La potenza ha avuto la meglio sul puro talento anche questa volta. Scesi in campo come avversari ma prima di tutto come amici, Andrey Rublev e Grigor Dimitrov se le sono date di santa ragione per un set – vinto poi dal russo dopo un’ora e diciotto minuti – e nel secondo parziale la maggior caratura e tenuta fisico-mentale di ‘Rublo’ ha fatto la differenza. Chiusa, quindi, la seconda semifinale del Rolex Shanghai Masters per 7-6(7) 6-3 dopo un’ora e cinquantadue minuti di gioco, il n.7 al mondo sfrutta l’occasione di un tabellone sguarnito dalle più alte forze del seeding e stacca così il pass per la sua quarta finale ‘1000’ in carriera, la seconda del 2023 (ventitreesimo ultimo atto in carriera, sesto della stagione per il terzo titolo dell’anno). Infatti, Rublev è uscito vincitore dal torneo di Montecarlo e nella giornata di domenica si giocherà il secondo alloro di questa categoria con Hubert Hurkacz, protagonista di due settimane molto convincenti nel suolo cinese. Osserviamo ora più da vicino le parole del tennista moscovita in seguito alla sua vittoria in semifinale e alla vigilia dell’ultimo atto.
D: Sei molto espressivo in campo, ad esempio quando esterni le tue emozioni quando qualcosa non va come vorresti. In che modo ti aiuta comportarti così? È una sorta di liberazione che senti di dover fare?
Rublev: “No, non è così. Anzi, è l’opposto, non mi aiuta proprio comportarmi così. Sto cercando di eliminare del tutto questi brutti momenti in campo. In alcuni incontri è più facile mantenere la calma, ma in altri come quello di oggi in cui senti maggiormente lo stress, è difficile per me controllare questo aspetto. È una semifinale, vuoi vincere, ci sono più emozioni in ballo ed è normale che ci si senta così. So benissimo che alcune mie scene quest’oggi non sono state belle da vedere, ma sto lavorando per farle scomparire piano piano dal mio comportamento in campo”.
D: Cova vi siete detti dopo il match? E come siete diventati amici?
Rublev: “Penso di avergli detto che mi era dispiaciuto che il tie-break fosse andato così (vinto da Rublev 9-7, ndr). A essere onesti, però, non ricordo benissimo cosa ci siamo detti. È stato un momento colmo di emozioni, era appena finita la partita, quindi non saprei dire altro. Per quanto riguarda il nostro rapporto, abbiamo innanzitutto giocato qualche match uno contro l’altro e io, quando ero ancora junior, lo ammiravo molto per il suo stile di gioco. Il suo dritto mi piace veramente tanto. Poi, quando ho iniziato a giocare più tornei professionistici, l’ho visto più spesso in giro. Ci siamo allenati insieme molte volte, abbiamo speso parecchio tempo l’uno con l’altro in varie esibizioni e con queste piccole cose, man mano, si è costruito il nostro rapporto”.
D: C’è stata una tattica che hai messo a punto in vista del tie-break?
Rublev: “Nessuna tattica. È stato un match equilibrato nel quale anche lui ha avuto la possibilità di vincere, ma infine sono stato anche un po’ più fortunato. Sul mio set point ha spedito un rovescio fuori di poco dopo uno scambio lunghissimo, quindi c’è poco da dire: nei tie-break non ci si può mai sbilanciare su come andrà a finire”.
D: Cosa ci puoi dire della finale di domani?
Rublev: “A essere onesti ho appena smesso di giocare e di pensieri non ne ho ancora fatti sulla finale; quindi, innanzitutto, voglio prendermi un po’ di tempo per recuperare in vista di domani. Posso dire che ‘Hubi’ è un giocatore molto forte, da fondo in particolar modo, si muove bene nonostante la sua altezza, in difesa è altrettanto solido e ha uno dei migliori servizi del circuito che ti costringono a stare sempre concentrato”.