R. Safiullin b. [9] A. Zverev 6-3 6-1
Quando Roman Safiullin può esprimere il massimo delle sue potenzialità, è pressoché inarrestabile. Come il connazionale Karatsev, anche lui dotato di aperture estremamente brevi che non danno mai riferimenti all’avversario, quando è in un momento di fiducia e di sensazioni tecniche positive appartiene alla quella schiera di atleti della racchetta contro cui non soltanto perdi ma non ci “giochi” nemmeno.
Tennis di pulizia esecutiva che rasenta la perfezione e che nel caso dell’ex n. 2 junior vede una completezza a tutto campo da far invidia: dall’ottima abilità nel proiettarsi a rete fino alle variazioni di ritmo. Ma quello che più rende “ingiocabili” questa specifica tipologia di giocatori, è la loro affilatissima capacità di togliere tempo e spazio costantemente mediante un’aggressività inaudita. Un tipo di gioco che però, come è naturale che sia, vive nella controindicazione di non poter reggere al medesimo livello per un’intera stagione: è troppo complesso per poter essere in ugual misura efficacie nei 12 mesi, deve necessariamente convivere con dei bassi poiché non si è di fronte a contrattaccanti in grado di prendersi del margine di errore.
No, loro non possono che sottostare al filo del rasoio – sempre e comunque – tra un vincente ed un errore. Ma quando la testa è sgombra e il braccio va, beh i mazzolatori dell’anticipo al fulmicotone si rendono protagonisti di cavalcate indimenticabili. Dove potrà arrivare Safiullin, ora sulla sua nuvola felice, nel Masters 1000 di Shanghai lo vedremo. Nel frattempo si è preso la rivincita su Alexander Zverev dopo la sconfitta patita poche settimane fa Chengdu nel match valevole per il titolo.
Il rapidissimo 6-3 6-1 in 1h15‘ lo proietta adesso allo scontro interessantissimo con Ben Shelton, saranno scintille a colpi di sportellate ma anche senso del tocco.
Primo Set: Safiullin annichilisce Zverev, 90% di resa con la prima per non dare mai ritmo al tedesco
37 minuti di assoluto dominio per aprire le danze, il 6-3 con un solo break di distanza ad aver sbrogliato la matassa è bugiardo in termini di differenza di livello emersa. Il russo non ha fornito a Zverev il ben che minimo spiraglio per provare a comandare, lo ha letteralmente tramortito a suon di sublimi accelerazioni in anticipo. Fenomenale in risposta il buon Roman, sempre costantemente con i piedi dentro il campo a sottrarre respiro al tedesco in uscita dal servizio. Solamente le ottime percentuali in battuta di Alexander – 7 ace e un duplice 67% di messa in campo e di trasformazione con la prima – hanno impedito al n. 50 ATP di infliggere uno score più netto, che per quanto visto non sarebbe stato demeritato da Safiullin.
Aggressione garibaldina senza alcun tentennamento, questo è stato il piano strategico messo in pratica dall’ex n. 2 juniores. Intenzioni tattiche eseguite alla perfezione, anche grazie ad un servizio dall’irreale resa con la prima palla: 90% (18/20) mettendone il 74% in campo.
Ma probabilmente i due dati che rendono al meglio quello che si è visto finora, dandone piena contezza, sono i punti vinti ribattendo alla prima, 50% per Roman (9/18) contro il mero 15% del teutonico (3/20), e la capacità di verticalizzare efficacemente il proprio tennis: 91%, 10 discese trasformate in punti sulle 11 del set, al cospetto del misero 31% rivale. Quest’ultima statistica non sorprende più di tanto visto che si conoscono appieno le difficoltà di Sascha nel disimpegnarsi nei colpi al volo, al contrario del vincitore dell’Australian Open 2015 junior che anche in quella zona di campo sa il fatto suo.
Secondo Set: Roman è in The Zone e si vendica del KO di Chengdu
La tds n. 9 deve provare a cambiare registro, ma come detto quest’oggi appare impresa veramente ardua. Soltanto cascata di applausi invece per il russo che quando entra in The Zone è semplicemente inarrestabile anche contro un finalista Slam e Top Ten che sicuramente non è nella sua miglior versione possibile; ciononostante apporre delle pezze nell’incrocio tattico con un tennista che quando gioca così non ha neppure un buco tecnico sarebbe complesso pure per un perfetto Zverev.
Attacca, a rete è fantasmagorico, smorzate da cineteca e passanti chirurgici il tutto all’interno di un ritmo forsennato continuamente produttivo. In avvio di secondo set, l’unico passagino a vuoto del suo match dove per la prima volta il finalista dello US Open 2020 riesce a mettere in campo lo scambio progressivo sulla diagonale sinistra. Ma la passività di Safiullin dura l’arco di un paio di minuti, cancellata la palla break – l’unica concessa in tutta la sfida – sull’1-1 il match di fatto si conclude. Ne vince infatti altri cinque di game in fila.
La mattanza è dunque completa, 6-1 in 37 minuti a coronamento di una prestazione trascendentale.
[19] B. Shelton b. J. Munar 6-4 6-4
Di rientro nel Tour dopo aver preso parte alla Laver Cup, Ben Shelton ha iniziato alla grande il proprio swing asiatico superando lo spagnolo Jaume Munar (n.° 82 ATP) con un doppio 6-4 in appena un’ora e mezza di partita. Il mancino statunitense, 19esima testa di serie del torneo, è riuscito a completare l’opera nonostante nel secondo set abbai perso un po’ di incisività al servizio. A fare la differenza il bottino di vincenti messi a referto dal 20enne di Atlanta, più del doppio rispetto a quelli del rivale (25 contro 12), dopo aver superato questo primo test del ‘mille’ cinese adesso il n. 4 d’Oltreoceano attende il finalista del 2019 Sascha Zverev.
