In una giornata condizionata dalla pioggia, il tetto del centrale del Rolex Shanghai Masters ha permesso ai big di fare comunque il loro esordio nel torneo. Nel corso della sessione serale è toccato prima al numero 1 del tabellone Carlos Alcaraz, alla prima apparizione nel 1000 cinese, e poi al numero 7 Taylor Fritz. Entrambi hanno superato i primi ostacoli non senza affanni. Se Carlitos è riuscito ad archiviare la pratica Barrere in due set al termine di un match che è stato comunque divertente e anche più equilibrato del previsto, Taylor ha impiegato oltre due ore e mezza per avere la meglio del giapponese Watanuki che ha giocato meglio dell’americano per lunghe fasi dell’incontro. Apparso in difficoltà sia a livello atletico che tattico, Fritz è comunque riuscito a ottenere una vittoria importante anche e soprattutto in ottica Race verso Torino, viste le sconfitte all’esordio di Zverev, Rune e De Minaur. Il californiano affronterà al terzo turno Lehecka o Schwartzman, mentre Alcaraz, bravo ad arginare un brillante Barrere, attende Evans o Kukushkin.
[1] C. Alcaraz b. G. Barrere 6-2 7-5
Il numero 73 del mondo Barrere ha optato per la strategia del “rischiatutto”, tenendo ritmi elevatissimi alla ricerca del vincente. A tratti questa scelta – probabilmente l’unica possibile per dare fastidio allo spagnolo, come dimostrato del resto da Sinner a Pechino e non solo – ha pagato (e infatti Barrere ha chiuso l’incontro con più vincenti di Alcaraz: 25 a 21), ma alla lunga ha prevalso la maggior continuità e qualità del numero 2 del mondo. Nelle battute finali il francese sembrava non averne più dopo un match così dispendioso e ha quindi ceduto dopo un’ora e 43 minuti di gioco sul punteggio di 6-2 7-5.
Lo score potrebbe trarre in inganno ma anche il primo parziale è stato combattuto. Barrere non ha potuto contare su un numero sufficiente di prime in campo (solo il 50%) e ha sofferto molto quando costretto a iniziare il punto con la seconda di servizio. Alcaraz ha quindi inaugurato il suo torneo con due break nei primi due game di risposta, ma il francese gli ha comunque reso la vita difficile nei suoi turni di battuta. Gregoire ha infatti avuto sei palle break, di cui tre sullo 0-2 e altrettante sull’1-5. Nessuna, però, è andata a buon fine soprattutto per la lucidità dello spagnolo, bravo ad affidarsi al servizio e sempre capace di fare la cosa giusta al momento opportuno.
Ancora più equilibrio c’è stato poi nel secondo set. I due hanno tenuto il servizio con relativa semplicità fino al 3-3 quando Alcaraz è riuscito ad accelerare il ritmo in risposta e a prendersi così un break che sapeva tanto di ipoteca sulle sorti dell’incontro. Invece Barrere ha tutt’altro che tirato i remi in barca trovando la forza per crederci ancora. Sotto 15-0 in ribattuta, il francese ha dato inizio a una serie di risposte – in particolare di rovescio – precise e potenti, sempre puntualmente seguite a rete, con cui ha messo in grande difficoltà lo spagnolo che non ha avuto grande aiuto dalla prima di servizio.
Il numero 73 del mondo ha così controbrekkato e ha poi continuato a dare spettacolo nel game successivo (nonostante un paio di doppi falli), colpendo con grande scioltezza sia di dritto che di rovescio: incredibilmente in questo frangente era Barrere a comandare gli scambi. Il numero 2 del mondo è però riuscito a non farsi travolgere e, appena il francese è sembrato non avere più le energie per accompagnare con le gambe la velocità del braccio, si è riportato in vantaggio. Sul 6-5, poi, Carlitos non ha avuto problemi a chiudere la partita ed ha anche messo la ciliegina sulla torta arricchendo il match point con un dritto colpito da dietro la schiena.
