C. Giorgi b. [14] M. Sherif 7-5 6-3
Non era un primo turno proibitivo, considerando le caratteristiche di un’avversaria che ama la terra ben di più del cemento, ma era una partita comunque da vincere con concretezza, e Camila Giorgi lo ha fatto. La marchigiana n° 56 al mondo avanza così al Guadalajara Open AKRON, WTA 1000 e primo torneo per lei dopo lo US Open, sconfiggendo Mayar Sherif (n° 33 WTA e tds n° 14 nel torneo) per 7-5 6-3 in un’ora e 51 minuti di ottimo tennis per larghi tratti e di qualche svarione di troppo in altri, soprattutto quando si è complicata inutilmente e da sola il match nel finale. Tutto sommato, però, l’azzurra ha dimostrato ancora una volta di essere superiore rispetto all’egiziana su questa superficie – nonostante le sia dietro in classifica – e ha replicato il successo, in quel caso ancor più netto, ottenuto a Merida qualche mese fa. Per Camila ci sarà ora la 25enne spagnola Cristina Bucsa, che la segue in classifica di 6 posizioni (n° 62) ma che non ha mai affrontato in carriera.
Primo set: l’equilibrio si spezza in favore di Giorgi nell’undicesimo game
La partenza di Camila non è delle migliori, per usare un eufemismo: immediato break a -0 con un doppio fallo, due errori di dritto e un passante in rete, mentre Sherif cerca, con successo, di evitare scambi a ritmo sostenuto, optando per traiettorie alte e liftate tipiche da terra battuta per togliere ritmo alla marchigiana. La reazione dell’azzurra è immediata, grazie a un costante gioco d’attacco che, se funzionante, fa parecchio male all’avversaria. Il problema, però, è che, come spesso accade, Giorgi non è continua e alterna chiusure pregevoli, specie con degli schiaffi al volo, ad altri non forzati grossolani.
I games successivi all’1-1 sono tutti molto lottati, con le tenniste che si vedono di continuo costrette a salvare palle break, ma nessuna delle due cede la battuta. Anzi, dal 3-3 in poi entrambe gestiscono i rispettivi turni al servizio con maggiore agilità, con Sherif che trova pure qualche prezioso ace a disinnescare le risposte aggressive della nostra giocatrice. Quest’ultima, tuttavia, sul 6-5 in suo favore piazza la zampata decisiva. Nell’undicesimo gioco, con l’africana alla battuta, sale subito 0-30, si fa rimontare ma approfitta di due gentili omaggi della testa di serie n° 14 per incamerare il vantaggio nel computo dei set.
Secondo set: Giorgi si complica la vita nel finale ma chiude 6-3
Giorgi sembra rinfrancata dal parziale appena conquistato e mette subito la testa avanti anche nel secondo. La pressione da fondo, ricca di colpi piatti e tesi, che all’inizio non sembrava efficace per scardinare i pallonetti di Sherif, comincia invece a dare i suoi frutti, e il 3-0 che scaturisce di lì a poco è un gap pesante da recuperare per la n° 33 del mondo, che si trova sotto di un set e un break.
Mayar prova a rientrare, e ne avrebbe anche l’occasione grazie alle due palle break che le si presentano nel quinto gioco, ma non ne sfrutta neanche una (a dire il vero è sempre brava l’italiana ad annullarle) e subisce il contraccolpo una volta che Camila conferma il break (4-1). Le ribattute profonde e ficcanti della nostra tennista fanno infatti ancora una volta la differenza, togliendo il tempo alla contendente che cede nuovamente la battuta a -30 (5-1). Per Giorgi la fine del match sembra pressoché immediata, ma la marchigiana non sfrutta un match point nel game successivo cedendo uno dei due break, poi ne dilapida altri due sul 5-2 15-40 e deve aspettare il nono game del parziale per finire la pratica al quinto tentativo per 7-5 6-3.
