno del mondo, Carlos Alcaraz.
M. Arnaldi b. [16] C. Norrie 6-3 6-4 6-3
Campo 17 di Flushing Meadows: “l’altro” italiano rimasto in gioco – oltre ovviamente a Jannik Sinner, che sfida più tardi Stan Wawrinka – si gioca il primo accesso agli ottavi di finale in uno slam della sua carriera. Numero sessantuno del mondo, gli ultimi incoraggianti risultati proiettano il sanremese al numero 55 della classifica mondiale, al momento. Di fronte, per la prima volta in carriera, ha il numero sedici, Cameron Norrie. Il britannico difende ottavi, ma arriva a New York dopo una seconda metà di 2023 non certo brillante, con una semifinale come massimo risultato dalla vittoria di Rio a febbraio, e quattro sconfitte consecutive prima di questo torneo.
Matteo viene da tre ore e 55 di battaglia con Arthur Fils, ma non sembra accusare la stanchezza prevista: è lui a procurarsi le prime occasioni del match, sul 2-2. Norrie tuttavia gioca bene i punti successivi e va a sedersi avanti 3-2. E’ solo questione di tempo, però: da quel momento, il britannico vincerà un solo game in tutto il parziale. Sul 3-3, l’ennesimo rovescio lungolinea (in tutto i vincenti saranno 14) gli procura il break che porterà fino in fondo. Da lì in poi, quattordici punti consecutivi che gli consegnano il primo parziale per sei giochi a tre in mezz’ora di gioco. Quando Cam Norrie si dirige negli spogliatoi per una breve pausa, sono solo quattro i punti vinti in risposta: dovrà alzare il livello anche da quel punto di vista se vuole fare partita pari con l’italiano.
In apertura di secondo parziale Norrie è in grado di interrompere la striscia: risale da 15-30 con un vincente di diritto (che, piano piano, comincia a funzionare), un lob ed un ace esterno.
Arnaldi tiene, realizza punti di pregevolissima fattura (come la demivoleé sull’1-1) rimane in controllo del match, ma il britannico comincia a farsi sotto: nonostante il break del 2-1 sia effimero (Arnaldi se lo riprende poco dopo, a 15) ogni punto di Cam è ora connotato dall’accompagnamento sonoro di numerosi come on. Oltre alla voce salgono anche le prime: dal 59 per cento, Norrie tocca ora il 75.
Nei game che portano il set alla sua conclusione Arnaldi appare pronto a sferrare il colpo del ko, ma inizialmente non ne ha l’occasione; questa arriva sul 5-4, 40-40 in suo favore, quando realizza due punti splendidi: prima un rovescio lungolinea quasi in spaccata, poi un lob millimetrico a conclusione di uno scambio giocato in maniera impeccabile. Dopo un’ora e quindici minuti è 2-0 Arnaldi.
Sulla falsariga della conclusione del secondo, nel terzo set Arnaldi ottiene subito due palle break, che lo portano immediatamente in vantaggio. Norrie non si arrende di certo – mette pressione all’azzurro sul 2-0 e poi di nuovo sul 3-1, gioco in cui, dopo aver interrotto una striscia di cinque giochi persi consecutivamente, si procura tre palle del contro break annullate da un Arnaldi con una spiccata propensione per il serve and volley – ma sa bene che ormai l’andamento del match non dipende più, unicamente, da lui.
Al grido di “Matteo, Matteo!” che proviene dalle accese tribune del campo diciassette, l’azzurro si invola sul 5-2, con un’ulteriore prova di forza al servizio quando si trova a dover annullare un’altra opportunità di contro break. Un’ora e 57 minuti: basta così poco a Matteo Arnaldi per eliminare il numero sedici del mondo con un 6-3 6-4 6-3 e raggiungere gli ottavi di finale – i primi in uno slam della sua giovane carriera – con vista sul numero uno del mondo.