[7] T. Fritz b. Y. Watanuki 7-6 (2) 6-7 (6)
L’avvio dell’ultimo match di giornata al Masters 1000 di Shanghai è stato a forti tinte biancorosse. Watanuki è partito in quarta sorprendendo Fritz con tre risposte vincenti che gli hanno dato il break alla prima occasione utile. Il numero 79 del mondo ha poi continuato a giocare bene servendo con ottime percentuali e andando alla ricerca del colpo definitivo senza indugiare nello scambio. L’americano ci ha messo un po’ a entrare in partita, ma grazie a un progressivo miglioramento del rendimento al servizio non ha permesso all’avversario di scappare via nel punteggio.
Sul 5-3 Watanuki è arrivato a due punti dal set e nel game successivo ha avuto la possibilità di servire per mettere in cascina il primo parziale. Qui, però, ha smarrito quella leggerezza che lo aveva condotto fino a quel punto: ha messo in campo solamente una prima facendo prendere campo a Fritz e poi sulla palla break ha commesso un doppio fallo tutt’altro che imprevedibile. Nel tie-break, poi, la sorte è girata tutta dalla parte del californiano che ha conquistato i due mini-break decisivi per una questione di centimetri: quelli che nel primo punto hanno tenuto fuori un dritto di Watanuki che sarebbe stato vincente e quelli che hanno permesso a una risposta bloccata di Fritz di toccare e superare il nastro dandogli un vantaggio rassicurante, poi portato in fondo, di 5-1.
Il secondo parziale ha avuto un andamento molto simile al primo, tranne che nella conclusione. Il giapponese, bravo ad archiviare la delusione del set perso in maniera bruciante, non ha brekkato subito (pur avendone avuto la possibilità sull’1-0) ma è stato comunque il primo ad allungare nel punteggio. Il numero 79 del mondo ha infatti superato un turno di servizio complicato sull’1-1 quando ha annullato una palla break scagliando una gran prima e poi è stato lui a brekkare nel sesto game approfittando di un Fritz macchinoso in fase difensiva e suggellando il tutto con un super passante di dritto. A differenza di quanto avvenuto nel primo set, Watanuki si è spinto fino al set point: ne ha infatti avuto uno in risposta sul 5-2, annullato però da un ace dell’americano, e poi un altro in battuta. Il braccio del giapponese, autore di un game costellato da errori marchiani figli della fretta, ha però tremato e un doppio fallo ha cancellato anche questa chance.
La discrepanza sostanziale rispetto al primo set si è però concretizzata nel tie-break. Fritz si era portato avanti 5-1 esattamente come successo un’ora prima e tutto sembrava apparecchiato per la stessa conclusione. Watanuki, però, non si è assolutamente dato per vinto e rischiando tutto il possibile si è riportato sotto. Ha poi annullato un match point con l’aiuto del servizio e infine ha messo sulla riga un paio di vincenti riprendendosi con gli interessi il credito maturato con la fortuna e portando quindi il match al decider.
Il terzo set è stato quello più scarno per intensità ed emozioni che si sono accumulate tutte in un unico game. Fino al 5-4 in favore di Fritz, non si era infatti vista nemmeno l’ombra di una palla break e in nove game i ribattitori avevano totalizzato solamente dieci punti. Questa tendenza sembrava potesse essere confermata anche dal decimo gioco in cui il giapponese era salito agevolmente sul 40-0. Nel giro di pochi secondi, però, è cambiato tutto: Watanuki ha sbagliato di misura un paio di dritti e il suo braccio è tornato ad essere pesante e tremebondo come nei momenti di massima tensione dei primi due parziali. Fritz ha letto bene il momento e ha affrontato gli scambi successivi con grande lucidità, facendo qualche passo indietro e assicurandosi di non sbagliare e allo stesso tempo di muovere Watanuki (in particolare verso sinistra). Il giapponese non ha potuto fare altro che accettare questa situazione ma altri due errori di dritto hanno consegnato la vittoria al numero 8 del mondo dopo oltre due ore e mezza di gioco.