Il caso Simona Halep continua a tener banco. La tennista rumena è stata recentemente squalificata quattro anni a seguito di due imputazioni: la prima è legata all’assunzione della sostanza (roxadustat) riscontrata all’US Open 2022, mentre la seconda è legata a un’irregolarità nel passaporto biologico dell’atleta. A dar l’annuncio della squalifica l’International Tennis Integrity Agency (ITIA).
Molte atlete si sono schierate dalla parte della due volte vincitrice slam. Come la connazionale Sorana Cirstea, intervenuta in difesa della Halep dopo le accuse più o meno velate di Serena Williams. La scorsa settimana la 23volte campionessa slam ha pubblicato un tweet criptico in cui si leggeva: “8 è un numero migliore”. A cosa si riferiva l’ex campionessa americana? Il messaggio arrivava subito dopo la sentenza che condannava Halep, la quale non potrà giocare fino al 6 ottobre 2026.
In molti hanno pensato che la Williams si riferisse ai suoi sette titoli di Wimbledon nel post, che avrebbero potuto essere otto se non avesse perso contro la Halep nella finale del 2019. A proposito è intervenuta Cirstea, che ha etichettato la Williams come “arrogante” in un’intervista con Sport Romania. “Serena come giocatrice era straordinariamente brava. Come persona, ha sempre avuto questa arroganza. Non accettava quando qualcuno poteva batterla o toglierle un titolo”, ha detto.
Dopo aver criticato Serena, Cirstea ha preso le parti di Halep, affermando che la questione è molto delicata. “Conosco Simona. Non credo che si sia mai dopata consapevolmente. Questa sospensione è per una persona innocente“, ha detto. “Avevo paura di prendere qualsiasi cosa, avevo paura di prendere un’aspirina. Forse sono un po’ paranoica, ma non è uno scherzo. È l’incubo di ogni atleta”. Halep è stata sospesa dall’ottobre 2022. La tennista ha subito un rinvio dell’udienza diverse volte, prima che una seconda accusa fosse mossa contro di lei per irregolarità nel suo passaporto biologico di atleta.
LA BATTAGLIA LEGALE – La Halep si è difesa dopo la sospensione e ha accusato un integratore contaminato delle tracce del farmaco vietato chiamato Roxadustat. “Continuo ad allenarmi e faccio tutto ciò che è in mio potere per scagionare il mio nome da queste false accuse e tornare in tribunale“, ha detto in una nota. Ha anche detto che avrebbe lottato per riabilitare il suo nome e che avrebbe “perseguito tutti i rimedi legali contro la società di integratori in questione”.