[16] H. Hurkacz b. T. Kokkinakis 7-6(5) 6-4
Ad affrontare il giustiziere di Lorenzo Musetti, il taiwanese Hsu, nel terzo round del Rolex Shanghai Masters sarà la sedicesima forza del seeding cinese Hubert Hurkacz. Il tennista polacco ha infatti superato con lo score di 7-6(5) 6-4 Thanasi Kokkinakis (n.° 69 ATP), al termine di un match conclusosi quando l’orologio dello Show Court 3 segnava 1ora e 43minuti.
In entrambi i parziali, il semifinalista di Wimbledon 2021 ha mostrato straordinaria lucidità oltre che inappuntabile cinismo facendo così in modo di piegare a sé le dinamiche emotive e tecniche dell’incontro: nell’intero primo set, infatti, l’unico ad avere chances di break è stato l’australiano nel terzo game ma Hubi ha frantumato inopinatamente l’opportunità offerta.
Dopodiché i servizi hanno condotto la frazione sino al tie-break, dove a fare la differenza è stato il mini-break subitaneo ottenuto dal vincitore del Masters 1000 di Miami due anni fa che lo ha lanciato immediatamente sul 2-0 – poi divenuto 4-1 -. L’unico vero momento di sbandamento il n. 17 del mondo lo ha avuto al momento di chiudere il set, dove gli sono serviti 3 set point per sigillare i parziale nonostante nel primo mancato avesse acuto la battuta a disposizione. Anche alla ripresa delle ostilità, Hubert ha dovuto fronteggiare un turno di servizio pericoloso – sul 2-1 per Thanasi – costretto a salvarsi ai vantaggi pur senza concedere break point prima di trovare l’allungo vincente nel gioco successivo. Tuttavia come accaduto pedissequamente nel set precedente, sul 5-4 e avanti 40-0 Hurkacz si è rilassato eccessivamente ma sul 40-30 ha ritrovato attenzione mentale per porre fine alla contesa.
Il fattore che più di tutti ha fatto saltare il banco in favore del polacco è stata la solito micidiale fucina di ace, ben 17 a segno, accompagnati da un ottimo 86% di trasformazione con la prima palla (42/49) e un conguaglio di vincenti complessivi che recita 37. Con questo successo, il finalista di Montreal 2022 si porta sul 3-1 negli scontri diretti: ha vinto gli ultimi tre, compreso quello odierno, tutti disputati nel 2023 e peraltro in soli eventi 1000 a Miami – scontro folle con tre tie-break andati in scena – e in quel di Cincinnati con un altro match che ha abbondantemente superato le tre ore di gioco.
L’unica vittoria firmata aussie nelle qualificazioni dell’ATP 250 di Atlanta 2019.
Z. Zhang b. [28] T. M. Etcheverry 4-6 6-3 6-4
Grandiosa rimonta quella che ha visto protagonista il n. 60 del ranking maschile Zhizhen Zhang: il 26enne di casa, nativo proprio di Shanghai, è stato profeta in patria estromettendo la tds n. 28 Tomas Martin Etcheverry.
Il 24enne di La Plata, pur vincendo la prima frazione per 6-4, alla fine si è dovuto arrendere dopo quasi due ore e mezza di asfissiante intensità perdendo 6-4 6-4 i restanti set. Il tennista argentino, quest’anno spintosi sino ai quarti dell’Open di Francia, esce di scena nonostante in risposta nel secondo set – sul 4-2– si sia costruito un 15-40 che se concretizzato l’avrebbe rimesso in partita dandogli la possibilità per l’aggancio ed in seguito per tentare di chiudere la contesa in due nel rush finale.
Adesso per il giocatore cinese ci sarà Brandon Nakashima che ha sorpreso il n. 3 del tabellone Holger Rune.
[25] S. Baez b. [Q] D. Sweeny 6-2 6-4
L’agevole affermazione dell’argentino Sebastian Baez ai danni del qualificato Dane Sweeny ha invece chiuso il programma di giornata, nel quarto ed ultimo incontro programmato, sul Grandstand 2.
La 25esima testa cornata del main-draw si è liberata del n.° 273 ATP con un perentorio 6-2 6-4 maturato in poco più di un’ora di gioco. La bellezza di 24 winners, a fronte di soli 6 errori non forzati hanno dato vita ad un differenziale di +18 che ha permesso al giocatore sudamericano di sbarazzarsi senza faticare del carneade australiano e garantirsi un posto nei sedicesimi, dove la se la vedrà con il vincente dell’incrocio tra Jannik Sinner e Marcos Giron.
[26] S. Korda b. [WC] Y. Bu 6-1 6-4
Troppo il dislivello agonistico tra la testa di serie numero 26 Sebastian Korda e l’invitato casalingo – classe 2002 – Yunchaokete Bu (n.° 186 ATP), il figlio di Petr ha incassato il passaggio del turno con il punteggio di 6-1 6-4.
Prestazione senza sbavature per lo statunitense di origini ceche: 9 ace, 80% di realizzazione con la prima (28/35) ma anche 26 vincenti e soltanto 7 unforced.
Per Seb ora si prospetta lo scontro con il campione dell’ultima edizione disputatasi Medvedev, qualora il russo nella giornata di sabato superasse il cileno Garin.