[5] A. Rublev b. [18] G. Dimitrov 7-6(7) 6-3
Definita la finale del Rolex Shanghai Masters. Come quattro anni fa, ancora una volta a giocarsi il titolo ci sarà un russo. Al tempo fu Daniil Medvedev, questa volta toccherà ad Andrey Rublev, che l’ha spuntata in quasi due ore di gran tennis (per la maggior parte) contro Grigor Dimitrov. Partita decisa da piccole sfumature nel primo set, durato più di un’ora, con poca storia per quasi tutto il secondo, dove la miglior tenuta fisica e mentale del russo ha avuto la meglio su uno stanco Grisha, che comunque da lunedì tornerà al n.16 al mondo. Rublev, invece, come minimo tornerà in top 5, e diventerà n.4 in caso di vittoria del torneo. Giocherà la sesta finale del suo 2023, seconda in un 1000, a fare da eco alla vittoria a Montecarlo, e seconda anche sul cemento, dopo la sconfitta nell’ultimo atto a Dubai. Se la vedrà con Hubert Hurkacz, contro cui i precedenti sono in parità (2-2), ma lui ha vinto l’ultimo, a Indian Wells 2022.
Primo set: Rublev più deciso di un ottimo Dimitrov
Inizio di partita equilibrato. Rublev cerca spesso il lato sinistro del bulgaro, che dovrà cercare di ricorrere spesso allo slice per cambiare ritmo e non entrare in scambi lunghi. Il servizio, come visto finora nel torneo, continua ad andare al massimo dei giri. Il primo game complicato lo deve fronteggiare Rublev, costretto ad annullare 4 palle break nel sesto, da 10 minuti. Dimitrov osa in risposta, stuzzica tagliando dal lato sinistro e si dimostra molto aggressivo. Da parte sua Andrey mostra gran freddezza, annullando con precisi servizi ed imponenti dritti, nonostante a tratti sembri al limite della propria calma. Il russo però resiste, continua la sua tattica di calcare la mano sul rovescio del n.18 del seeding, e alla lunga arrivano i frutti. In un undicesimo game in cui arrivano un doppio fallo e un paio di errori banali, Rublev è ben cinico, dirigendo da fondo con solidità e spinta costante, soprattutto col dritto, nell’andare a prendersi il primo break del match. Si fa però schiacciare dall’arrembante avversario in risposta e dalla pressione, restituendolo subito con una serie di gratuiti. Si arriva dunque al tie-break, giocato ad altissima intensità e con picchi di ottimo tennis. Protagonista è il russo, tre volte avanti di un mini break, e con tre set point. Qualche errore di fretta, oltre a un tennis a tratti da rematore a tratti da pittore di Grigor, lo costringono anche ad annullarne uno, con un ace. Ma alla fine, spuntandola per 9 punti a 7, è il n.7 al mondo a prendersi, di forza, dopo uno scambio lungo in cui è lui a non mollare, il primo set.
Secondo set: paura iniziale, ma le energie premiano il russo
Inizio di secondo parziale pazzesco per Dimitrov, che subito trova il break. Prepotente in risposta, per la prima volta caccia dal cilindro la palla corta. Destabilizza così Rublev, che non arriva ed è subito costretto ad inseguire. Dura poco però la gioia per Grisha, con il russo che subito rientra nel quarto game, amaro perché il bulgaro si fa recuperare da 40-15, giocando con un po’ troppa incoscienza e mancando di lucidità alcuni punti. E appare una svolta quasi decisiva per la partita, mostrando un crollo per Dimitrov. Il rovescio torna a peccare, e anche il dritto gira meno, cozzando contro un Rublev invece indiavolato da fondo, che non sbaglia più nulla e trova vincenti con facilità. Così arriva anche il break di vantaggio per il moscovita, che infila quattro game consecutivi. Chiude poco dopo, in maniera perentoria, con il nono ace il russo. Un secondo set in cui, al breve smarrimento iniziale ha saputo reagire prontamente, anche approfittando di un calo di energie di Grigor, stellare nel primo set e in tutta la settimana, incapace di piazzare la zampata finale. Rublev raggiunge dunque la prima finale in un 1000 sul cemento da Cincinnati 2021.