M. Trevisan b. [15] J. Paolini 7-5 6-2
A scendere sul cemento messicano subito dopo Camila Giorgi, sullo stesso campo, sono state Martina Trevisan e Jasmine Paolini, per un derby che avrebbe significato per una delle due l’approdo al terzo turno a Guadalajara. I precedenti recitavano 2-1 in favore di Jasmine, ma questa volta a prevalere, anche piuttosto nettamente per la verità, è stata la fiorentina, che si è imposta per 7-5 6-2 in un’ora e 37 minuti di gioco.
Paolini si è dimostrata troppo fallosa per riuscire a competere punto dopo punto e, pur avendo evidenziato lampi di ottimo tennis, non ha saputo limitare con continuità i tanti errori da fondo che hanno di fatto compromesso l’equilibrio del match. Per Martina è invece solamente la terza vittoria negli ultimi 19 incontri che l’hanno vista opposta a giocatrici tra le top -50, ma è anche un trionfo prestigioso che le permette di difendere perlomeno i punti dello scorso anno (terzo turno, sconfitta netta contro Gauff) in Messico. L’obiettivo ora è superare un altro ostacolo e fare meglio rispetto al 2022, ma sul cammino ci sarà probabilmente la testa di serie n° 1 Ons Jabeur, se questa supererà Alycia Parks.
Primo set: Trevisan parte forte, si fa rimontare ma chiude 7-5
È una Martina Trevisan in grande forma quella che si presenta sul campo Grandstand Caliente. Con il suo drittone mancino macina gioco fin dai primi punti, spingendo non appena ne ha la possibilità e mettendo a nudo alcune difficoltà nella gestione del ritmo sostenuto da parte di Jasmine Paolini, impacciata negli scambi iniziali. L’esito è un 3-0 con doppio break in pochi minuti, che sembra non lasciare spazio a rimonte da parte dell’italiana più in alto in classifica.
E invece, la n° 35 del mondo rientra subito di uno dei due break – pur senza strafare e approfittando di un passaggio a vuoto dell’avversaria – e inizia a trovare fiducia nei colpi in spinta, procurandosi anche la palla per impattare sul 3-3. Ma Trevisan è attenta, insiste con la chela arrotata sul rovescio di Jasmine e conferma almeno uno dei due break. Ma è un vantaggio che non durerà poi più di tanto, perché nel momento di servire per il set sul 5-4 la tennista fiorentina incappa in diversi errori, tra cui un paio di rovesci a metà rete, che la costringono a ripartire da 0 sul 5-5. Servirà un terzo allungo, questa volta sì definitivo, di altri due game per permettere a Martina di avvantaggiarsi di un set. E ancora una volta i demeriti di Paolini sono evidenti, anche perché dopo un recupero importante l’inerzia era a suo favore e non ha saputo sfruttarla a dovere.
Secondo set: Trevisan approfitta di una Paolini fallosa per approdare al terzo turno
L’inizio di secondo set è ricco di scambi lottati che spesso però si concludono con errori gratuiti. Entrambe conservano la battuta senza patemi nei primi due giochi, poi è ancora una volta Martina a prendere il sopravvento e a spezzare l’equilibrio per il 2-1, con break, in suo favore. Break confermato (3-1) con una prima centrale efficace da sinistra sul 40-30. Paolini è davvero troppo fallosa sia di dritto che di rovescio, e non appena prova a spingere i suoi colpi terminano lunghi o in rete. E se ci si mette anche Trevisan, che improvvisamente alza il livello con un lungolinea di rovescio che spazzola la riga sul 3-1 40-40 (servizio Paolini), allora per Jasmine sono davvero problemi grossi. E infatti, alla prima occasione utile, la n° 54 WTA allunga di un ulteriore break, che di fatto mette una pietra sopra alla partita. La n° 2 italiana pare infatti aver abbandonato mentalmente il match – vedasi uno smash facile tirato fuori di diversi metri – e anche se Martina, altrettanto imperfetta, cerca di rimetterla a galla, lei non ne approfitta e cede nettamente per 6-2.